“Il partito del non voto”

“Il partito del non voto”

L’opinione di Don Chino
2015-05-29 08:10:58

e dovessi votare in queste elezioni regionali, non saprei proprio su quale simbolo ficcare la mia crocetta. I motivi sono diversi.

Se dovessi votare in
queste elezioni regionali, non saprei proprio su quale simbolo ficcare la mia
crocetta. I motivi sono diversi. Si parla di ripresa economica e occupazionale,
ma  qualcuno ha fatto osservare che tale
ripresa è solo una promessa o un’immaginazione venduta per ottenere consensi. 

Un dato è certo, che le
nostre famiglie sono sempre più povere, i disordini sociali (violenze,
uccisioni, furti, rapine, spaccio di droghe, sbornie ed altro) sono in aumento.
Lo scandalo di chi percepisce stipendi e pensioni da nababbo non fa più
scalpore perché è ormai accettabile che nella nostra società i ricchi siano
sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. 
I soldi sono diventati
l’idolo assoluto e i “fedeli” sono molti a sacrificare al dio soldo l’onestà,
la dignità. I più poveri sono lasciati crepare nei dormitori pubblici e gli
ammalati prima di essere curati si verifica l’età, il costo dell’intervento, la
provenienza. C’è chi vive in “paradisi terrestri” o fiscali e chi ha come
dimora un garage, uno scantinato; c’è chi addenta l’aragosta e chi deve
sfamarsi con i resti delle pattumiere. 
Ci sono anche scandali e
appropriazioni indebite di denaro pubblico che favoriscono la sfiducia dei
cittadini verso le Istituzioni. Vale sempre il principio della furbizia a
scapito di una coscienza retta. L’affermazione più comune dei ladri eccellenti delle
nostre istituzioni è la seguente: “Sono tranquillo, ho fiducia nella
giustizia”. Sempre con la speranza che la giustizia sia giusta… 
Sono ormai molte le
persone che si chiedono: che fiducia possiamo avere quando ci accorgiamo che la
politica deve eseguire gli ordini che pervengono dalla Banca Centrale Europea?
Che ruolo può giocare il nostro Parlamento quando ogni decisione è già
codificata nei trattati Europei e deve essere perseguita senza possibilità di
mediazione, se non marginale? 
Tutto questo ed altro può
certamente giustificare il perché sta costantemente crescendo il “partito
del non voto” che comporta la rinuncia a un’azione fondamentale per la democrazia.
Votare è un dovere morale del cittadino, ma è anche una responsabilità
personale da esercitare liberamente e spontaneamente per il bene comune. 
Sta costantemente crescendo il
“partito del non voto”. Il non
andare a votare può essere una forma di denuncia, di malcontento, di
contestazione. E’ indubbio che questo predominio delle oligarchie finanziarie e
multinazionali, che controllano totalmente anche l’informazione, ha creato una
sensazione generalizzata d’impotenza. Il cittadino si sente inutile e preso in
giro. Vorrebbe votare per quei partiti che sono intenzionati a portare qualcosa
di profondamente nuovo. Quali, in questa babele di beghe, d’interessi personali
o di categoria? 
“Il partito del non voto”
può diventare forte, se i politici non si assumeranno le loro responsabilità, se persevereranno con le loro ipocrisie,
carrierismi e fame di poltrone. Sta avvenendo qualcosa di preoccupante in Italia: i ladri eccellenti si vantano di esserlo, i poveri sono al limite della sopportazione: una caduta di stile personale e sociale.

 

Papa Francesco ha puntato il dito contro la “classe
dirigenziale” che si è “allontanata dal popolo” che si è
“chiusa nel proprio gruppo, partito, nelle lotte interne” e ha
lanciato il suo anatema contro i “corrotti” per i quali “non c’è
salvezza”. Dopo queste parole non mancarono lamenti da parte di
alcuni esponenti politici per l’eccessiva severità del richiamo. Il papa voleva
solamente tratteggiare la strada per risalire la china e tornare a essere un paese civile. 

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