La nostra “BELLEZZA”

La nostra “BELLEZZA”

“Sperando di lavorare per qualche giorno, un pittore ambulante di ritratti sostò in una piccola città. Uno dei suoi primi clienti fu un ubriaco il quale, nonostante la sua faccia sporca, la barba lunga e gli abiti inzaccherati, si sedette con tutta la dignità di cui era capace per farsi fare il ritratto. Dopo che l’artista si era prolungato più del solito nel suo lavoro, alzò il ritratto dal cavalletto e lo mostrò all’uomo. «Questo non sono io», balbettò l’ubriaco sorpreso mentre guardava l’uomo sorridente e ben vestito del ritratto. L’artista, che aveva guardato oltre l’esteriore e aveva visto la bellezza interiore dell’uomo, disse pensoso: “Ma questo è l’uomo che potresti essere…”.  (Paul J. Wharton) 

Quando incontro una persona che si è abbruttita attraverso una vita disordinata, con il corpo segnato dall’incuria, sporco, capelli sudici, la barba incolta, devo immaginarla dentro di me come potrebbe diventare. Allora, come il pittore del racconto, tratteggio nella mia mente l’immagine bella di quella persona, cerco di descriverla con alcune parole. Quella mi guarda e poi scuote la testa e spesso mi dice che non è così, che sto parlando di un’altra persona. Io insisto, con poco successo, le dico più volte che nell’anima è rimasta bella, attraente.              

L’autostima è un sentimento che possiamo perdere. Basta un affetto tradito, un lavoro perso, uno sgarbo da parte degli amici, il venir meno della parola data, un crollo economico. 

Con il passare del tempo, l’accumulo di insoddisfazione e di frustrazione per il mancato superamento delle difficoltà alimenta la disistima e può portare ad una manifestazione impulsiva di rabbia con modalità di chiusura in se stessi, di degrado fisico e psichico. In questa situazione ci vuole qualcuno che come il “pittore ambulante” ci dipinga e ci presenti l’immagine vera, non quella che emana il nostro corpo sciupato, trasandato, ma la bellezza recuperabile, ancora possibile.  Il “pittore ambulante” tratteggia una tela la bellezza esteriore recuperata del suo cliente. Lui non si riconosce in questa immagine e l’artista gli dice: “Questo è l’uomo che potresti essere…”. Bellissimo! 

Non basta però incontrare il “pittore ambulante”, la persona che ci trasmette speranza, fiducia. Tanto più siamo caduti in basso, quanto più ci siamo fatti del male, il recupero dell’autostima chiama in causa il nostro impegno e la volontà di riscattarci.  Ci suggerisce, a proposito P. Coelho: “Tutti i giorni, con il sole Dio ci concede un momento in cui è possibile cambiare ciò che ci rende infelici. L’istante magico, quel momento in cui un “sì” o un “no” può cambiare tutta la nostra esistenza. Tutti i giorni fingiamo di non percepire questo momento, ci diciamo che non esiste, che l’oggi è uguale a ieri e identico a domani”. 

Sono certo che se prestiamo attenzione al presente, scopriamo l’istante magico che si nasconde nel momento in cui, la mattina, infiliamo la chiave nella toppa; nel silenzio subito dopo la cena; nelle mille cose che ci sembrano uguali. Questo momento esiste, un momento in cui tutta la forza delle stelle ci pervade e ci consente di fare miracoli, quelli che ci permettono di conservare il nostro “volto interiore” a cui fare riferimento. La stima di sé scaturisce dalla sorgente interiore che viene alimentata da ciò che in ogni istante magico viviamo.  

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