La dignità è forza nella fragilità.

La dignità è forza nella fragilità.

Pensaci Su…
2018-04-13 00:00:00

Tratto dall’ultimo libro di Don Chino Pezzoli ” Tracce di moralita’ “.

Da qualche parte si è scritto che sono in aumento il
numero dei suicidi; al di là della notizia è significativo e paradossale al
contempo che l’uomo, disperato perché la vita lo mette alla prova, decida di
togliersela. Ci si lascia morire in modi diversi: con una vita disordinata,
intossicata da alcol e droghe, con condotte depressive e soprattutto pensando
che non valga la pena continuare a vivere e così togliersi di mezzo. Il nostro
è un tempo in cui dilaga una fragilità
estesa
, dove la paura del vivere, di soffrire è spesso aggravata dal
timore di essere giudicati da una società che scruta con sospetto la sofferenza
fisica e psichica, marchiando chi la vive, come persona inutile. Anche per
questo si ha paura di vivere, perché l’emarginazione è sempre al varco e non
esita a vedere nella persona debole interiormente un male che la rende “strana”
e per questo oggetto di rifiuto. Non basta stare bene economicamente, se viene
a mancare nella persona fragile il desiderio di vivere, di ridarsi speranza, di
tenere stretta la vita.

Saper vivere

Cari giovani, il nostro è un tempo storico in cui chi
soffre lo deve fare in silenzio,
nella propria emarginazione e isolamento. L’ignoranza e egoismo di coloro che
stanno bene economicamente e socialmente, eliminano dalla società le persone
deboli, depresse.  I fragili
psicologicamente, gli anziani, sono da emarginare (eliminare) perché la loro
presenza nella società è un costo. Gli animi inariditi del nostro tempo, fanno
dimenticare che esistono i diritti, primo fra tutti, quello che tutte le
persone devono poter stare bene. L’uomo si è consegnato totalmente ad una civiltà materialista, credendo che
l’avere, il possedere significasse
essere
padroni del mondo. Ne ha pagato un prezzo altissimo: sottomesso
alle leggi del consumismo, è diventato schiavo del suo stesso mondo e ha perso
la forza della propria coscienza
e libertà. Non può essere sempre
colpa degli altri (società, tasse, governo, lavoro, famiglia) se le cose non
funzionano o accadono, se c’è un esteso degrado umano. Basterebbe forse, una
cosa dal sapore antico: essere consapevoli 
di questa fragilità e con umiltà chiedere aiuto in famiglia, nel gruppo
degli amici, ma a sua volta far leva sulle proprie risorse interiori  perché si compia un atto di responsabilità
verso la propria vita e non ci si lasci cadere le braccia.

Recupero delle capacità

Eppure le risorse esistono e le scienze umanistiche
possono essere utili per imparare a fermarci e avere il coraggio di trovare una
risposta esauriente per promuovere le capacità di recupero della propria
persona. Alcune persone che ci stanno accanto possono essere uno strumento di
recupero delle nostre capacità di scelta, di recupero della dignità umana. Sono
costoro guide che credono nell’altra persona e desiderano aiutarla a sentirsi
protagonista attiva della propria quotidianità. Ciò non vuol dire avere
qualcuno che imbriglia la nostra vita, nessuno è “padrone” di un altro, ma solo
amico che porta in sé il sano desiderio di far conoscere alla persona fragile
le sue qualità e risorse affinché torni a volere il bene per sé e a sentire la
gioia di esserci, di vivere. I genitori, gli educatori, le persone che credono
nel valore della vita, suggeriscono a voi giovani, iniziative da compiere
insieme, propongono il senso del vivere, la sua dignità e libertà, affinché la
persona fragile esca dal cinismo e dalla pigrizia, ricordandosi che vale e non
può cadere in basso, annullarsi.

Tratto dall’ultimo libro di Don Chino Pezzoli ” Tracce di moralita’ “.

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