Il virus del nuovo narcisismo

Il virus del nuovo narcisismo

Pensaci Su…
2014-07-09 20:03:52

Gli educatori sottolineano che la cultura dominante favorisce un narcisismo particolare. Sempre le persone hanno manifestato tratti narcisistici;ossia una tendenza che mette l’individuo in un atteggiamento costruttivo, propositivo, intraprendente, ostentativo
Gli educatori sottolineano che la cultura dominante
favorisce un narcisismo particolare. Sempre le persone hanno manifestato tratti
narcisistici;ossia una tendenza che mette l’individuo in un atteggiamento
costruttivo, propositivo, intraprendente, ostentativo. Ora invece gli individui
risultano un miscuglio di passività, di dipendenza, di ripiegamento
sull’immediato. Ci troviamo spesso di fronte a soggetti incapaci di sacrifici e
d’impegno, centrati sui piccoli risultati quotidiani e carenti di passioni
vere. L’orgoglio, quello utile all’affermazione di sé, è stato soppiantato
dalla meschina invidia. Il ricercatore E. Pulcini scrive che il narcisismo
moderno promuove un “Io individualista e desiderante, ancorato al presente e
privo di progettualità, apatico ed antropico, incapace di relazionare e di un
reale confronto con l’altro, estraneo alla vita pubblica; seppur disponibile ad
aderire a gruppi chiusi, clan, sette religiose o ideologiche”. A favorire una
personalità di questo tipo, concorrono alcune situazioni sociali da non
sottovalutare.

  

La precarietà del lavoro. Ormai da alcuni anni non esistono
più grandi complessi lavorativi, ma gruppi imprenditoriali versatili, pronti al
cambiamento e alla ristrutturazione, in funzione delle mutevoli esigenze del
mercato. Gli stessi contratti lavorativi tendono ad essere a breve termine. Le
conseguenze di tutto questo si riflettono sugli stili di vita degli individui.
L’insicurezza del posto di lavoro genera ansia, instabilità, impossibilità di
avere programmi a lunga scadenza, di costruirsi una famiglia, una carriera, di
conseguire risultati sociali stabili. Ne consegue che l’individuo non si sente
importante, non conta niente e quindi rinuncia a conseguire quei tratti veri di
personalità.

  

L’edonismo sfrenato. Il dato che balza agli occhi è che
le persone dei paesi ricchi vivono generalmente in una condizione di eccessivo
benessere. Non si limitano a mangiare, ma sono a caccia dell’alta gastronomia;
non s’accontentano di avere i vestiti necessari, ma il look; non desiderano una
casa modesta per abitare, ma la seconda, la terza casa al mare e in montagna;
non ambiscono al riposo settimanale, ma consultano opuscoli per vacanze
esotiche. Insomma, il piacere ha messo fuori uso la gioia. Non sembra che tal
espediente abbia prodotto la felicità sperata. Insieme agli indici di
ricchezza, oggi si presentano anche quelli del disagio psicologico, della
criminalità, dei divorzi, dei suicidi e delle tossicodipendenze. Soprattutto
uno stile di vita edonistico sospinge verso atteggiamenti narcisisti frivoli,
superficiali, vacui e mutevoli.

  

L’accentuazione del libertinaggio. Nulla più deve
essere imposto in modo dogmatico, tutte le scelte e i comportamenti sono validi
e possono coabitare senza contraddizione o limite alcuno. Tutto è lecito
insomma, proprio come canta scherzosamente Giorgio Gaber: “ Si può, trasgredire
ogni mito / si può, invaghirsi di un travestito / si può, fare i giovani a
sessant’anni / si può, far riesplodere il sesso ai nonni… Tutti i modi di
vivere hanno pari dignità, nulla è da condannare. E’ di moda il motto dei
sessantottini “vietato vietare”. Questa mentalità favorisce l’affermazione di
un soggetto narcisista e individualista che fa ciò che vuole e non ciò che deve.

  

L’uniformità nei comportamenti. I valori, gli usi e i
costumi tradizionali tendono a scomparire sotto l’urto di forze che impongono
uno stile di vita quasi uniformato. L’eliminazione delle differenze tende ad
ottenere dei consumatori strutturati in conformità ad uno standard unico. Le
catene McDoland’s propongono lo stesso panino da New York a Mosca; l’albergo di
Parigi è identico a quello di Miami; i bambini italiani comprano gli stessi
giocattoli di quelli australiani; s’indossano vestiti con la stessa griffe a
Milano, Londra e a Tokio. Questa uniformità, nel modo di pensare e agire, porta
alla perdita della propria storia, delle proprie radici culturali ed avalla un
narcisismo conformista e aperto agli stili di vita imposti dalla pubblicità. I
novelli narcisisti, piaccia o no, giocano più ruoli, hanno la possibilità d’apparire
con diversi atteggiamenti senza stabilire limiti e confini. Ciò può avere
importanti ripercussioni sull’individuo: creare insicurezza, vuoti d’identità,
discontinuità nelle scelte, qualunquismo e irresponsabilità. Necessita quindi
tenere sotto controllo le cause che determinano stili di vita discontinui e
aderire a forme di vita familiare, comunitaria per un confronto costante che
impedisce l’affermazione del personaggio. Il virus del narcisismo purtroppo
intacca un po’ tutti e il virus per curarlo è l’umiltà. Virtù in crisi.  

 

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