COSCIENZA

COSCIENZA

L’ordine interiore prepara e custodisce quello esteriore

Essere prudenti significa mettere ordine nei nostri pensieri perché le azioni che
seguono siano in linea con la nostra identità. Educarci alla prudenza quindi serve per
affrontare le situazioni di ogni giorno, essere saggi e non commettere leggerezze a
volte irrimediabili. La persona saggia si chiede: “Come devo agire e quando?” “Forse è
meglio rinunciare?”. Domande caute e necessarie, che dobbiamo porci per scegliere
consapevolmente il corso delle nostre azioni.


Esercitare prudenza significa riflettere sulla realtà, dare alla stessa una la lettura
preventiva, verificare le situazioni senza lasciarsi andare alle emozioni, agli stati mentali
confusi, a incertezze che impediscono un’osservazione obiettiva. Saper aspettare con
pazienza vale, non prendere decisioni affrettate conta. La stessa mente ha bisogno, in
alcuni momenti, di una sosta per essere in grado di ponderare le scelte e valutarne le
conseguenze.


Bisogna regalarsi un pensiero affettuoso, un pensiero completo per mente, sentimenti e
azioni, scavando nel profondo per capire qual è l’obiettivo ultimo e come vogliamo
raggiungerlo. La stessa paura sovente compromette la chiarezza valutativa o la
coscienza e quindi le azioni che mettiamo in atto. Affferma Massimo Gramellini:
“Smetti di chiedere agli altri l’amore che non riesci a darti da solo, altrimenti
continuerai a incontrare soltanto persone che non te ne sapranno dare”.

La prudenza e la libertà operano insieme. Non possiamo agire senza sentirci liberi,
“leggeri interiormente”. Lo richiede la coscienza per agire con tranquillità. La prudenza
è un “abito interiore” che una volta messo ci accompagna in tutte le decisioni e i
comportamenti. Rimane in noi un modo di pensare particolare che si forma attraverso il
tempo, una predisposizione a scegliere il bene nostro e degli altri. Ne consegue che
questo particolare “sentimento” implica una maturità affermata che crea azioni sagge,
senza dover ogni qualvolta soffermarci sulle stesse domande. Questa virtù diventa una
costante della mente che qualifica il nostro agire.

Uso la parola “sentimento” a proposito delle virtù della prudenza per indicare che non
stiamo parlando di stati emotivi impulsivi e transitori, ma di un’esperienza che ha
carattere di continuità, un “habitus” appunto per descrivere l’agire virtuoso. La prudenza
pertanto è un valore in quanto favorisce in noi un “impianto mentale”, la capacità di
seguire la ragione nella propria condotta di vita e di agire secondo un criterio di
prudenza ed equilibrio. Attenzione però: non si deve confondere la saggezza con la
conoscenza. La saggezza non nasce da occhi che studiano, ma da occhi che vedono;
non nasce dalla concentrazione, bensì dalla consapevolezza o coscienza di noi stessi.

C’è dell’altro? Sì. Desidero passare in rassegna le immagini più ricorrenti con cui la
prudenza è stata scolpita e dipinta. L’iconografia è sostanzialmente una, pur con
diverse varianti sul tema di fondo. La prudenza è stata dipinta o scolpita raffigurando
una donna che si guarda allo specchio: dunque, una persona intenta e disposta alla
conoscenza di sé non è avventata, non è inconsapevole. Una donna che vuole
conoscere la sua immagine esteriore e andare oltre, compiere un percorso dentro della
propria vita, perché le sue decisioni e i suoi sogni siano congruenti con la sua identità o
immagine interiore.

La donna allo specchio quindi indica che la prudenza consiste nella ricerca di senso e
di orientamento, esplorazione. La figura femminile che rappresenta nell’arte la
prudenza favorisce quei comportamenti che qualificano il presente e sono semi di
futuro, germi di scelte e di progetti. La persona prudente non è dunque passiva, ma
capace di attivarsi, rischiare, mettere le risorse a disposizione, ispezionare le sue
qualità profonde per investirle. Mi piace ricordare che questa donna che nell’arte
raffigura la prudenza, è seduta e pensa. Ci suggerisce dunque che ogni scelta e azione
vanno pensate e valutate in uno stato di inattività fisica e di attività mentale.

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