Un’unione come “prova”

Unione di coppia

Un’unione come “prova”

Un buon numero di coppie, decidono di convivere seguendo la mentalità diffusa che si
riassume nella affermazione “proviamo se va”. Un modo di pensare comune, rischioso
però. Faccio un esempio, se uno volesse fare affari con un socio che non sa che cosa è
un’azienda, i due sarebbero condannati al fallimento. Nella convivenza affrettata accade
qualcosa di simile: è importantissimo che entrambi abbiano la stessa idea dell’amore, cioè
della convivenza, della maturità, della reciproca disponibilità da conseguire insieme. La
convivenza della coppia non è come una macchina in prova che esige verifiche e
sicurezze per l’acquisto. La convivenza di coppia è soprattutto una esperienza di crescita,
quel io e tu tendono a divenire un noi, senza ledere la identità di ognuno. Di qui alcuni
suggerimenti.

L’amore è conoscenza

La coppia fin dall’inizio deve voler costruire una relazione solida, autentica. L’esempio
evangelico suggerisce che ogni vita regge se è costruita sulla roccia, non sulla sabbia.
Vale pure per la coppia. La conoscenza di sé pertanto è essenziale per apprender e
distinguere le manifestazioni affettive se sono autentiche o inquinate dall’egoismo. Ne
consegue la necessità di verificare i propri atteggiamenti egocentrici che difficilmente si
ammettono, mentre si è pronti a scorgerli nel partner. Dopo i primi mesi di convivenza se
non si è fatto un lavoro di autoanalisi che porta a conoscersi è difficile intendersi anche
nelle normali richieste o confronti. Nascono pertanto incomprensioni, ritorsioni che spesso
portano a pensare di aver scelto la persona sbagliata.


L’amore è sentimento

Si può pensare all’amore come a un tripode, che ha come punti di appoggio: i sentimenti,
l’intelligenza e la volontà. L’amore dev’essere accompagnato da sentimenti profondi, da
emozioni positive che si ripetono attraverso lo stare insieme, comunicare, unire i propri
corpi sessualmente come dono reciproco. L’intelligenza alimenta i sentimenti, le
personalizza e conferisce al rapporto una identità esclusiva: lui ama quella donna, lei ama
quell’uomo. Così pure la volontà nell’amore è trainante, vuole il bene dell’altro, dell’altra.
L’amore non è quindi riducibile a un gioco, è invece un movimento psichico che mette in
azione diverse facoltà interiori. Afferma lo scrittore Jim Morrison: “È in questo che consiste
il vero amore: lasciare che una persona sia ciò che davvero è”. E desiderarla così com’è.

L’amore è maturità

Esistono alcuni parametri o presupposti di maturità necessari nelle persone che decidono
di vivere insieme. Quali? Il sapere prendere le decisioni in funzione delle proprie
conoscenze, la capacità di essere se stessi, di coltivare il buonumore, di essere sensibili,
solidali. Sapere pure essere pazienti, affrontare i problemi, la fatica, il controllo delle
emozioni. Rilevo spesso che l’immaturità di lui, di lei o di entrambi sono essenziali per
alimentare la reciproca stima. Un uomo non ama la sua donna solo perché è bella, vuole
che ci siano in lei alcune qualità umane importanti, l’intelligenza, l’intraprendenza. Così
pure la donna, non ama l’uomo affermato nel lavoro, nell’immagine che si è costruito nel
contesto sociale, ma vuole accanto a sé una persona attenta, sensibile, affettiva. Una
convivenza dove uno dei due è immaturo può anche continuare, come può continuare
anche se ambedue sono immaturi. In che modo? Lascio al lettore la risposta.

L’amore è rispetto

La convivenza affrettata spesso si trova a dover affrontare modi di relazione irrispettosi.
Mi trovo di fronte a giovani coppie che non si risparmino insulti, parolacce, gesti offensivi.
Abitudine o maleducazione? Credo che si sia un insieme di volgarità e violenza verbale e
comportamentale deludente. Il rispetto reciproco è basilare nella coppia, non s’improvvisa
durante la convivenza. Se durante il fidanzamento non prevale il rispetto nelle parole e nei
comportamenti, la convivenza è impossibile. La coppia già all’inizio della convivenza non
può disattendere alla reciproca stima che si manifesta nelle parole, ma soprattutto nei
comportamenti. Il rispetto reciproco promuove la fiducia, l’intesa, la condivisione delle
scelte. Il rispetto reciproco è l’omaggio autentico dei partner che si scambiano, la loro
bellezza interiore. Sia lui e che lei devono essere delicati, eleganti sensibili,
complimentosi.

L’amore è esperienza

Un periodo di rodaggio ci vuole, in cui ci si conosce in quelle parti negative dell’io spesso
tenute nascoste e che poi entrano improvvisamente a turbare la convivenza. Umanamente
è comprensibile che si nasconda quella parte di sé che disturberebbe il rapporto di per sé
fragile all’inizio. Papa Francesco afferma: “La convivenza è un’arte, un cammino paziente,
bello e affascinante, ma che riserva sempre sorprese d’ambo le parti”. Quali? Soprattutto
le abitudini apprese in contesti famigliari diversi: le passività, le omissioni, le pretese…E
quello scadente impegno giornaliero a rendere felice il partner. Un impegno faticoso
perché l’egoismo lo portiamo appresso e ci suggerisce solo il proprio tornaconto. Mi piace
associare l’amore all’esperienza; del resto tutto s’impara ad apprendere attraverso il
tempo e i vissuti insieme: i vissuti e esperienze, uniscono maggiormente delle parole.

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