L’importanza delle parole

L’importanza delle parole

Attraverso le parole esprimiamo idee, desideri, stati d’animo e sentimenti: per questo
motivo, un corretto uso delle parole è fondamentale per la comprensione reciproca.
Non basta rispettare le regole grammaticali o aver letto tanti libri, in quanto le parole,
quando vengono pronunciate, coinvolgono tutto il nostro corpo e la situazione che stiamo
vivendo, suscitando una serie di emozioni che vanno ad infondere una particolare energia.
Per questo motivo dobbiamo stare attenti nell’esprimerci ed abituarci all’attenzione delle
espressioni verbali come di quelle non verbali.

La prima cosa da tenere a mente è che le parole, quando vengono pronunciate, sono
trasformate in suono. La parola veicola di per sé un messaggio all’ascoltatore, ma non va
dimenticato che anche il suono trasmette un messaggio indipendente, che in mancanza di
attenzione potrebbe risultare addirittura in contrasto con le parole pronunciate. Per capire
ciò, facciamo il più classico degli esempi: avete mai provato a dire parole d’affetto in
maniera svogliata?

Può essere che il tono svogliato sia stato semplicemente frutto di un momento, ma benché
le parole dette fossero sincere, chiunque le abbia sentite avrà di sicuro reagito non bene.
Allo stesso modo, una parola a malapena bisbigliata difficilmente porterà all’ascoltatore un
senso di sicurezza o di certezza nei confronti di chi parla, anche qualora il contenuto fosse
più che veritiero. In questi casi siamo in presenza di esempi di sonorità, o toni, che
risultano in contrasto con le parole pronunciate e che quindi vanno a creare una
comunicazione confusa, se non addirittura sbagliata.

Il tono della propria voce è parte integrante della comunicazione e, come le parole, va
usato correttamente. Abituiamoci a capire quali sono i toni giusti rispetto ai messaggi che
intendiamo trasmettere. Un tono particolarmente grave sarà adatto al rispetto di una
situazione formale, così come delle parole dette ad alta voce o con un tono squillante
saranno più appropriate ad un ambiente conviviale; per quanto riguarda nello specifico il
dialogo con i bambini, urlare non sarà mai adatto nelle situazioni di apprendimento, ma
servirà solo a spaventarli. Aver sempre in mente ed essere consapevoli del tono giusto
vuole dire rendere il messaggio più chiaro a chi lo riceve e rendere più potenti e cariche di
significato le parole che pronunciamo.

Altro importantissimo contenitore delle parole e dei loro suoni è il nostro stato d’animo.
Il contenuto delle parole, infatti, è profondamente messo alla prova dai diversi stati
d’animo, in quanto parlare significa relazionarsi con altre persone ed a volte può essere
percepito come quasi una sfida nei confronti dell’altro, seppur solo dialetticamente: le
parole, se non si presta la dovuta attenzione, saranno compromesse da un animo di sfida
e di imposizione.

La voglia di vincere un discorso spesso crea uno stato d’animo aggressivo, impedendo
così al corretto messaggio di arrivare all’interlocutore e dando vita a malintesi ed accese
discussioni. Per questo motivo, quando si vuole utilizzare correttamente le parole bisogna
cercare di essere calmi e distesi: cerchiamo di allontanare stati d’animi negativi ed
aggressivi che ci possono far dire cose che nemmeno pensiamo.

Il miglior metodo per mantenere la calma durante una conversazione è rimanere
all’ascolto di se stessi e, non appena si sente l’aggressività prendere il sopravvento,
semplicemente fermarsi e interrompere la discussione. In questo modo, si risulta onesti e
sinceri agli occhi dell’altra persona e capaci di prendere coscienza dei propri
atteggiamenti. La stessa decisione sospendere il confronto in certi momenti di malumore è
considerato positivo dall’interlocutore. In questi casi, le persone sagge e prudenti
rimandano la conversazione ad un momento più positivo.

Nel parlare sono insite due “sfide”: ascoltare chi si ha davanti è metà della fatica, l’altra
metà è esprimere se stessi. Quando si inizia un dialogo, bisogna sempre lasciar parlare
l’interlocutore fino a che non abbia terminato il suo concetto. I ritmi della comunicazione
pubblica, come quelli che vengono proposti in TV, ci hanno abituati ad interrompere
continuamente chi sta parlando per contraddirlo, a gridare più forte per vincere un discorso
e a non lasciare parlare l’altro.

Il dialogo, però, non è una lotta non deve diventare tale: ogni strategia, compresa quelle
dialettica, tesa a vincere con un atteggiamento di sfida e lotta è di per sé sbagliata e per
niente costruttiva. Le parole sono importanti perché ci aiutano a capire chi abbiamo
davanti, ci aiutano a comprendere una nuova parte di mondo, oltre che noi stessi e la
nostra vera natura.

Tuttavia, per fare ciò è fondamentale rimanere in ascolto, in modo tale da essere in grado
di rispondere sulla base di ciò che abbiamo sentito, non limitandosi a riaffermare le
convinzioni iniziali, ma alla luce di un dialogo costruttivo e di crescita reciproca.
Ogni volta che parliamo con qualcuno, dunque, impegniamoci a farlo finire di parlare,
lasciamogli terminare il ragionamento e, prima di rispondere, pensiamo a ciò che ha detto,
senza la necessità di contraddirlo solo per avere la meglio nella conversazione e dire
l’ultima parola. Solo le persone prudenti sanno ascoltare in silenzio e comunicare
intelligentemente.

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