“L’abbiamo ucciso per vedere che effetto fa”

“L’abbiamo ucciso per vedere che effetto fa”

Pensaci Su…
2016-03-10 07:23:05

Parla uno dei due giovani che hanno ammazzato un amico a Roma dopo un festino a base di droga e alcol. Ora la procura contesta il reato di omicidio premeditato
Volevamo uccidere qualcuno.
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Volevamo uccidere
qualcuno. Volevamo vedere l’effetto che
fa. Eravamo usciti in macchina la sera prima sperando di incontrare qualcuno.
Poi abbiamo pensato a Luca che il mio amico conosceva”. Sono le parole che
Manuel Foffo, 30 anni, ha riferito ai carabinieri e al pm Francesco Scavo dopo
aver assassinato assieme a Marco Prato il 23enne Luca Varani, attirato con la
scusa di prendere parte a un festino a base di alcol e droga.  

La morte, secondo quanto accertato dagli investigatori, risalirebbe a
venerdì mattina ma il cadavere è stato trovato dai militari di piazza Dante
soltanto sabato sera, dopo che Foffo, su consiglio del padre, si è costituito.
Subito dopo l’assassinio, Prato aveva preferito trovare rifugio in un hotel di
piazza Bologna dove ha tentato il suicidio. Salvato in extremis, è stato per
alcune ore piantonato all’ospedale Sandro Pertini e poi trasferito nel carcere
di Regina Coeli assieme a Foffo.  
Secondo il pm Francesco Scavo, quello di Luca Varani è stato un omicidio
premeditato, aggravato dalla crudeltà, dalle sevizie e dai futili motivi. I carabinieri hanno trovato il cadavere sul
letto, così come lo avevano lasciato i due aguzzini che comunque avevano
cercato di ripulire la scena, buttando in un cassonetto della spazzatura i
vestiti di Varani e il suo cellulare. Varani, colpito a coltellate e con
un attrezzo da lavoro, è morto nel giro di pochi minuti ma sarebbe stato sottoposto
a lunghissime sevizie. 
Su questo fatto
criminale c’è poco da commentare: la droga è un killer spietato che non
risparmia nessuno. Può un drogato arrivare a compiere delitti così efferati? La
risposta non ha bisogno di referti psichiatrici. Le persone drogate mettono
sempre a rischio la propria e altrui vita. Non si parla più di droga e di
drogati, anzi c’è chi sostiene che occorre liberalizzare l’uso. Mi chiedo spesso
il motivo di tanta tolleranza. Ognuno di noi trovi almeno una risposta…

 

Vivo con i tossicodipendenti da 35
anni e so che cosa succede o può succedere sotto l’effetto delle sostanze
stupefacenti psicoattive. Spesso mi chiedo come mai non fa più notizia la dipendenza alle droghe, come mai una vita drogata si
tollera? Sotto l’effetto delle sostanze eccitanti, la vita appare come magica e
anche la smania di conoscere l’emozione di un delitto può esserci… E c’è stata.

  

Io
credo che alla “strage” della droga si conceda solamente un titolo di giornale
quando un papà cocainomane butta nel Tevere, la sua bambina; quando un altro
spara al benzinaio per scippargli l’incasso, un’altra butta il suo bimbo appena
nato nella pattumiera e due uccidono l’amico per vedere che effetto fa.
Lasciamo che i tossicodipendenti si rovinino corpo, testa, insomma si uccidano,
giorno dopo giorno. Mi chiedo, da alcuni anni: perché questo silenzio omertoso
dei politici? Perché anche le famiglie sono così assenti di fronte al problema
droga?

 

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