Girare su sé stessi

Girare su sé stessi

Caro amico lettore, cerco sempre di tenere presente l’insegnamento dello scrittore
Camus, ogni volta che mi trovo davanti a una novità nella vita. L’abitudine uccide la
creatività, pur dando, in apparenza, la sicurezza del risultato. Il nuovo, lo
sconosciuto e l’incerto, spaventano, anche se potrebbero portare a grandi passi
avanti. Lo vedo spesso quando parlo con persone che non vogliono fare nuove
scelte. Girano su loro stesse, non imparano la sottile differenza tra tenere una mano
e incatenare un’anima; non apprendono che l’amore non è appoggiarsi a qualcuno e
che fondersi tra la gente non è sicurezza, perché si rischia persino di perdere sé
stessi. Girano su loro stesse e non sanno buttare lo sguardo verso l’orizzonte del
futuro per scorgere almeno un miraggio che spacchi immagini sempre uguali,
ripetitive. Girano su loro stesse e ripassano nella loro mente gli eventi, i
ricordi del passato e ritengono il tutto un romanzo unico e inedito da
possedere. Piace il coraggio di scendere dalla giostra, di smettere di girare sempre
su noi stessi e andare verso un futuro diverso. Ogni giorno offre qualcosa di nuovo:
un incontro, un fiore che sboccia, un bambino che corre, un anziano che ti osserva.

Caro amico lettore, sono in molti a parlare di cambiamento, a immaginarlo, convinte
che nella loro testa ci siano idee, progetti, sogni, ma si tratta solamente di un modo
per ingannare loro stessi, fantasticare, immaginare di togliere la patina
dell’abitudine dalle loro menti. La vita che portano appresso è una specie di zaino
che si sono trovati addosso e non vedono l’ora di scaricare. Sono persone che
attendono ai comuni doveri ogni giorno: le incontri per strada allo stesso orario,
frequentano il medesimo bar ogni mattina, leggono il solito giornale, vanno dal
parrucchiere una volta al mese e alcuni in chiesa tutte le domeniche. Girano sulla
giostra, vivono in un mondo chiuso e disapprovano le persone attive, diverse da
loro. Non sanno scegliere, appassionarsi di ciò che li circonda. Nella loro agenda
mentale è appuntato ciò che hanno fatto ieri, quello che devono fare oggi e anche
domani. Il loro motto: “Non c’è niente di nuovo sotto il sole”.

Ti chiederai se in queste persone c’è almeno un campanello d’allarme, quello della
noia. Magari esiste e suona, ma non lo ascoltano. Si sono abituate a vedere soltanto
i tratti esteriori della loro vita. Il resto non conta, anzi sono affezionati a un insieme
di comportamenti monotoni, ripetitivi. Ciò che più stupisce è che si sentono
originali, avveduti, prudenti, perfetti. Infatti fanno sempre le stesse cose per non
sbagliare mai. Sono persone “programmate”: si alzano e con meticolosità si fanno
la doccia, la colazione, escono di casa sempre alla stessa ora, fissano sul
calendario i giorni della visita ai parenti vivi e morti, prendono il pane dall’amico,
salutano il barista e ordinano il caffè macchiato, occupano il solito posto sulla
panchina dei giardinetti. Una vita che quasi è un rito liturgico. Si lasciano vivere.
Vecchi della quarta età? Macché, persone di ogni età. Dimenticavo che queste
persone programmate esistono, ma non vivono. Che differenza c’è? Che gli oggetti
esistono solamente, mentre alle persone esistere non basta.
In realtà, queste persone sulla giostra della vita vi restano volentieri per tutto il
tempo che stanno quaggiù. C’è chi pensa che basterebbero eventi straordinari per
scuoterli. Non ne sono convinto, la loro serenità sta nella ripetizione dei gesti, delle
parole, dei pensieri. E nel vivere senza lasciare in questo mondo nessun segno se
non il loro nome e cognome sui registri dell’anagrafe. Suggerisce Michail Bakunin
(rivoluzionario e filosofo russo): “È ricercando l’impossibile che l’uomo ha sempre
realizzato il possibile. Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva
loro come possibile, non hanno mai avanzato di un solo passo”. Se sei abbastanza
coraggioso, caro amico, da lasciarti dietro tutto ciò che è ripetitivo, per partire per
un viaggio alla ricerca della novità, sia esteriore che interiore; se sei veramente
intenzionato a considerare tutto quello che ti capita durante questo viaggio come un
indizio; se accetti tutti quelli che incontri, strada facendo, come insegnanti; se sei
preparato soprattutto ad accettare alcune realtà di te stesso veramente scomode,
allora non girerai su te stesso, cambierai…

Certo per cambiare occorre rischiare. La persona che non rischia nulla e non fa
nulla non ha niente e non è niente. Solamente una persona che ha il coraggio di
rischiare è libera. Con un certo disprezzo il poeta Johann Wolfgang Goethe,
afferma: “Un uomo che si vanta di non cambiare mai opinione è uno che si impegna
a camminare sempre in linea retta, un cretino che crede all’infallibilità. In realtà, non
esistono principi, ci sono soltanto avvenimenti; non esistono leggi, ci sono soltanto
circostanze: l’uomo superiore sposa gli avvenimenti e le circostanze per guidarli”.


Caro amico, la vita è un costante cambiamento. Quando qualcosa entra nelle nostre
vite, dunque, usiamolo bene e quando è il momento lasciamolo andare. Possedere
qualcosa non significa averlo per sempre. Siamo solamente dei custodi temporanei
di molte cose ed è destino che esse arrivino, restino e poi se ne vadano. Ciò sta a
dirci che non possiamo rimanere sulla giostra, girare su noi stessi, rimanendo fermi
nel nostro piccolo mondo mentale per difenderci da qualsiasi evento, incontro o da
ciò che ci circonda. Sulla giostra della vita troverai i sognatori, i sedentari gli
insoddisfatti, i dipendenti, i gregari, gli sdraiati che girano su loro stessi, non hanno
il coraggio di cambiare.

No Comments

Post A Comment