La guerra a Gaza e gli interessi economici

La guerra a Gaza e gli interessi economici

L’opinione di Don Chino
2014-08-01 08:58:46

A Gaza la situazione è precipitata. Ben oltre mille i morti, quasi tutti civili palestinesi. I tentativi internazionali di mediazione falliscono uno dopo l’altro
A Gaza la situazione è precipitata. Ben oltre mille i morti, quasi tutti civili palestinesi. I tentativi internazionali di mediazione falliscono uno dopo l’altro. Israele  rivendica il suo diritto a difendersi da Hamas e vuole centrare strategici obiettivi militari, radendo al suolo interi quartieri residenziali. Le  immagini  di distruzione e di morte  corrono su tutti i media del mondo. L’Onu intima di fermarsi,  ma gli israeliani e i palestinesi vanno avanti e respingono ogni tentativo di porre fine alla carneficina. Nasce tutto da un fatto:  l’uccisione dei tre ragazzi israeliani. Ma per molti è solo un pretesto. Gaza è sotto l’embargo da circa otto anni, chiusa ermeticamente. Da terra e dal mare, sparano addosso  persino ai pescatori palestinesi nonostante gli accordi sulla pesca. In questo scenario Israele vuole la distruzione totale dell’entità e della dignità palestinese. E questo avviene con la complicità di altri Paesi. Per i primi dieci giorni  di guerra non si è mosso nessun mediatore internazionale, anzi molti Stati  hanno appoggiato Israele. E’ inammissibile: mentre i palestinesi che sono sotto occupazione da decenni non hanno il diritto di reagire, viene riconosciuto solo il diritto di Israele a difendersi. Il fallimento delle trattative, di questi giorni, è colpa soprattutto di Israele che da una parte si dice disponibile al cessate il fuoco e dall’altra continua a massacrare i civili. Che cosa possiamo pensare?. Qual è il senso di questa strage? Israele ormai ha scatenato questa aggressione e se arrivasse a cessate il fuoco, dovrebbe giustificare queste vittime.  L’’unica cosa ottenuta è ammazzare bambini, distruggere le case, dimostrare che gli israeliani sono più forti  e in grado di mettere in ginocchio i palestinesi. Sono oltre sessant’anni che Israele cerca di distruggere la resistenza palestinese, ma non ce la farà mai. E’ un popolo che va accettato, rispettato. Israele sostiene di voler distruggere le postazioni militari di Hamas e i tunnel che permettono di costruire razzi, di armarsi. Tutto inutile, Israele sa benissimo che i tunnel verranno ricostruiti  subito dopo il conflitto. Così come i missili che sono realizzati a mano nella Striscia verranno rifatti. Israele se vuole la pace con i palestinesi, tolga l’embargo e lasci che i palestinesi restino in pace nella propria terra. Israele non vuole la pace, il suo obiettivo è sottomettere il popolo palestinese, schiavizzarlo in tutto. Ma Israele sta ottenendo l’effetto contrario. C’è troppa rabbia da parte dei palestinesi verso gli aggressori israeliani.  I Palestinesi hanno il diritto di difendersi ed essere riconosciuti come popolo libero e indipendente. E qui siamo nel campo dei diritti umani, universalmente riconosciuti, che valgono per tutti tranne che per i palestinesi. Si tenga presente che lo scenario internazionale è cambiato. In Egitto, Libia, Iraq, Siria, non ci sono più equilibri. Gli osservatori  internazionali sostengono che questo caos proviene dalle scelte sbagliate e dal sostegno a Israele offerto da altri Paesi. Molti analisti internazionali definiscono  certe alleanza subdole perché hanno come fine la salvaguardia d’interessi economici. Inoltre, sappiamo benissimo che c’è una crisi mondiale economica e che tutte le crisi sfociano in guerre. Purtroppo si tratta di guerre devastanti. All’opinione pubblica tuttavia sfuggono certe cause.  Basta pensare che le trattative tra palestinesi e israeliani sono sempre a favore di Israele che occupa una terra non sua e lo fa con l’appoggio degli Usa e dell’Europa. Lo scopo  di questa guerra  è l’occupazione, non certo i razzi di Hamas. Il sionismo, l’ideologia alla base della nascita dello Stato di Israele, è nata in Europa e rientra nel progetto economico europeo. Oggi Israele garantisce gli interessi economici europei in Medioriente. La strage continua e le parole non servono se non si ammette, da parte di tutti, che con la guerra tutto è perso. Ci fanno inorridire le macerie dei bombardamenti sotto le quali sono seppelliti tantissimi civili e tra questi centinaia di bambini. Il grido delle mamme e la disperazione dei rifugiati ci fanno dire che l’uomo del nostro tempo è ancora crudele, di una crudeltà  che non ha bisogno di giustificazioni. La vita non vale più. Che casa vale allora? La prepotenza del più forte legittimata da alleanze internazionali che vugliono che Israele mantenga il prestigio economico e politico sul territorio.  Qualcuno ha scritto, che vale di più la salute della Borsa che l’incolumità dei cittadini. Se così fosse, la sconfitta è dell’uomo che ha perso la sua coscienza.

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