MORALE : Onesta’ un valore utile

MORALE : Onesta’ un valore utile

Pensaci Su…
2019-03-07 08:33:00

Tratto dal libro di Don Chino ” Tracce di moralita’ ‘”

Onestà, un
valore utile

Ho
sempre ritenuto l’onestà un valore molto importante, ma, purtroppo, col tempo
mi sto rendendo conto che, come diceva Giovenale, “L’onestà è lodata da
tutti, ma muore di freddo”.
Pertanto, mi chiedo: oggi è ancora un
valore? Penso proprio di sì. La persona onesta piace, si cerca, si condividono
insieme le scelte economiche, riceve da noi fiducia e responsabilità. Il
termine “onestà” ha la stessa radice latina di “onore” e ci dà la misura della
nostra e altrui lealtà e trasparenza. Le persone integre vivono rettamente i
rapporti famigliari, amicali, non rubano, non danneggiano la natura, i beni in
comune
, non traggono vantaggi
da quello che fanno. Stimano gli altri, operano lealmente per il bene comune,
senza identificarsi con etichette culturali o religiose. Il filosofo Cartesio
diceva:
“Vorrei che le poche persone oneste fossero
tutte riunite in una città. Allora sarei ben felice di lasciare il mio eremo
per andare a vivere con loro, se mi volessero accogliere in loro compagnia
”.
Anche io penso che saremmo felici se stessimo insieme a persone oneste.

Occorre fiducia 

A voi cari
amici che vi trovate in un contesto sociale spesso disordinato, dove
l’imbroglio è furbizia e la mancanza di onestà è costume, io mi chiedo: le
persone oneste sono degne di fiducia? Su di loro certamente possiamo fare
affidamento, sono quello che dicono di essere. Le persone integre, infatti,
permeano di rettitudine le loro azioni, le scelte e le relazioni; attendono
alle responsabilità e riservano rispetto agli altri; onorano il lavoro non
perdono tempo, non sottraggono beni o denaro. L’irreprensibilità è la virtù
delle persone semplici e sagge, che tengono seco la coscienza per vagliare ciò
che è bene o male. Voi, ragazzi e ragazze, vi chiedete spesso come mai è così
difficile essere onesti? In un mondo in cui la disonestà sembra quasi un luogo
comune e spesso porta al successo, perché essere retti? Non rischiamo di essere
ritenuti ingenui e stupidi? Gli altri non si approfitterebbero di noi? Così
pensano in molti! Eppure, una società con molti disonesti non può reggere, si
disgrega. Se non possiamo credere all’onestà delle persone che ci stanno
vicine, i rapporti vengono meno, la convivenza soffre di una “malattia” grave:
il sospetto.

La furbizia non serve

Durante una serata in cui
parlavo di onestà, ho avuto un’illuminazione. Intervennero alcuni ragazzi e
ragazze e una di esse mi disse: “Anche
in Italia c’è la mafia, ma non tutti gli italiani sono mafiosi. Il problema è
che sono furbi”
. Mi si faceva notare, inoltre, come solo da noi la
parola “furbo” rientri nelle categorie umane degne di rispetto, nonostante il
dizionario definisca la furbizia la “qualità di chi, nella vita, sa
raggiungere i propri scopi, evitando accuratamente le insidie e ricorrendo a
ingegnosi espedienti”
. La furbizia, alla luce dei fatti che accadono, non è
una virtù eticamente accettabile. È un atteggiamento che nasconde
la disonestà dei più forti in una società in
cui i deboli soccombono.
Scrive a proposito Michele Serra che “da noi
– non c’è niente da fare – la furbizia, che è una delle più spregevoli
manifestazioni di assenza di talento, continua a sembrare una virtù. E dire ‘li
ho fregati!’ piace da matti, anche se è la voce del ladro a parlare”.
Aggiungo, inoltre, che la superficialità
e tolleranza hanno permesso di portare i furbi al potere, di accrescere
boriosamente il loro prestigio a danno degli onesti.

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