Una tolleranza intelligente

Una tolleranza intelligente

Pensaci Su…
2014-05-29 07:36:05

Mai come in questo momento è necessaria un’intelligente tolleranza, un pregio di chi sa vivere con gli altri, senza divisioni e opposizioni radicali e polemiche sprezzanti
Mai come in questo momento è
necessaria un’intelligente tolleranza, un pregio di chi sa vivere con gli
altri, senza divisioni e opposizioni radicali e polemiche sprezzanti. Alcune
ricerche hanno evidenziato che le persone tolleranti coltivano sentimenti
democratici e prediligono azioni concrete, piuttosto che arrampicarsi sui vetri
con analisi, deduzioni e contro deduzioni.  Tra costoro vanno annoverati i riformatori che
s’impegnano a modificare i comportamenti e a far evolvere le persone attraverso
l’educazione, la pazienza, la gradualità degli interventi. In politica il
tollerante sostiene idee liberali, sa leggere la storia individuandone i
cambiamenti e le molteplici possibilità d’integrazione. Nei rapporti sociali è
disponibile al confronto e a promuovere cambiamenti. Mostra sicurezza e
determinazione nelle decisioni che non sono mai nascoste all’altro, anche se
risultano diverse.

  

Tutto ciò favorisce la
tranquillità e quello stile di accoglienza che entusiasma e piace. In realtà
l’individuo tollerante gioca il ruolo di attore sociale, attraverso l’esercizio
della discrezione, dell’equilibrio, della saggezza. Risulta quindi simpatico
per le sue qualità umane di ricercatore di novità, di soluzioni positive, perché
considera le vicende umane relative, transitorie. Non si fissa su alcuni schemi
mentali statici e non ha la pretesa di trasferirli nella mente altrui. E’
paragonabile ad un giocatore che punta sulla vittoria, anche se non esclude la
sconfitta. O se vi piace di più, assomiglia ad un volatile che si ferma un
attimo per riposarsi e poi riparte e non sa cosa lo aspetta…

  

La tolleranza è senz’altro un
pregio appetibile che abbellisce la mente e la rende dinamica, entusiasta,
operativa. Si forma questo sentimento in ambienti familiari e sociali in cui
vige la fiducia nell’altro, la solidarietà, la condivisione. La scuola, ad
esempio, trasmette agli alunni pensieri, giudizi, impressioni che possono avvantaggiare
o ostacolare questo valore. Così pure i mass media hanno il potere di unire le
persone o di dividerle con radicalismi e massimalismi inutili, come se fossero
“rivelazioni divine”. Esiste una cultura massimalista che presenta le persone
drasticamente diverse tra di loro, non lasciando alcuno spazio di intesa e
confronto.

  

Giorgio Gaber cantava:
“destra, sinistra, destra sinistra”, per poi concludere con un solenne e
enfatico: basta!  Basta con gli schemi
obsoleti, ripetitivi! Attenti però, che la tolleranza non va confusa con il
permissivismo che pone le persone in un rapporto anarchico. Il tutto giusto e
il tutto lecito non danno al confronto la possibilità di una reciproca intesa.
La tolleranza, non va nemmeno confusa con il soggettivismo che lascia le
persone vicine e lontane nello stesso tempo. Il soggettivismo annulla la
partecipazione, l’intesa.

 

 Esiste purtroppo anche un soggettivismo di
gruppo, di partito, di classe sociale che non lascia spazio alla
partecipazione, all’intesa. Il narcisismo personale e quello di gruppo, negano
la partecipazione, il dialogo, la collaborazione. Spesso, ci riempiamo la bocca
con il termine democrazia: ma quale democrazia se manca l’intesa, il rispetto,
la condivisione delle scelte, il bene comune? 
Credo che si sia stancato anche il Padreterno di queste divisioni, opposizioni,
polemiche a buon mercato. Anche se lui, sono sicuro, ci guarda e ride, mentre
si chiede: “Non li ho fatti tutti a mia immagine e somiglianza? Accidenti come
sono cambiati!”.

 

 

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