QUEL PICCOLO MONDO DI IERI : La pettinatrice

QUEL PICCOLO MONDO DI IERI : La pettinatrice

L’opinione di Don Chino
2019-02-06 15:39:09

“I ricordi che ci riportano nel passato hanno qualcosa
da suggerirci, da insegnarci. Conservano esperienze, desideri raggiunti, ideali
che solo il futuro ha potuto accertare. Nel mio piccolo mondo di ieri, povero
di cose e ricco d’umano, ho conosciuto persone, vissuto fatti che hanno
lasciato in me il desiderio di correre verso il futuro con in mano la fiaccola
accesa.”
Don Chino
Pezzoli

LA
PETTINATRICE

Nei primi decenni del
Novecento nel nostro Paese c’erano i barbieri  
per curare barba e capelli degli uomini, non esistevano parrucchiere
delle donne.  Eppure, anche le donne di
quel tempo, soprattutto in visione di feste o circostanze particolari
(matrimoni, battesimi) desideravano presentarsi con i capelli ordinati, ben
pettinati. Si rivolgevano allora alla pettinatrice, una sorta di parrucchiera a
domicilio.

La pettinatrice si recava
nelle case delle donne che richiedevano il suo intervento e “pettinava” i
capelli con un pettine a denti strettissimi che permetteva di portar via la
forfora e le altre impurità. I lunghi capelli delle donne che non venivano mai
tagliati, dopo essere spazzolati e pettinati, intrecciati, venivano raccolti in
una crocchia sulla nuca per formare il famoso “chignon”.

Le donne dei primi decenni
del secolo scorso, usavano pettinarsi quasi tutte allo stesso modo:
scriminatura centrale, trecce e chignon. Le giovani
donne invece portavano i capelli sciolti. La pettinatrice oltre al pettine e la
spazzola usava altri strumenti: forcine di osso e di tartaruga, ferretti. Una
caratteristica particolare delle pettinatrici era di essere a conoscenza di
ogni singolo fatto riguardante le sue clienti.

La pettinatrice non aveva
molte clienti, la maggior parte delle donne si sistemavano i capelli con
l’aiuto di qualche donna in famiglia. 
Per mantenere le clienti faceva di tutto: apprezzava le sue clienti con
espressioni che le avvaloravano, raccontava aneddoti, pettegolezzi e storie
sentite dalle clienti.

La pettinatrice è rimasta
nei racconti popolari, ma soprattutto in alcuni scritti letterari dove viene
ricordata mentre frugava nella chioma sparsa, pizzicava bande di capelli,
attorcigliava, ficcava spille dalla capocchia, ogni tanto lucidava, disfaceva,
ricominciava, faceva treccine, acconciature pompose o semplici trattamenti
contro il diradarsi dei capelli, strofinava l’aglio sulla cute “per uccidere il
verme” che li fa cadere, li ungeva con oli e aromi naturali. 

Una vera artista che le
anziane ricordano, capace di dare un tocco di ordine e di bellezza ai lunghi
capelli delle donne che nei giorni di festa con una nidiata di figli
transitavano per le strade del paese sfoggiando la loro chioma.

L’arte della pettinatrice
consisteva nell’abbellire la chioma con bravura e di apprezzare non tanto il
suo lavoro, ma il risultato che otteneva, ammirando e lodando le clienti specie
quelle che ci tenevano a distinguersi dalle altre. Un modo anche per riconoscere
la sua abilità e lavoro e farsi pubblicità tramite le sue clienti. sempre
pronte a riconoscere la sua bravura nel riordinare la chioma e nel diffondere

Le notizie nuove, vere o
false, poco interessavano in quei tempi in cui i fatti raccontati ravvivavano
le giornate sempre uguali. Non si pensi che le nuove riguardassero fatti
nazionali, meno che meno quelli internazionali, la pettinatrice, di solito, era
informata delle notizie del paese o paesi vicini: malattie, morti, fidanzamenti
e nascite.

Non mancavano le
informazioni sulle vedove del paese (allora erano tante) che dovevano sfamare i
figli e su qualche zitella che si accasava con un vedovo. La chiacchierata si
concludeva con la solita espressione: “Quello che Dio vuole non è mai troppo!”.
 Dimenticavo di dire che i capelli di
tante donne non venivano nemmeno sfiorati dalla parrucchiera, queste si li
lavavano, asciugavano e pettinavano da sole o con l’aiuto dell’amica. La tinta
dei capelli allora cambiava solamente con l’età, non lo stile della pettinatura
che prevedeva sulla nuca uno o due chignon o una o due trecce pendenti lungo la
schiena o il seno. Mia mamma era orgogliosa delle sue trecce, conservo di lei
una foto accanto a mio padre il giorno del matrimonio.

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