MORALE : La morale in crisi

MORALE : La morale in crisi

Pensaci Su…
2018-11-21 09:00:27

Tratto dall’ultimo libro di Don Chino ” Tracce di moralità ”

MORALE

La morale in crisi 

Nadia, una
ragazza di vent’anni, mi chiese: “Che cosa s’intende per crisi morale?”. Tentai
di risponderle attraverso una sintesi del male che, come un fiume in piena, si
sparge ovunque. In nome della libertà tutto è lecito: la manipolazione
genetica, la svalutazione della vita, le tante violenze su se stessi e gli
altri, la falsità nei rapporti, le disuguaglianze sociali, le emarginazioni dei
deboli, la crisi finanziaria ed economica, l’inquinamento del pianeta, la
superiorità e l’arroganza dei primi a danno degli ultimi. Dissi a Nadia che non
mi sembra sia in atto una riflessione seria per arginare questo fiume. Manca il
coraggio di andare alla radice del problema e riconoscere che quella che stiamo
vivendo è essenzialmente, e prima di ogni altra cosa, una crisi esistenziale.
Il bene è confuso con l’utile, il male con il bene. La propria e l’altrui vita
sono ritenute “scarto”. Uccidere e uccidersi sembra ormai un gioco macabro per
far parlare di sé, per affermare un’ideologia o una religione. La vita sembra
un oggetto senza valore, da buttare. Nadia mi ascoltò e poi mi chiese: “Questa
crisi intacca la nostra vita e ci annulla?”. 
Le risposi con un gesto di assenso.

Lo scadimento

Premetto che non
sono un bacchettone moralista che sta alla finestra criticando ciò che succede.
Sono presente, vivo nei diversi contesti umani e sociali. Rilevo, quindi, la
crisi morale che come un virus infetta la persona nella mente e nel cuore, la
famiglia nei suoi valori umani, la scuola e la cultura, la coscienza nelle
scelte. C’è uno scadimento etico complessivo: il rispetto dovuto a se stessi e
al prossimo è venuto meno; l’osservanza degli impegni presi e l’attitudine ad
affrontare sacrifici per raggiungere obiettivi è disattesa; la disponibilità a
mettersi in discussione e a correggersi a vicenda per crescere, la dedizione
alle persone che diciamo di amare, si riduce soltanto ad affermazioni. La
consapevolezza, infine, che nulla nasce dal niente, che per ottenere qualunque
cosa bisogna impegnarsi, è disattesa. La rappresentazione del personaggio
narcisista debutta in una platea vuota.

La metastasi 

Lo scadimento
etico continua, cari amici, e la metastasi del male mette in crisi l’amore
verso i genitori, il compagno, la compagna, i figli. Si accentua l’indifferenza
verso i datori di lavoro, i dipendenti, i vicini di casa. L’egoismo nei
confronti delle persone emarginate e sofferenti diventa vanto. È in atto
un’ondata di individualismo esasperato, la ricerca del tornaconto personale a
ogni costo, l’affermazione del proprio io sugli altri e contro tutti. La
confusione, il disordine, l’improvvisazione, le cose mal fatte, le situazioni
ambigue, le relazioni affettive instabili si manifestano nei contesti
aggregativi. Le metastasi del male intaccano soprattutto le nuove generazioni.
Non si pensi che la mia analisi sia pessimista, dettata dalla codardia di un
educatore di vecchio stampo: si tratta soltanto di realismo. Basta aprire ogni
mattina i giornali o metterci in ascolto delle notizie dei telegiornali per
rendersi conto del degrado che coinvolge ogni contesto sociale.

La competizione

Pure il
confronto e la chiarezza intellettuale sono in crisi, perché è venuta meno una
rete di relazioni virtuose. Si insegue, cari giovani, la funesta illusione di
un’affermazione personale a dispetto o contro gli altri, visti unicamente come
concorrenti da sgominare oppure mezzi utili per emergere e dominare. Si crede
che una società fatta di individui impazziti che disfano continuamente l’ordine
morale, che inseguono ogni capriccio momentaneo, che non perdono alcuna
occasione di vantaggio, possa funzionare. Non funziona invece. La scrittrice
Margaret Maron afferma con sarcasmo: “Ogni
volta che iniziamo a pensare di essere il centro dell’universo, l’universo si
gira e dice con un’aria leggermente distratta: “Mi dispiace. Può ripetermi
di nuovo il suo nome?”.


Il maltolto

La nostra è una società in cui si tollerano le
ruberie, i raggiri economici, le bustarelle, gli appalti pilotati, il pizzo o
la tangente per aprire e gestire un locale commerciale e ricreativo. Gli
scandali si susseguono e spesso sono i politici a esserne protagonisti. Un
ragazzo mi ha chiesto perché le persone che hanno già tanti soldi rubano,
voleva saperlo perché suo padre aveva detto alla mamma di nascosto che era
l’ultima busta che portava a casa. Non ho saputo rispondergli. Ho pensato,
senza proferire parola, a una risposta evangelica: “Se scandalizzi uno di questi piccoli, prendi una pietra da molino,
appenditela al collo”…
e il resto del testo lo si conosce. In passato rubavano
i malviventi o chi era costretto dalla fame. Oggi ci sono i ladri eccellenti:
politici, funzionari statali, faccendieri, banchieri, finanzieri e chi più ne
ha, più ne metta.

 

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