QUEL PICCOLO MONDO DI IERI I mezzi di comunicazione

QUEL PICCOLO MONDO DI IERI I mezzi di comunicazione

“I ricordi che ci riportano nel passato hanno qualcosa da suggerirci, da insegnarci. Conservano esperienze, desideri raggiunti, ideali che solo il futuro ha potuto accertare. Nel mio piccolo mondo di ieri, povero di cose e ricco d’umano, ho conosciuto persone, vissuto fatti che hanno lasciato in me il desiderio di correre verso il futuro con in mano la fiaccola accesa.” Don Chino Pezzoli

Mio padre Ernesto nato nel 1902 mi raccontava: “Sono nato in un piccolo paese della bergamasca. Quando avevo la tua età, dieci anni, nei primi anni del novecento nessuno possedeva l’automobile. Tutti andavano a piedi o in bicicletta. Quando si doveva raggiungere la stazione più vicina per prendere il treno, si usava la carrozza a cavalli o le gambe. In valle transitava una sola corriera una, due volte al giorno: gli orari erano approssimativi. Erano pochissime le persone che adoperavano un mezzo pubblico. Anche chi si recava al lavoro nei paesi vicini, di buon mattino, si metteva in cammino percorrendo anche sei, sette chilometri”.

“Il commercio si svolgeva vendendo bestiame e grano. I trasporti avvenivano con i carri, con i treni o con le navi. Nel 1945 c’era la guerra (la II guerra mondiale) e i generi di prima necessità venivano razionati, cioè ognuno aveva una tessera, detta tessera annonaria, con la quale poteva comprare soltanto una razione di pane, di riso, di farina, di zucchero a testa (per esempio ad ognuno spettava 150 gr. di pane al giorno)”.

“Per comprare qualsiasi genere alimentare ci si doveva recarsi ai negozi e spesso ritornarci perché i prodotti non erano ancora arrivati.  Esisteva anche la borsa nera. Se qualcuno voleva comprare di più di quanto gli spettasse oppure qualcosa di diverso doveva acquistarlo a caro prezzo. Questo sistema era vietato dalla legge, ma veniva utilizzato molto spesso e chiaramente solo da chi si poteva permettere di pagare prezzi esosi. Il trasporto dei viveri si effettuava a piedi o in bicicletta”.

Mia mamma Santina coetanea di mio padre mi raccontava: “Io ho viaggiato poche volte in treno, accompagnata da mio papà, fino alla stazione di Bergamo per prendere il treno fino a Milano. Salivo sul treno e per me era tutta una scoperta; era emozionante sentire i rumori del treno: ciuff – ciuff – fiiii – fiiii. Il treno si fermava ad ogni stazione e il bigliettaio gridava il nome del paese e poi con la trombetta dava il via al macchinista che sporgeva la testa da finestrino”.

“Quando si trovava posto sul treno ci si poteva sedere, anche se le panche di legno erano scomode. Quando il treno era affollatissimo qualcuno saliva pure sul carro bestiame, l’ultima carrozza del convoglio. Per terra c’era la paglia e lo sterco degli animali. Poco importava, stanchi del lavoro alcuni passeggeri si sedevano sulla paglia un po’ distanziati dalle bestie e si capisce il perché…”

“Il mezzo abituale di trasporto tuttavia per recarsi nei paesi era il carro trainato dal cavallo o il barroccio. Gli asini si usavano per trasportare in groppa gli anziani e i ragazzi. Sulle strade polverose si scorgevano gli escrementi delle bestie e l’impronta degli zoccoli ferrati. I contadini raccoglievano anche lo sterco dei cavalli, muli e asini per potenziare il mucchio di concime da riservare ai campi”.

 “Gli aeroplani esistevano già, si vedevano solo gli aerei da guerra che venivano a bombardarci. Questi aerei erano simili a quelli di adesso, ma più rudimentali: avevano le ali, il carrello e usavano le eliche, erano abbastanza veloci Tante persone allora emigrarono in America e non facevano più ritorno al loro paese natio. Il viaggio in nave era costoso e lungo, si parlava di un mese di navigazione”.

La gente d’allora percorreva strade sterrate a piedi per recarsi al paese vicino per festeggiare il santo patrono, camminava per lunghi tratti per raggiungere il posto di lavoro o per far visita ai parenti che abitavano nei cascinali sperduti tra le campagne o montagne. A volte, si formavano gruppi di persone dirette alla stessa meta. Non mancava mai l’attenzione e la solidarietà nell’aiutare le persone anziane o i bambini nel trasporto dei pesi. Questo mondo di ieri molto piccolo, ma più umano!

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