COME COMUNICARE

COME COMUNICARE

Non ci è mai capitato di volere qualcosa ma di non averlo detto per un qualsiasi motivo e
poi pentircene? È successo, purtroppo. Ogni anno, per esempio, la scelta di dove passare
le vacanze con tutta la famiglia – al mare, in montagna o campagna – mette la famiglia in
condizione di confrontare i propri desideri. Sembra facile: lo è davvero? In un contesto in
cui la comunicazione è esplicita, diretta, basterebbe uno sguardo per capirsi. Forse
accade qualche volta, ma, siamo realisti, la quotidianità è un’altra cosa, soprattutto quando
si tratta di soddisfare aspirazioni diverse.

Abbiamo presente le bocce? Fare proposte equivale a lanciare il boccino. Gli altri
dovranno seguirci nella parte di campo a noi più favorevole. Proporre è un atto di
responsabilità, diretta conseguenza dell’avere chiaro in testa ciò che vogliamo ottenere.
Proporre ci garantisce quantomeno la tutela dei nostri bisogni. Perché non facciamo
proposte, non facciamo il primo passo e aspettiamo che sia qualcunaltro a fare la prima
mossa? Perché non pensiamo che essere prudenti ci dia un vantaggio strategico.
Avanziamo le diverse proposte e troviamo un compromesso. Solo se le idee sono messe
a confronto è possibile un’intesa. Pensare che gli altri siano sempre d’accordo con la
nostra proposta è almeno imprudente e causa di incomprensioni e litigi. Eppure, nel
quotidiano, pochi azzardano proposte. Ci diciamo timidi, complessati, incapaci nel
confronto. O semplicemente rinunciatari. Come mai?

Emergono tre ragioni; non sono le uniche, ma le più ricorrenti: si ha paura di scoprirsi
oppure si ha paura di essere giudicati oppure ancora si teme la reazione degli altri. La
negoziazione non è un bluff, per quello c’è il poker. Soffocare i nostri bisogni è una
pessima strategia. Ciò che non comunichiamo rimane sospeso, ma poi verrà a galla, nel
modo sbagliato e nel momento meno opportuno. La prudenza suggerisce di esprimerci
con tatto e moderazione, lasciando modo anche agli altri di esprimersi.

Se speriamo di ottenere di più lasciando che siano gli altri ad avanzare le loro proposte, ci
illudiamo abbandonandoci a una pericolosa trappola mentale. Nella maggior parte dei casi
resteremo delusi, insoddisfatti. Se poi si tratta di trovare un compromesso fra persone che
vivono insieme, spesso si sente dire, da parte di lui o di lei: “Non lo sapevo, non me l’avevi
detto” e il risentimento è duplice, da parte di entrambi. Addio prudenza!

Può darsi, a volte, che non abbiamo chiarito dentro di noi i nostri bisogni. Siamo quindi
confusi e, di conseguenza, annaspiamo, non prendiamo l’iniziativa. Diamoci pure tempo
per fare chiarezza. Può anche succedere che alcuni desideri ritenuti irrinunciabili siano
sostituiti da altri, meno difficili da realizzare e maggiormente condivisibili dai famigliari o
amici. Occorre però, allora, comunicare agli altri con tatto e saggezza, specie se si tratta di
scelte importanti. Raduniamo pertanto le persone che devono condividere le nostre scelte
e mettiamole a conoscenza, senza temere il confronto. La prudenza suggerisce di non
sovrastare gli altri. In famiglia, inoltre, anche le richieste dei bambini vanno accolte,
valorizzate. Penso proprio che l’esercizio alla condivisione delle proposte sia da esercitare
ovunque. La persona saggia e prudente rispetta i pareri altrui, sa che ogni scelta deve
essere pensata, verificata e proposta in termini non vincolanti.

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