Nel paradiso degli animali|Il dialogo tra il bue e l’asino

Nel paradiso degli animali|Il dialogo tra il bue e l’asino

Pensaci Su…
2015-12-03 18:53:44

Ho letto, da qualche parte, questa questo simpatico dialogo tra il bue e l’asino presenti nella stalla in cui nacque Gesù. Lo riporto.
“Nel paradiso degli animali l’anima
dell’asinello chiese all’anima del bue: 

  • “Ti ricordi per caso quella notte,
    tanti anni fa, quando ci siamo trovati in una specie di capanna con la
    mangiatoia…?” 
  • “Lasciami pensare… Ma sì – rispose il bue – nella mangiatoia, se
    ben ricordo, c’era un bambino appena nato”. 
  • “Bravo. E da allora sapresti
    immaginare quanti anni sono passati?” 
  • “Eh no, figurati! Con la memoria da bue
    che mi ritrovo”. 
  • “Più di duemila”. 
  • “Accipicchia”. 
  • “E a proposito, lo sai chi
    era quel bambino?” 
  • “Come faccio a saperlo? Era gente di passaggio, se non
    sbaglio. Certo, era un bellissimo bambino”. 
  • L’asinello sussurrò qualche cosa al
    bue. 
  • “Ma no! – fece costui – sul serio? Vorrai scherzare spero”.
  • “La verità, lo
    giuro. Del resto io lo avevo capito subito…” 
  • “Io no – confessò il bue – si vede
    che tu sei più intelligente. A me, non aveva neppure sfiorato il sospetto.
    Benché, certo, a vedersi, era un bambino straordinario”. 
  • “Bene, da allora gli
    uomini ogni anno fanno grande festa per l’anniversario della nascita. Per loro
    è la giornata più bella. Tu li vedessi. È il tempo delle serenità, della
    dolcezza, del riposo dell’animo, della pace, delle gioie familiari, del volersi
    bene.  Lo chiamano Natale.  
  • “Dove?” 
  • “Giù sulla terra, no!” 
  • “Ci sei già
    stato?!” 
  • “Ogni anno, o quasi, faccio una scappata. Ho un lasciapassare
    speciale. Te lo puoi fare anche tu. Dopo tutto, qualche piccola benemerenza
    possiamo vantarla, noi due per aver scaldato il bambino col fiato”. 
  • “Su, vieni,
    se non vuoi perdere il meglio. Oggi è la vigilia”. 
  • Ed ecco il somarello e il
    bue aggirarsi per le vie del centro di una grande città.  Osservavano bene tutto quanto. Era uno
    spettacolo impressionante, mille lumi, le vetrine, le ghirlande, gli abeti e lo
    sterminato ingorgo di automobili, e il vertiginoso formicolio della gente che
    andava e veniva, entrava ed usciva, tutti carichi di pacchetti, con
    un’espressione ansiosa e frenetica, come se fossero inseguiti. Dovunque le
    bestie guardassero, ecco uomini e donne fare pacchi, preparare buste, correre
    al telefono, spostarsi fulmineamente da una stanza all’altra portando pacchi,
    spaghi, nastri, carte, pendagli. 
  • “Ma avevi detto – osservò il bue – che era la
    festa della serenità e della pace”. 
  • “Già – rispose l’asinello – una volta era
    così. Ma cosa vuoi, da qualche anno, sarà questione della società dei consumi…
    Li ha morsi una misteriosa tarantola. Ascoltali, ascoltali!” 
  • Il bue tese le
    orecchie. Per le strade, nei negozi, negli uffici, nelle fabbriche uomini e
    donne parlavano fitto fitto scambiandosi come automi delle monotone formule di
    buon Natale, auguri, auguri, altrettanto auguri a lei grazie. Un brusio che
    riempiva la città. 
  • “Ma ci credono? – chiese il bue – lo dicono sul serio?
    Vogliono veramente tanto bene al prossimo?”   
  • “No, no – disse
    l’asinello – solamente il giorno di Natale”.  
  • E il bue: “Come era diverso
    il Natale quella notte!” 
  • “Hai ragione – disse l’asino – Gesù qui non nasce”. 

Alzarono
il muso per guardare in alto.  

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