Capacità “di misura”

Capacità “di misura”

Il principale attributo della persona saggia consiste in un atteggiamento di meditata cautela, di prudenza di
fronte alle varie situazioni della vita. Non a caso, nella cultura latina e in quella greca, si sviluppò il concetto
filosofico di misura: da impiegare nelle arti, nelle relazioni, nei giudizi. Il prudente adotta la giusta misura
nei suoi pensieri. Frena, in parte, l’immaginazione che trascina la mente a desiderare l’impossibile.
Dobbiamo mettere il morso alla nostra mente che spesso è come un cavallo bizzarro e chiederci sempre
quanto obiettivamente vediamo la realtà.


I latini, erano soliti dire che “in medio stat virtus”, cioè che la virtù sta a metà tra due poli opposti. Anche
questo saggio consiglio, come tutto, non deve sempre essere applicato o rischiamo d’imbrigliare la vita in
schemi rigidi e ripetitivi, che deprimono più che dare ordine e qualità alle nostre scelte. Non va mai persa
quell’energia creativa che stimola, orienta alle scelte coraggiose e ha origine nell’osservazione della realtà e
delle possibilità. Non sempre ciò che avvantaggia la nostra vita risulta comprensibile, in questo caso, la
persona prudente sa valutare attentamente le azioni che mette in atto.

In una società ansiosa e frenetica come la nostra, è facile che il concetto di prudenza sia confuso con
l’ossessione di “gestire tutto”. Un atteggiamento che non conduce alla saggezza, ma all’iper-controllo,
quando la vita cessa di fluire in modo spontaneo, soprattutto in ambito amicale e sentimentale, quando
stare coi piedi per terra è più necessario. Infatti la “misura” del nostro agire ci è indicata dall’osservazione
della realtà di cui siamo artisti, costruttori e organizzatori prudenti. Spesso siamo carenti in questa verifica
della realtà, ci fidiamo maggiormente dei nostri pensieri che possono farci perdere la “misura” delle azioni
o si mette in atto un controllo eccessivo delle stesse.

La persona iper-controllata è lontana dalla realtà, non fa scelte fuori dall’ordinario, mai gesti fatti solo con il
cuore; limita le sue idee e le spegne. La realtà con cui siamo a contatto spesso ci mette di fronte a situazioni
complesse, nelle quali occorre mettere in campo leggerezza e flessibilità. Ma chi controlla tutto non ne vuol
sapere e tira dritto, perdendo occasioni preziose o facendo soltanto danni. Mi scrive Marica una donna di
quarantadue anni: “Tutto ho sotto controllo da molto tempo, vivo nello spazio ristretto della mia mente,
m’infastidisco di tutto ciò che mi circonda. Sono in un immobilismo assoluto”. Marica, non manifesta solo
un’eccesiva prudenza nell’esprimere sentimenti ed emozioni, ma solo vuole rimanere chiusa in se stessa.
Chiuderci in noi stessi non può che inaridirci, oltre che far sentire le persone vicine meno amate e, alla
lunga, compromettere i nostri rapporti. Inoltre, l’eccesso di cautela ci impedisce di cogliere le sfumature
relative alle diverse situazioni, inducendoci a ritenerle tutte uguali. Bisogna capire quando è richiesto un
certo controllo e quando invece bisogna mollare gli ormeggi. Teniamo presente che ci sono occasioni che si
presentano una volta sola. Di solito sono le più importanti.

La persona prudente è sufficientemente creativa, valuta il rischio, vuole rinnovarsi per non lasciare cadere
nel nulla un incontro importante o una decisione da prendere subito. Penso che in ogni nostra azione e
comportamento serva una prudenza saggia senza controllo eccessivo e senza libertà assoluta. La persona
che non adotta una prudenza di “misura”, rischia di commettere errori per eccesso o per difetto. Basta con
le affermazioni: “Se lo avessi saputo non mi sarei comportato così!” O “con il senno di poi avrei fatto
diversamente”. Come sottolinea il paremiologo Carlo Lapucci: “Il proverbio “del senno di poi son piene le

fosse, un detto popolare diffuso per dire che tutti sanno cosa si sarebbe dovuto fare quando le cose sono già
avvenute”. Una giustificazione inutile.

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