QUEL PICCOLO MONDO DI IERI : Come ci si lavava

QUEL PICCOLO MONDO DI IERI : Come ci si lavava

L’opinione di Don Chino
2019-01-31 11:30:10

“I ricordi che ci riportano nel passato hanno qualcosa
da suggerirci, da insegnarci. Conservano esperienze, desideri raggiunti, ideali
che solo il futuro ha potuto accertare. Nel mio piccolo mondo di ieri, povero
di cose e ricco d’umano, ho conosciuto persone, vissuto fatti che hanno
lasciato in me il desiderio di correre verso il futuro con in mano la fiaccola
accesa.”
Don Chino
Pezzoli

Come ci si lavava

Oggi, causa lavori sotto casa di ruspe su tubi,
l’erogazione dell’acqua è stata sospesa dalle 8 alle 11, anzi alle 12. E mentre
sono in attesa di potermi andare a fare la doccia, vi racconto quanto siamo fortunati noi rispetto ai nostri nonni.

Tanto per farvi subito un’idea di come ci si tenesse
puliti (ci si lavasse) sino ai primi
del Novecento
, basti ricordare che nella maggioranza delle case non
esistevano docce o bagni, c’era il cesso nel cortile usato da molte famiglie
del caseggiato. Il riscaldamento
delle case era scarso e l’acqua corrente calda o fredda era un sogno di là da
venire e che quindi per lavarsi bisognava
arrangiarsi
.

In quasi tutte le camere da letto esistevano
lavabi
non ancorati al muro ma composti da bacinella e brocca; qualcuno stava incastrato in un apposito
mobiletto in ferro o legno, altri posati semplicemente sul comò, che aveva per
questo il piano di marmo. I miei
nonni il lavabo l’avevano in camera, mettevano l’acqua la sera e al mattino si
sciacquavano la sola faccia.

Per lavacri più completi, vi erano vari tipi di
tinozze o mastelli di legno o metallo che servivano anche per lavare gli
indumenti. Gli adulti (uomini e donne) si lavavano raramente tutto il corpo. In quanto lavarsi in
modo decente era un’impresa abbastanza faticosa, pertanto ciascuno aveva tecniche diverse.
 
Innanzitutto
l’acqua veniva prelevata dal pozzo con il secchio e versata nel mastello. 

Gli adulti entravano nel mastello, si sedevano e con
un panno inzuppato di sapone toglievano dal corpo lo sporco sedimentato. Poi
con una brocca d’acqua di riserva si toglievano dal corpo il sapone e lo si
asciugava con teli di cotone. L’acqua insaponata serviva spesso per pulire i
pavimenti.

Le donne se lavavano i capelli circa una volta al
mese, si servivano di una bacinella d’acqua posta su una sedia della cucina e
una brocca per sciacquarsi.  Il sapone e
qualche volta le saponette si usavano per togliere lo sporco abbondante dalle
lunghissime chiome. Si asciugavano i capelli al sole d’estate e alla brace del
camino d’inverno: li intrecciavano e raccoglievano dietro la nuca. Gli uomini
portavano capelli cortissimi, al ritorno dal lavoro li lavavano insieme alle
altre parti sporche del corpo.

I bambini, al rientro in casa, prima di coricarsi, le
mamme li lavavano in cucina con l’acqua nel catino ed ispezionavano il cuoio
capelluto che non fosse popolato dai pidocchi.  Al sabato c’era il “bagno”: uno dopo l’altro
bambini e bambine si immergevano nella tinozza o mastello riempiti d’acqua e
scaldata d’estate in cortile  e l’inverno
nella calderina della stufa a legna. Le mamme calavano i loro pargoli,
numerosi, uno dopo l’altro nel mastello e con modi spartani eseguivano il rito
settimanale chiamato “bagno”.

L’attenzione delle nostre mamme consisteva nel
risparmiare sul sapone che allora aveva un costo e fare in fretta perché
l’acqua si raffreddava e d’inverno la riserva dell’acqua bollente era
scarsa  e dipendente dal calore della
stufa. L’acqua del “bagno” era sempre semifredda sia d’inverno che d’estate. Se
i piccoli protestavano perché l’acqua era fredda, la risposta delle mamme era
sempre la stessa: “Taci e faccio presto!”.

Così ci si lavava a quei tempi. Bene o male? Lascio al
lettore la risposta.  I ragazzi e i giovani
aspettavano l’estate per tuffarsi in qualche torrente dove con sassi e terra si
creavano dei piccoli bacini d’acqua. Nei mesi estivi certamente ci si lavava di
più e meglio. In quelli invernali l’impegno a tenere pulito il corpo non
mancava, anche se le possibilità per farlo erano scarse. Le conseguenze più
gravi del poco igiene, erano le malattie cutanee che venivano diagnosticate
“sfogo intestinale”.

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