LA FEDE UN DONO

LA FEDE UN DONO

Nel vasto oceano viaggia una piccola barca sballottata dalle onde, “quante metafore si
potrebbero trarre da questo breve incipit con cui inizio questo messaggio. La prima che mi
sovviene e che voglio sottolineare è che in quella barca ci sono io, ci siamo noi uomini, e
donne nel mare burrascoso della vita e siamo su quella barca alla ricerca della Verità.
 Definire e identificare cosa sia la Verità e di cosa si stia parlando è cosa quanto mai ardua
e complicata: ne hanno parlato e straparlato filosofi e teologi, dotti e ignoranti in tutte le
epoche, e ancora adesso se ne parla. Le risposte sono diverse, ma sempre incomplete.


Papa Giovanni Paolo II ha scritto la Lettera Enciclica “Fides et Ratio”. In questa lettera
afferma: “La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza
verso la contemplazione della verità. “E’ Dio ad aver posto nel cuore dell’uomo il desiderio
di lui per conoscere la verità e, in definitiva, conoscere lui stesso perché, conoscendolo e
amandolo, l’uomo possa giungere anche alla piena verità su se stesso”.

Non cerchiamo Dio per conoscerlo, ma per conoscere noi stessi. Cercare Dio con le
nostre capacità razionali e capire chi è o com’è, è una ricerca che cozza contro il mistero.
Cioè ci rivela la nostra povertà mentale che non riuscirà mai ad esaurire la verità eterna.
Anche Dio ci cerca per farci conoscere il senso della nostra vita: chi siamo, come essere
e cosa ci attende dopo la morte. Con la presenza del suo Spirito in noi avvertiamo il
bisogno di lui. Dio stesso accresce nella nostra mente questo bisogno.

il problema non è Dio, ma siamo noi che non avvertiamo il bisogno di lui, lo consideriamo
inesistente o inutile. Dio, nonostante il nostro rifiuto ci cerca sempre e vuole farsi trovare:
“Mi troverete, quando Mi cercherete con tutto il vostro cuore. Ed Io mi lascerò trovare da
voi” (Profeta Geremia ). C’è una condizione per realizzazione questa promessa: ascoltare
il desiderio di Dio presente in tutti. Un ascolto possibile se ci riserviamo momenti di
silenzio, di meditazione e partecipazione con tutto il cuore, la mente e l’anima.
Desideriamo veramente incontrarlo per ascoltarlo? Abbiamo bisogno di conoscere alcune
verità importanti?


L’uomo cerca Dio mentre si fa trovare, ma anche Dio ci cerca, anche coloro che lo
ignorano e non sentono il bisogno di lui. Dio non abbandona nessuno, non rifiuta la sua
presenza neppure ai malvagi. Si prende cura di tutti i suoi figli . Gesù disse: “Il Padre mio
è benigno verso gli ingrati e i malvagi” (Vangelo). Dio, però, vuole con noi una
comunicazione o relazione personale. Almeno per fagli la domanda che da sempre
l’uomo ha in sé: “Mio Dio, oltre la morte c’è la vita eterna? Penso che tutti abbiano
bisogno di questa importante rivelazione o risposta. Comunicare quindi con Dio per avere
anche altre risposte importati, è desiderio di verità.


L’esperienza umana e spirituale di Sant’Agostino ci insegna come ascoltare Dio e avere
da lui stesso la stupenda notizia della resurrezione. Il santo chiese insistentemente a Dio
questa risposta. Fu il motivo guida della sua spiritualità. Sant’Agostino sostiene che Dio
rompe il silenzio e deposita questa risposta nella nostra anima che ha sete di lui. Gesù
stesso alla domanda dell’apostolo Filippo: “Dove andremo noi che non conosciamo la
via?”.

La risposta: “Io sono la vita, la verità, la vita chi crede in me anche se è morto vive”. La
risposta è chiara, resa certa con la sua resurrezione. Ma perché abbiamo tanto bisogno di
conoscere questa verità? Sant’Agostino ci risponde con questa sua preghiera: “Signore
ho bisogno di te, tu sei la mia vita eterna”. Dio è nel tempio della nostra anima e lì che ci
rivela che la nostra vita “sarà mutata, non tolta”. Un messaggio di speranza.

E’ nel tempio dell’anima che dobbiamo sostare con Dio, ci consiglia Sant’Agostino. E’
attraverso l’interiorità e la contemplazione che il Signore ci dice “Non uscire fuori di te,
sta in te stesso; la verità abita dentro di te”. Sembra che Agostino si rivolga all’uomo di
oggi, alienato da se stesso, trincerato nel suo orgoglio, alla ricerca affannosa della sua
identità e gli dica: solo quando ritroverai te stesso, quando riacquisterai la tua umanità
perduta liberandola dalla schiavitù delle cose, potrai sostare con Dio e iniziare già quaggiù
la tua resurrezione.

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