Schiettezza e fiducia

Schiettezza e fiducia

Una persona schietta piace. Emana luce, fascino, e come tale assume i connotati di una
bellezza che va perfino oltre i tradizionali canoni dell’estetica. Come si spiega questa
bellezza? Con il fatto che la schiettezza è genuinità, spontanea vera, con una sua carica
di purezza: e quindi è destinata, proprio per la sua natura, a espandere la luce del bello,
quindi ad avere una dimensione estetica. Una dimensione da gustare, come quando
diciamo che il vino bevuto è «schietto».

Viviamo nell’era delle false informazioni che diventano verità, di un’ipocrisia dilagante,
utilizzata spesso anche come mezzo di sopravvivenza, di un rancore soffuso e diffuso, che
allontana dalla verità e spinge, quasi istintivamente, a una dissimulazione continua.
Dunque, non è il tempo della schiettezza. E chi la pratica, rema sicuramente
controcorrente.

Però la schiettezza è una virtù che produce importanti benefici. Il primo: rende liberi. Non
siamo più dipendenti dalle opinioni dominanti o peggio ripetitori del “sentito dire”. Non ci
appartengono i raggiri e i compromessi per dovere nascondere qualcosa a qualcuno.
Siamo liberi, autonomi, e la libertà è la premessa per essere se stessi .Inoltre, in quanto
virtù la schiettezza crea legami che poi, alla lunga, diventano indissolubili.
Di chi ci fidiamo veramente? Di chi ha saputo dirci fino in fondo la verità, anche quando
era scomoda e amara. Di chi invece diffidiamo? Di chi ha uno sguardo obliquo, indice di
una scarsa genuinità e di pensieri poco limpidi, opachi. La schiettezza serve alla
protezione, al difendere e al sentirsi difesi. È uno scudo contro la viltà, la calunnia,
dell’insulto gratuito, della maldicenza alimentata con tutti i sistemi possibili, a partire dal
volano del web.

Spesso sentiamo dire: dovremmo essere schietti e sinceri come i bambini. È vero, i
bambini ci danno ogni giorno questa lezione di genuinità e spontaneità. Ma proprio da loro
arriva il segnale di come la schiettezza vada usata con discernimento e perfino con
cautela, altrimenti c’è il rischio che possa diventare una forma di generosa violenza. Il
bambino che accusa il coetaneo, evidenziandone i difetti, in modo esplicito, fa un gesto
duro, scomodo. Anche noi dovremmo avere maggiore schiettezza nello sbattere in faccia
a qualcuno, anche la persona alla quale vogliamo bene, la verità sulle sue colpe e i suoi
difetti.

Ricordiamoci sempre che nei comportamenti umani esiste una legge della fisica: a ogni
azione corrisponde una reazione. Rapportarci in modo così diretto, e spontaneo con le
persone, significa spingerle ad allontanarsi da noi, e magari scateniamo una reazione
controproducente di chiusura, d’autodifesa. Meglio, invece, procedere con gradualità, con
la necessaria delicatezza e intelligenza senza andare a scavare troppo nelle ferite che
spesso ignora o vuole ignorare. Quindi: sì alla schiettezza, ma con prudenza.

D’altra parte le persone schiette pagano un prezzo, talvolta anche piuttosto alto.
Preferiscono pertanto adottare nei rapporti l’ambiguità un dire e non dire, parlare per
perifrasi. Un tortuoso percorso per non correre mai il rischio di essere diretti, franchi,
schietti. In questo gioco di chiaroscuri anche la nostra fisionomia ne risente, lo sguardo è
obliquo, il sorriso stenta, l’umore è discontinuo.

 “La schiettezza è un bell’albero che porta tante spine quanti fiori. ( Hypolite de Livry)
C’è un prezzo da pagare nell’essere schietti: è bene saperlo per non avere sorprese. Non
potrebbe essere diversamente. La verità può essere sgradevole, respingente, difficile da
accettare, dolorosa. E queste sono le spine dell’albero. Ma poi ci sono i fiori: relazioni
umane più autentiche, durature, solide. E una vita più leggera, senza il fardello della bugia,
o mezza verità, a getto continuo.


C’è sempre bisogno di un pizzico di follia quando bisogna rompere il muro delle
convenzioni e degli opportunismi. Qui sta il coraggio delle persone che non si
accontentano di vite banali. L’autore del celebre testo Elogio della follia Erasmo da
Rotterdam, ci ricorda che la schiettezza, per sedurci, ha bisogno anche di essere accolta,
senza pensarci troppo.

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