Una ricetta utile per Renzi

Una ricetta utile per Renzi

L’opinione di Don Chino
2014-03-02 10:37:47

Da più parti si va dicendo che Matteo Renzi farà un taglio alla spesa pubblica. Ho una domanda: è disponibile Renzi e il suo governo a sforbiciare i blindati compensi dei politici, giudici, funzionari governativi, pensionati eccellenti ?
Da più parti si va dicendo che Matteo Renzi  farà un taglio  alla spesa pubblica. Ho una domanda: è disponibile Renzi  e  il
suo governo a sforbiciare i blindati compensi dei politici, giudici, funzionari
governativi, pensionati eccellenti ?  Farà una “radiografia economica” a chi ha
accumulato beni per sé, per figli, nipoti e pronipoti? E’ a questi epuloni dello Stato che va fatta una intelligente
sforbiciata…  Se non vorrà Renzi
chiamarla patrimoniale, la chiami “livella
economica”. Togliere soldi alla sanità, all’assistenza, ai servizi pubblici essenziali per il cittadino è davvero uno scandalo
intollerabile, una strategia politica già da tempo subita. I poveri assistiti
negli ospedali e nelle strutture sanitarie non vanno penalizzati, sono già messi male. Lo sguardo sia messo
sui nababbi, su quelli che hanno
accumulato tanti beni con la loro onorabilità e prestigio politico.  Ciò permetterebbe, in parte, di dare a tutti
la possibilità di avere il necessario per vivere. Ridurre la spesa pubblica è  una manovra politica difficile che non entra nei parametri cognitivi del benestante. Il patrimonio è suo e guai  a chi  glielo
tocca. Non vale  con i benestanti il
principio della  giustizia che suggerisce
una società dove il povero debba convivere con il ricco. Peggio ancora è
chiamare alcuni epuloni dello Stato
disonesti, convinti, come sono, che la loro fortuna economica sia meritata.  Nella nostra società è disonesto solo chi ruba
soldi e beni all’altro, non chi si fa un patrimonio economico attraverso le
cariche statali che occupa o ha occupato.  La cupidigia, l’avarizia, legittimano
qualsiasi ricompensa. Per molti di questi servitori (lapidatori) dello Stato, s’addicono
i versi poetici del Giusti : “Io credo nella Zecca onnipotente – e nel figliolo
suo  detto zecchino – nella cambiale e
nel conto corrente”. Portafogli che si aprono con una spontaneità e cupidigia poco democratica. Fiumi di assegni, piogge di versamenti, diluvi di banconote,
casse, cassieri, tesori e tesorieri. Insomma, il denaro dato ed estorto  viene solennemente documentato sulle prime
pagine dei giornali. M’infastidisce
ascoltare chi si scandalizza per la disonestà o ingiustizia altrui ed è compiacente con la propria.  Noi cittadini comuni siamo stati educati  a ritenere  normale, “giusto” che il cittadino che conta  nella nostra società riceva compensi economici
da capogiro. Si tratta di una persona che occupa posizioni di responsabilità e
prestigio, è deve essere onorato nel portafoglio. Ora, finalmente, ci stiamo svegliando  e ci chiediamo: come mai un lavoratore
percepisce uno stipendio di mille euro
mensili, mentre un funzionario dello Stato prende gli stessi soldi in un solo giorno?  Il denaro non va demonizzato, serve, ma serve
a tutti per vivere.  Se procurarsi soldi
e beni è lecito, fa parte della intraprendenza e attività umana, legittimare la
disuguaglianza  è egoismo, vigliaccheria,
ma soprattutto è rubare il necessario ai più poveri. Se per essere qualcuno in
questa società occorre avere soldi, beni, la strada maestra da seguire per
questi “dei” appollaiati sul monte dei loro capitali è quella del taglio. Tagliare una buona parte del loro dovuto di oggi e di ieri,
considerare le loro prestazioni politiche e sociali, simili a quelle di
qualsiasi cittadino che lavora ogni giorno per il bene economico della nostra
società.  Ho un richiamo forte  per  coloro che si arricchiscono ingiustamente.  Sappiano che una visione prettamente economica
della vita, non li avvantaggia: paralizza la vita sociale, fomenta la
delinquenza, mette a rischio la loro incolumità, ma soprattutto squalifica
quella dignità e moralità che ha sorretto le società nel loro sviluppo.  Matteo Renzi  e il suo governo, riduca la spesa pubblica
mettendo mano alle pensioni d’oro, alle retribuzioni faraoniche a carico dello
Stato, al costo della giustizia,  ai
costi per mantenere servizi pubblici che
non funzionano: carceri, scuole, tribunali, strade. I cittadini attendono
questa rivoluzione sociale, poi il resto.

 Don Chino Pezzoli

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