PERCHE’ TACERE IL BENE?

PERCHE’ TACERE IL BENE?

Pensaci Su…
2015-02-15 17:26:54

Mi sono chiesto più volte, in questo scorrere degli anni, se la vita riservi all’uomo una pennellata di bene, di bello, di speranza
Mi sono chiesto più
volte, in questo scorrere degli anni, se la vita riservi all’uomo una
pennellata di bene, di bello, di speranza. Per avere la risposta non mi sono
affidato solamente al pensiero dei saggi, dei mistici e nemmeno ho spigolato,
qua e là, alcuni pareri offerti dal mercato dei media. Ho consultato le persone
comuni, con un volto solare o con qualche cruccio nel cuore. Queste, anche se
passano inosservate, vivono vicino noi e conducono una vita facile o difficile,
serena o sofferente. Il loro stile di vita è semplice, lineare e si contrappone
a un modo di vivere spesso agitato, polemico, aggressivo. Il segreto di questi
individui comuni, senza posizioni sociali eccellenti o conti in banca cospicui,
è sempre stato per me motivo di meraviglia e curiosità.  Il desiderio di conoscere questi soggetti
tranquilli mi ha messo in ascolto…

 

 

La scoperta mi lasciò sbalordito. Le persone,
pur essendo diverse tra loro sia per indole sia per esperienze di vita, hanno
qualcosa in comune. Ricchi o poveri che fossero, bianchi o neri, sposati o
scapoli, credenti o non, giovani o vecchi, ognuno di questi s’incamminava
sempre, ogni giorno, verso un azione, una scelta, un bene da compiere. Compresi
allora che il bene c’è, un bene mai totalmente raggiunto, ma piuttosto come una
meta a cui tendere, un traguardo desiderato non solo dalle persone “speciali”
ma da ogni persona che crede che la sua vita abbia un senso. Dal giorno in cui
decisi d’avvicinare le persone alla ricerca del bene e di quella bellezza
interiore che piace, mi sentii diverso, meno pessimista. Compresi che la
società, bella, vivibile, vera, è sempre incompiuta. E che tocca a tutti
collaborare per questo capolavoro.

 

 

È possibile questa partecipazione in chi dà
alla sua vita valore, fiducia e sa accogliere i momenti belli e brutti,
guardando sempre oltre il limite della sofferenza e delle tragedie. Il bene è
un risultato individuale e non una eventualità del destino. Tutti possiamo
essere costruttori di una società matura, valida, se lo vogliamo. Eppure, non è
così. Il papa Benedetto XVI puntualizzò che” ogni giorno, attraverso i
giornali, la televisione, la radio, il male viene raccontato, ripetuto,
amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili
e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non viene pienamente
smaltito, e giorno per giorno si accumula”.

  

Di qui l’indurirsi dei
pensieri e del cuore, precisa il papa. I media pubblicizzino pertanto anche il
bene, almeno come atto di buon senso per strappare dalla mente di molti quella
patina di pessimismo che ferma gli slanci, le attese. È dannoso all’equilibrio
caricare la nostra memoria di negativo che va ad incrementare solamente le
nostre paure. Ogni attimo, pur fuggente, va vissuto, apprezzato per assicurare
alla mente novità, cambiamento.  Il bene
è libertà, maturità, innamoramento di sé e degli altri, della storia. Le
persone veramente buone sanno accogliere la vita con le sue ombre e luci.
Conoscono le note della sofferenza e quelle della gioia da inserire nello
spartito della vita.

 

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