Il coronavirus ci cambierà?

Il coronavirus ci cambierà?

MI pongo in questi giorni terribili, una domanda: questo virus che cosa ci insegna? Ci
insegna che abbiamo bisogno di ricerca scientifica e di educazione socio-sanitaria, di
centri specializzati per i disabili e luoghi di rifugio per chi si trova in difficoltà, di uomini e
donne di buona volontà che siano disponibili a lavorare per il bene comune superando
l’egoismo e la logica del tornaconto personale. E ancora, abbiamo bisogno di uno stile di
vita basato sull’ecologia integrale che sia in grado di stabilire un nuovo e più profondo
legame con la Madre-Terra. Spero che dopo la pandemia la gente sia più cooperante,
solidale, responsabile, umana. Il rischio più profondo che io vedo in questa crisi è di
perdere una grande opportunità di cambiamento. Se non riusciamo a leggere questo
segno come il suggerimento per un mondo nuovo, totalmente diverso da prima, allora le
sofferenze patite saranno vane.
Poche settimane prima di morire nel 1980 Erich Fromm disse: “Che tutti coloro che hanno
un vero interesse per la sopravvivenza dell’uomo, si riuniscano, si consiglino, meditino su
ciò che l’uomo deve fare e per quali scopi l’uomo deve avere coraggio. Credo che la cosa
più importante sia: il coraggio di essere se stessi, il coraggio di dire che per l’uomo non c’è
nulla di più importante dell’uomo stesso e della sua stessa sopravvivenza, non solo
biologica ma spirituale, perché ciò non può essere diviso. Sé l’uomo non ha più speranza,
allora non ha più possibilità di vivere”. Sono parole dure, ma vere. Per troppo tempo
abbiamo messo al primo posto l’economia, il progresso, l’avventura insensata di un
guadagno facile a scapito della salute e della qualità interiore di ogni persona. Parlare di
umanità, di dignità, di attenzione ai più deboli, agli ammalti, gli anziani ed emarginati è
apparso a molti un moralismo retrogrado, un predicozzo di qualche ebete sognatore.

Per l’uomo non c’è nulla di più importante della sua vita. Come vorrei che in questi
giorni, questa affermazione risuoni in noi con un vigore e con una forza spirituale inaudita.
Desidero una vita nuova, per me e per tutte le persone che sono oppresse, che sono nel
dubbio; per le persone sfruttate, abbandonate, che vivono delle briciole di un capitalismo
disumano. Desidero che ci sia attenzione per tutti i bambini che non hanno famiglia, per
chi vive per strada e dorme sui marciapiedi, per chi abita nei tuguri, per gli alcolizzati, i
drogati, gli anziani abbandonati negli ospizi. Non voglio ritornare alla “vita di prima”. Voglio
una vita nuova, rinnovata dall’amore e dalla compassione. Voglio che dopo questa grande
prova la nostra anima sia purificata e cerchi di Dio che si fa trovare. Il vuoto di Dio ormai è
insopportabile…

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