LA DROGA, UN PROBLEMA EDUCATIVO

LA DROGA, UN PROBLEMA EDUCATIVO

L’opinione di Don Chino
2014-06-14 06:41:33

La diffusione e assunzione di droghe illegali, e di droghe nuove, pone agli educatori una domanda: come controllare la mentalità che considera la droga una condizione sociale inevitabile?
LA
DROGA,  UN PROBLEMA EDUCATIVO

 La diffusione e
assunzione di droghe illegali, e di droghe nuove, pone agli educatori una
domanda: come controllare la mentalità che considera la droga una condizione
sociale inevitabile? Le evidenze scientifiche invitano all’impegno in questo
settore e a rifiutare l’idea di poter convivere, in modo “normale”, con le
droghe. Il consumo delle droghe da parte degli adolescenti, giovani e adulti,
comprese quelle legali come l’alcool e il tabacco, non deve essere considerato
con leggerezza. Il cervello  che viene a
contatto con la droga e con l’alcool evidenzia scompensi persistenti. Chi ha
fumato marijuana per alcuni mesi, o provato la cocaina e l’ecstasy in modo
episodico, mantiene una sorta di “memoria biologica” che pone il giovane in una
condizione di rischio.

Fattori predittivi
all’uso di sostanze

E’ bene sottolineare che
la droga non produce gli stessi effetti in tutti i soggetti che l’assumano e
non  li “intrappola”  in modo uniforme. Lo stesso primo contatto
con la sostanza non può essere considerato casuale o un’occasione superficiale
di “dire di sì” alla droga. Le ricerche sui minori delle elementari, hanno
dimostrato alcuni dati predittivi che predispongono ad assumere droghe durante
l’adolescenza. Sono più a rischio quei bambini che mostrano propensione alla
ricerca di sensazioni forti (novelty seeking), minor controllo comportamentale,
scarsa autostima, difficoltà di adattamento e mancanza di supporto dei
genitori. Questi ed altri fattori predittivi, rilevabili prima dell’assunzione
delle droghe, ci fanno capire che la scelta della droga non è occasionale o
riconducibile all’ ambiente, al gruppi di amici.

Le droghe funzionano
come “trappole”

Le sostanze d’abuso
funzionano come “trappole”, in particolare, in quei ragazzi vulnerabili,
incapaci d’affrontare le difficoltà personali: Le sostanze d’abuso sono
presenti in alcuni adolescenti e giovani con carenze affettive, difficoltà
relazionali,  difficili temperamenti e
con un conseguente attaccamento ai genitori. Così pure gli stupefacenti
funzionano da “trappole” in quei ragazzi asociali che trovano difficoltà in
famiglia, nella scuola e si associano a coetanei devianti. Tutti questi
elementi concorrono a un aumento del rischio che in certi casi può anche
prescindere dalle scelte educative della famiglia. Si impone, alla luce di
quanto si è affermato, l’assunzione di un impegno esteso che veda  insegnanti e genitori e, le istituzioni
pubbliche in primo luogo, tesi alla tutela e educazione dei bambini e degli
adolescenti. L’educazione non può essere lasciata al caso. 

L’impegno familiare e
scolastico

L’impegno a combattere
la dipendenza da sostanze stupefacenti e alcoliche va esteso soprattutto alle
famiglie affinché non scelgano, di fronte a un figlio che si droga, di
restare  in una condizione di isolamento,
e non si vergognino di entrare in contatto con i servizi e le istituzioni, per
offrire ai figli relazioni educative valide ed intense, capaci di curare le
dipendenze. Così pure la scuola proponga costantemente strategie e contenuti
per la formazione della persona, valorizzando le discipline scolastiche che
contengono in sé straordinarie risorse formative e quegli elementi umani e
socio-morali su cui si possono fondare i progetti di educazione alla salute.
Impegnarsi nel lavoro di prevenzione dell’uso di sostanze e delle dipendenze
funziona. Recenti ricerche hanno dimostrato che investire risorse nella
prevenzione non significa affatto disperderle. La prevenzione attuata nella scuola
ha dato risultati significativi attraverso metodologie e progetti gestiti dagli
insegnanti e dalla comunità educante in generale. 

La formazione preventiva

Il rischio
dell’improvvisazione e degli interventi occasionali educativi esiste.  Per iniziare ad operare in modo continuativo
e sistematico con i ragazzi occorre utilizzare alcune linee-guida tratte dalla
ricerca, dalle esperienze innovative valutate per misurare i risultati
effettivi. La prevenzione sia quindi estesa a vari ambiti e assunta come
compito delle agenzie educative. C’è la necessità, in primo luogo, che gli
adulti, i genitori, gli insegnanti ed educatori si rendano consapevoli
dell’urgenza di questi interventi per superare una mentalità tollerante che
porta ad accettare di convivere con le droghe. I genitori siano coinvolti,
conoscano i loro figli. A questo proposito, sono
necessari indicazioni educative che intervengano precocemente nella storia
della persona, nell’ambiente familiare, nella scuola e lascino profonde tracce
nello sviluppo della personalità. La formazione degli adulti è il
presupposto della prevenzione contro l’uso e abuso di droghe e alcol. Solo i
genitori e gli insegnanti formati sanno assicurare il clima sereno in famiglia,
gestire un gruppo in classe in modo interattivo, far apprezzare le
gratificazioni della quotidianità più che le emozioni dell’”estremo” . 

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