Legge e…“BUONA SCUOLA”

Legge e…“BUONA SCUOLA”

L’opinione di Don Chino
2015-05-16 09:15:38

Sono in molti che contestano la nuova legge sulla scuola che il Presidente del Consiglio Renzi vuole che sia approvata dal Governo
Sono in molti che contestano la nuova legge sulla scuola che il Presidente
del Consiglio Renzi vuole che sia approvata dal Governo. La contestazione sul
testo della legge, verte soprattutto sula qualità della scuola, sulle funzioni
del Preside e sugli insegnanti da valorizzare. 
Non entro in merito, sull’esito di questa riforma. A parole e con le
leggi si vuole cambiare, migliorare le Istituzioni, ma poi le cose non cambiano
e si spera che non peggiorino.  

  

A che cosa
serve la scuola?

  

La scuola
serve per maturare, per crescere a livello fisico, intellettivo, psichico,
morale e spirituale. Purtroppo è vissuta, da parte dei ragazzi e dei giovani,
con scarso interesse, fino all’abbandono.  Difficilmente sentono questo ambiente come uno
spazio ritenuto importante per la loro crescita integrale. Per questo la scuola
è in crisi, perché viviamo in una società in cui l’utile ha il primato come
valore sull’essere.

 

 

La non voglia di studiare

 

 

È bene precisare che la mancanza di voglia di
studiare, in parte, dipende anche dall’immaturità sociale e familiare che
spesso attribuisce alla scuola un valore relativo. La cultura è in crisi e la
persona che studia non è aiutata a superare le prime difficoltà nell’impatto
con un ambiente dove c’è la presenza di alcuni ragazzi superficiali e
pressappochisti. Sembra che la stupidità sia un vanto e l’ignoranza una
condizione condivisibile.  Sappiano
invece che lo studio contribuisce all’incremento dell’autostima, favorisce nuove
motivazioni, fa essere e non solo esistere.  Alcuni genitori sostengono, inoltre, che la
scuola è un costo …  E’ vero, ma sono i
soldi meglio spesi   per il bene futuro dei figli.

  

La
responsabilità degli insegnanti

  

Forse
qualche richiamo va fatto anche agli insegnanti. Il primo e il secondo anno
delle superiori sembra che questi studenti siano irrequieti, demotivati, che
non vedano l’ora di abbandonare la scuola e il cessare gli studi di alcuni
compagni, ha risonanze negative su di loro.  Forse alcuni insegnanti si riducono a
distributori di nozioni e non riescono a sensibilizzare gli alunni e ad
appassionarli al sapere. Sono gli insegnanti, soprattutto, a dover stimolare
nei giovani il desiderio della conoscenza. Non devono gettare la spugna di
fronte a personalità fragili e quindi incoerenti negli impegni.  Gli insegnanti sanno che il coinvolgimento
emotivo, tende a crescere soprattutto in prossimità degli esami e giunge al
culmine dell’intensità nei minuti che immediatamente li precedono. Qualche
conoscenza psicologica serve anche a loro per preparare gli alunni a superare
le difficoltà.

 

 

La collaborazione scuola famiglia

  

Famiglia e
scuola devono intervenire insieme con uno stile educativo comune, anche se con ruoli
e funzioni diverse. Scuola e famiglia sono due contesti certi e sicuri per lo
sviluppo giovanile, anche se, a volte, non sono concordi e riflettono
competenze e stili educativi diversi.  Oggi
però, di fronte alle problematiche che presentano i giovani, è più che mai
utile trovare delle strategie che favoriscano l’integrazione tra cultura
familiare e cultura scolastica, in un’ottica di costante collaborazione. I
genitori devono conoscere gli insegnanti e gli insegnanti l’ambiente familiare
dei loro studenti.  Accade più spesso di
quanto si possa ipotizzare che il ragazzo/a che frequenta la scuola media
superiore chieda all’insegnante, in modo più o meno esplicito, di essere tramite
fra sé e i propri familiari.

  

I valori da
trasmettere nella scuola

  

Sì, nella
scuola di oggi educare ai valori è ancora più importante di un tempo, data la
crisi della qualità della vita. Si devono distinguere due piani d’intervento,
entrambi essenziali e strettamente collegati: il primo è quello delle idee,
ovvero delle conoscenze relative ai valori, della riflessione su certi aspetti
dell’esperienza. Il secondo è quello dei comportamenti concreti che dovrebbero
risultare, ma non sempre accade, coerenti con le idee. La via maestra è quella
di stimolare gli alunni a una riflessione personale e di gruppo, relativa a
tutto ciò che ha valore: il corpo con le sue funzioni e le molte abilità
percettive, motorie che può conseguire;  la mente, nella varietà delle sue capacità
(immaginazione, intuizione, memoria, conoscenza, volizione, fantasia,
linguaggio, comunicazione); così pure mettere in condizione l’alunno di
attivare i sentimenti: affetti, amicizie, compassione, partecipazione, gioia,
paura e dolore;  e  anche gli interessi: letture, musica,
politica sport. Tutto questo però non basta per la mente giovanile, aperta ai
grandi interrogativi dell’esistenza.     
Alcune
problematiche esistenziali

  

Di qui la
necessità di confrontarmi con l’insegnante di religione per approfondire
insieme certi temi sul perché del vivere, dell’amare, del soffrire e morire. I
giovani sentono la morte con paura, come un viaggio verso il niente. Non
possiamo tacere sotto il pretesto di un gnosticismo ormai divenuto emblema di
alcuni intellettuali. È importante
dare ai giovani alcune indicazioni sulla Vita con la lettera maiuscola. Inoltre, la scuola deve muovere molti
giovani a lottare per i diritti umani e a dedicarsi nelle esperienze di
volontariato. Non può l’insegnante essere disattento o peggio liquidare
un’esigenza giovanile di solidarietà, carità con una battuta o peggio con un
senso d’indifferenza che blocca gli slanci del cuore Educhiamo quindi i nostri
alunni alla maturità, solo così saranno persone contente, entusiaste di vivere
e far vivere.

 

 

 

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