Il lavoro priorità assoluta

Il lavoro priorità assoluta

Pensaci Su…
2014-11-15 20:48:12

“Mentre la crisi perdura, chiediamo che sollecitamente si avvii la sospirata fase di ripresa e degli investimenti in grado di creare lavoro, che e’ la priorità assoluta’”.

“Mentre
la crisi perdura, chiediamo che sollecitamente si avvii la sospirata fase di
ripresa e degli investimenti in grado di creare lavoro, che e’ la priorità
assoluta’”.  Così si e’ espresso il
cardinale Angelo Bagnasco, aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente
della Conferenza nazionale italiana.. Ha poi aggiunto che necessitano reali
piani industriali per portare lavoro al Paese e dare sicurezza al presente e
futuro. Ciò è possibile, continua il cardinale, “…se lo Stato e gli enti locali
saranno lungimiranti e gli istituti bancari non si chiudono in modo
indiscriminato alle richieste di piccoli e medi imprenditori”.

 

Questo richiamo
dei vescovi non va disatteso, proviene dalla gente delle nostre parrocchie, da
migliaia di famiglie che avvertono nei loro figli la mancanza di certezze
future. Spesso la miopia degli adulti e soprattutto una certa rigidezza mentale
nel conservare un’economia statica, un sistema occupazionale rigido, condanna
le nuove generazione all’ozio, alle trasgressioni e alla fuga dal contesto in
cui sono nati e cresciuti per cercare altrove fortuna.  C’è un dovere da parte di noi adulti: non
tradire i giovani con scelte economiche che non tengono presente le loro nuove
forze, non valorizzabili solo in prospettiva del futuro, da collocare dopo di
noi, in alternativa a noi, ma da valorizzare ora come “linfa” indispensabile
che trasforma e rinnova il presente del Paese. 
Il cardinale Bagnasco va oltre con la sua
provocazione, sostenendo che sono i giovani i primi ad intuire “che questo
nostro Paese non si ama a sufficienza, quando avvertono che non sono prese sul
serio le loro spinte innovative”. Sta proprio qui il grande tradimento dei
giovani da parte di un mondo adulto che sembra non trovare il modo d’investire
su di loro e non in altre priorità che spesso si presentano come il toccasana
economico. La domanda fondamentale che le famiglie si fanno, in questo momento
in cui la parola “spread” ha sigillato e “stagionato” il cervello di noi adulti
è la seguente: “C’è un posto di lavoro per mio figlio, mia figlia dopo aver
conseguito, un attestato, un diploma, una laurea? Se non c’è come possiamo dire
ai nostri figli una parola di speranza?”. 
Basta presentare i giovani passivi, fannulloni,
mantenuti, se poi per trovare un posto di lavoro devono attendere il decesso di
un adulto. Capita purtroppo! Molti adulti si mantengono il posto di lavoro
anche quando percepiscono la pensione, fino a quando tirano le cuoia. Qui non
si tratta del discutessimo articolo 18, ma certamente di egoismo da parte
dell’adulto sia dipendente o datore di lavoro. I soldi presi e risparmiati
fanno comodo ad entrambi … Il problema però è e rimane politico, cioè che cosa
è necessario fare perché le nostre aziende e imprese si rinnovino, trovino
energie nuove e facciano investimenti intelligenti per essere competitive nel
mercato mondiale? 
Gli imprenditori che hanno trasferito o trasferiscono
la loro attività produttiva altrove, in altri Paesi, lo fanno per essere
competitivi con il prodotto. Vanno dove il costo soprattutto dell’energia (gas,
elettricità) impiegata nelle aziende è più vantaggiosa e dove la manodopera è
meno vincolata. Qualcuno aggiungerà che la manodopera è anche meno pagata.
Certamente. E’ necessario però prendere coscienza che questa diaspora delle
aziende è in atto, accanto a quelle aziende che chiudono i battenti. O si ha il
coraggio di cambiare, di permettere alle nostre aziende di vivere, di essere
competitive con aiuti e incentivi mirati allo sviluppo o si va verso un futuro
in cui la disoccupazione, soprattutto giovanile, paralizzerà il nostro Paese. 
Basta, cari politici, con la retorica, basta con il
ripetere, fino alla noia, la parola “sviluppo”. Lo sviluppo è urgente oggi per
i giovani, non domani.  Ribadisce il
cardinale Bagnasco: “La Chiesa è cosciente che i giovani non sono semplicemente
soggetti da sottoporre a formazione infinita, ma persone da offrire sfide e
impegni seri, da affidare compiti e responsabilità”. I nostri giovani amano il
loro Paese e desiderano trovare qui lavoro, farsi una famiglia, avere un ruolo
politico, costruire insieme agli adulti 
un futuro possibile e migliore.

https://your-app.it/promozioneumana/wp-content/uploads/2019/07/lavoro.jpg|lavoro_(1).jpg|o.253982.jpg

No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.