La coppia squilibrata

La coppia squilibrata

Il collante principale della coppia, quello che più di ogni altra cosa va valorizzato è il buon
senso, inteso come equilibrio comportamentale. Avere cura dell’equilibrio personale
richiede vigilanza, introspezione e verifica di come si agisce. Certamente è sempre l’altro,
l’altra lo specchio del nostro agire. Non basta pensare di essere persone per bene,
controllate, se poi i comportamenti lo smentiscono. Un detto manzoniano fa sapere che
“la vita è il paragone delle parole”. In che senso? Quello che qualcuno pensa o dice di
essere è smentito dal suo modo d’agire. Pensare e dire al proprio partner “ti amo” e poi
essere scortesi, offensivi è davvero un bluff. Eppure le crisi di coppia hanno spesso con sé
questa spaccatura tra la parte interiore foriera di pensieri, sentimenti e quella esteriore
offensiva, sciatta.


Mi confida Lorenza


“A volte la gentilezza la si riserva agli estranei, mentre con i familiari o i partner ci si mostra
scortesi scorbutici. Essere cortesi e gentili non significa essere falsi o costruiti, ma
saper dimostrare al partner il proprio interesse e rispetto. Non va dimenticato che a volte la
mancanza di interesse verso il partner non nasce da fatti eclatanti, ma può essere
generata semplicemente dall’abitudine consolidata di sentirsi trattare in modo scortese,
freddo, distaccato, maleducato e violento. Lo stesso litigio per certe incomprensioni esige
correttezza nelle parole e gesti. Offendere il partner con sarcasmo e disprezzo è
pericoloso, genera spaccature spesso irrimediabili. Ogni correzione richiede saggezza,
specie quando si vuole palesare al partner i suoi comportamenti negativi. Quali sono di
solito?


La mancanza di attenzione


Il rispetto verso il partner, si manifesta nell’attenzione ai suoi desideri. Rispettare i desideri
del partner significa saperli ascoltare, accettare, cercare insieme il modo più adeguato a
soddisfarli. Non tutti i desideri, naturalmente, possono essere accolti, alcuni potrebbero
essere assolutamente contrari ai propri. In questo caso occorre cercare una mediazione,
anche attraverso la ricerca di nuove soluzioni. Spesso s’impone all’altro/a i propri desideri
con modalità perentorie: “Ho fai come ti dico io, altrimenti tutto finisce”. Un modo
autoritario incomprensibile in una coppia chiamata a dover condividere le opinioni e
soprattutto le scelte.


I silenzi prolungati


Le chat, come whatsapp e Facebook, prendono spesso il posto del dialogo ed assolvono,
paradossalmente, alla mancanza di tempo, contribuendo a farci sentire sempre in contatto

  • o meglio connessi – con il mondo dell’altro. Non tutti i partners adoperano le parole per la
    “manutenzione del rapporto di coppia”, spesso non colgono la loro reale importanza
    facendo sì che bronci prolungati e silenzi assordanti abitino il loro quotidiano, facendolo
    transitare in quella zona rossa a rischio di guerra fredda (o anche calda) Parole abusate,
    ridondanti, spesso colpevolizzanti ed aggressive, prendono il posto del reale dialogo,
    caratterizzato invece da scambi, dal darsi il turno nella comunicazione e dalla preziosa
    dimensione dell’ascolto.

Perdonare e farsi perdonare


L’esercizio del perdono nel rapporto di coppia ci vuole. Vivere insieme, si dicono parole di
troppo, si mettono in atto gesti offesivi e scelte non condivise. Insomma, la vita di coppia
conosce incomprensioni, spaccature, litigi. Che fare? Prima di tutto riconosce i reciproci
sbagli, assumendo ognuno le proprie responsabilità. Chiarire poi il perché o la causa di un
comportamento negativo che spesso si ripete, trovare il modo di prevenirlo. Non basta
però, occorre analizzare le emozioni negative presenti sia in lui che in lei. Fatta questa
chiarezza ne consegue il perdonarsi e perdonare. Il perdonarsi consiste nel sentirsi parte
in causa di ciò che sta avvenendo nella coppia. Consegue poi il saper perdonare l’altro
che non consiste in un gesto di magnanimità, ma esclusivamente di dono, di amore.


Essere pupazzi


Alcune coppie vivono accanto come se fossero due pupazzi: si alzano dal letto si lavano
fanno colazione l’uno accanto all’altra e con dei sì dei no sbiascicati passano la giornata
con il telefonino in azione. Chi chiama lui e chi chiama lei non si sa, fa parte di questa
coppia pupazzo. La crisi di coppia c’è ma non preoccupa poi tanto. Un motto che a me
piace e che scriverei in ogni famiglia: “Essere un po’ pazzi per non essere pupazzi”. Non
mi si fraintenda. “Pazzi” di intuizioni, fantasie, sogni per rinnovarsi. “Non pupazzi”, fermi,
appesantiti come cariatidi. Osservo spesso le coppie quanto sono insieme, mi entusiasma
e affascina la vivacità di lei, di lui nei gesti, sorrisi, abbracci, baci, carezze. Un bambino ha
scritto sul suo quaderno: “Mia mamma e mio papà si baciano sempre e sono contenti”.


Non bastano le emozioni


Vivere insieme richiede un impegno, una spinta, un rinnovamento giornaliero. Non
bastano le emozioni perché questa metamorfosi di coppia avvenga. Le emozioni sono
importanti quando diventano sentimenti, cioè sono vidimate dalla mente. Una coppia
cresce se sente e pensa, cioè se le sue emozioni diventano sentimenti. Pascal dice che “Il
cuore ha le sue ragioni che la mente non sempre comprende”. Ma deve comprenderle
perché siano personalizzate. Le ragioni del cuore devono essere motivate dalla testa. In
questo senso si parla infatti di “sentimenti”, cioè di una mente che sente e fa proprie le
emozioni. Mi faccio spesso una domanda: le scelte della coppia sono tutte “di testa”
anziché “di pancia” o, meglio, “di cuore”? Forse sì, ed è per questo che consiglio ai partner
di usarla sempre la testa se vogliono che l’amore sia vero. Mi entusiasma l’affermazione di
Alice: “Prima ti amavo con le emozioni, ora con i sentimenti, cioè con il cuore attaccato alla
testa”.

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