LA FERMEZZA 2

LA FERMEZZA 2

Pensaci Su…
2018-07-10 08:56:36

Tratto dall’ultimo libro di Don Chino ” Tracce di moralità ”

Scorta e risorsa

La fortezza interiore è
necessaria, particolarmente in questi tempi di crisi. È la capacità di
continuare a vivere e resistere nelle lunghe e dure avversità. Una “scorta”
spirituale e morale alla quale le generazioni passate attribuivano un’enorme
importanza, al punto di chiamarla virtù. Consente di non lasciarsi andare, di
non perdere la speranza quando ci sarebbero tutte le condizioni per farlo. Se
ci troviamo in contesti corrotti, ci fa lottare alla ricerca della giustizia.
Se tutto ciò che conta sembra venir meno, mette in atto il riscatto. È con la
fortezza interiore che vediamo la luce in fondo al tunnel, perdoniamo chi ci
offende, aiutiamo gli altri anche quando non ci ignorano, ci manteniamo sobri
anche quando siamo immersi nell’intemperanza, resistiamo per anni in un posto
di lavoro sbagliato, rimaniamo in famiglia anche quando tutti e tutto, tranne
la nostra anima, ci dicono di andarcene.

La virtù dei poveri

La fortezza, ragazzi e ragazze,
è una qualità umana che sostiene, perché ci fa andare avanti anche in assenza
di relazioni efficaci, di rapporti affettivi importanti, di alcune attese
deluse. Per questo una bella parola che oggi racchiude molti dei significati
della fortezza è resilienza, che indica la capacità che ha la persona di non
mollare, di restare aggrappata alla parete, di non scivolare lungo i vari
pendii di cui è fatta la vita personale e sociale. La resilienza nella
malattia, nelle dure prove della vita, ci vuole. Si tratta di una resistenza
interiore che si traduce in sfida dentro di noi e fuori di noi per vincere le
apatie, gli scoraggiamenti, gli stati depressivi, le incomprensioni, gli
insuccessi. Per questa ragione la fortezza interiore è stata definita la
salvezza soprattutto dei poveri, che grazie a essa riescono ad affrontare
l’ingiusta mancanza di risorse, di diritti, di libertà, di rispetto. È pure la
risorsa dei profughi, che li fa sperare dentro le tendopoli, durante il
faticoso esodo e nell’affrontare le ingiustizie dell’emarginazione e del rifiuto.

La spinta necessaria

Cari ragazzi e ragazze,
sappiate che nei momenti difficili della nostra vita è necessario far
riferimento alle risorse interiori che abbiamo acquisito. Le difficoltà del
passato, superate con fatica e determinazione, hanno lasciato in noi
un’energia, una spinta a reagire, ad affrontare gli ostacoli. Noi siamo la
nostra storia, fatta di gioie e di sofferenze e conserviamo nel profondo della
nostra mente una “struttura” resistente o fragile, a seconda dei vissuti facili
o difficili. Sono solito dire ai genitori che devono farvi crescere autonomi e
forti, resistenti ai colpi della vita, mettervi in salita, non togliervi dalle
difficoltà ma trascinarvi, il più presto possibile, nei problemi, nelle
rinunce, negli impegni.
I genitori purtroppo
sono oggi più preoccupati di farsi amare dai figli che di educarli; sono più
pronti a proteggerli che ad avviarli a confrontarsi con la dura realtà della
vita. Così trascurano di formare l’ossatura dell’anima dei loro figli.
 

La sfida difficile

Una sfida difficile consiste
nel saper resistere alle tentazioni, non lasciandoci sedurre dal male. Il
termine “tentazione” è in disuso, anacronistico, appartiene al passato. Parlare
schiettamente di “tentazione”, sembra fuori posto, in una società del tutto
lecito. Il desiderio della donna di un altro è legittimo, così pure di un uomo
che appartiene a un’altra. E i soldi? Molti sono tentati di rubare, non importa
in che modo. Prevale una mentalità egoistica, in cui ogni limite posto alle
nostre azioni è contestato, rifiutato perché ostacola la nostra “fame” di
piacere. Non vogliamo un “blocco” mentale, un “freno” all’agire, una resistenza
al male. Ci sentiamo e vogliamo essere liberi e quel “liberaci dal male”
proposto da Cristo va modificato, non si adatta più alle nostre esigenze. Le
tentazioni, cari amici, ci sono e non considerarle è mettere a rischio la bontà
e la moralità delle nostre azioni. Tante tentazioni si “vendono” al mercato dei
media per sostenere la domanda e incrementare l’offerta. In nome della economia
che deve affermarsi ad ogni costo, si pubblicizza lo sballo, il sesso, la
disonestà, la falsità.

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