Autenticità e coraggio

Autenticità e coraggio

Veniamo al mondo con la tendenza a stare e a muoverci verso la relazione. Anzi è proprio
l’entrare in contatto con l’altro che ci permette di esplorare, conoscere, crescere.
Tessendo relazioni, non facciamo altro che adattarci creativamente all’ambiente in cui di
volta in volta abitiamo, cercando di trovare, nel contatto con l’altro, corrispondenza ai
nostri bisogni fondamentali: il bisogno di essere accolti e accettati per quello che siamo, di
essere stimati e considerati, di non essere giudicati e di sentirci liberi interiormente, il
bisogno di essere amati incondizionatamente.


Il mancato appagamento di questi bisogni causa la paura di non valere agli occhi dell’altro,
di non essere all’altezza, di essere giudicato, di essere emarginato, la paura di non essere
amato. Per questo, fin da bambini, spesso, per essere accolti dagli altri, cerchiamo di
trovare una sorta di “accomodamento” alle aspettative, alle norme, ai modelli culturali
esterni. Ci adattiamo all’ambiente che ci circonda negandoci la spontaneità o autenticità.

Per essere più rispondenti al contesto tendiamo a essere “troppo” a favore dell’ambiente e
a volte ci “svendiamo” a impersonare chiunque sia necessario essere in quel momento,
indossando una maschera e cambiandola in base alle attese, ai tornaconti e alle
aspettative nostre e altrui.

Ma indossare più o meno consapevolmente una maschera impone una serie infinita di
contraddizioni, come la menzogna e la dissimulazione. Le quali vanno a infettare ancora di
più la ferita che cerchiamo di coprire con la maschera. Il senso di colpa e il senso di
vergogna amplificano il sentirci inadeguati, sbagliati o imperfetti. Il malessere e il disagio si
insinuano nella nostra vita e potrebbero arrivare a cronicizzarsi.

Rimuovere la maschera per ritrovare la nostra autenticità diventa indispensabile per
avviare un percorso di cambiamento verso il benessere. Il contatto con la nostra parte
autentica ci guida verso la scelta di esperienze che per noi sono possibili e accettabili e ci
allontanano da quelle che, al contrario, dobbiamo evitare perché portatrici di disagio e
malessere.

Il guardarci dentro, a occhi aperti, cercando di dare un nome a come ci sentiamo,
momento per momento, ci permette di compiere delle scelte autentiche. Ci permette di
decidere di liberarci di desideri, credenze e illusioni che non ci appartengono. Soprattutto,
ci consente di prenderci la responsabilità di non fingere, di non cercare di essere qualcosa
che non siamo.

Già, perché l’autenticità non è una qualità che si ha o non si ha. È qualcosa che va
costruita attraverso le scelte consapevoli che compiamo ogni giorno, come indica
l’etimologia stessa della parola. Il termine autentico, infatti,  deriva dalla parola greca
“authentikós” che vuol dire agire da sé medesimo, colui che ha autorità su se stesso.

Scegliere di essere autentici significa innanzitutto, essere congruenti, ovvero essere
pienamente in accordo con noi stessi, imparando ad agire ascoltando e esprimendo le
nostre emozioni, i nostri bisogni, i nostri desideri, indipendentemente dalle opinioni e dal
giudizio degli altri. L’autenticità richiede, anche e soprattutto, di accettarci
incondizionatamente, coltivando il coraggio di essere imperfetti e vulnerabili.

Accettazione incondizionata non solo verso se stessi, ma anche verso gli altri perché
abbiamo tutti dei punti di forza e di debolezza. Solo in questo modo possiamo avvicinarci
alla comprensione empatica degli altri, cercando di entrare nella realtà dell’altro e di
vederla come la nostra.

Autenticità, quindi, intesa come la scelta responsabile di essere leali e onesti, con se
stessi e con gli altri, come la scelta soprattutto di lasciare che il nostro vero sé sia visibile.
Quando partiamo da noi stessi, dal nostro essere davvero quello che siamo,
profondamente, possiamo attingere alla nostra verità, diventando più sicuri di noi stessi. E
solo allora sarà possibile entrare autenticamente in contatto con l’altro, senza maschere.

Certo è un compito arduo essere autentici in una cultura che ci impone modelli
irraggiungibili che ci mettono a confronto con il dover essere perfetti, adeguati e sempre
all’altezza della situazione. Ma essere autentici significa proprio questo, correre il rischio di
scegliere di essere veri anziché apprezzati. Significa uscire dalla nostra zona di sicurezza
esprimendo le nostre idee, esternando le nostre opinioni, condividendo le nostre creazioni,
pur sapendo che saremmo criticati, attaccati o emarginati per questo.

Perché dietro la nostra maschera c’è una forza costruttiva che non aspetta altro che uscire
fuori. E quando entriamo in contatto con essa, accettandola e riconoscendola, troviamo il
coraggio di prendere la responsabilità della nostra vita, cominciando a cambiare il nostro
mondo e, soprattutto, portando nel mondo la nostra unicità.

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