Il filo che tesse la vita

Il filo che tesse la vita

Pensaci Su…
2018-03-28 10:34:13

dal libro “Tracce di Moralità” di don Chino Pezzoli

Il termine “dignità” va direttamente collegato
all’aggettivo “umana” in quanto è dell’uomo che si sta parlando e della sua
stessa vita. Non si può quindi scindere l’uomo, la sua vita, il suo essere
persona, dalla sua stessa dignità. L’uomo è un “essere particolare” a cui è
dato il libero arbitrio. Come vuole per sé il rispetto della propria dignità,
allo stesso modo rispetta quella dei suoi simili. Sul termine “dignità” nasce e
continua il dibattito sia in ambito scientifico, filosofico, teologico e sociale. Tale
dibattito sembra essere senza fine, senza un reale punto di convergenza unico
per tutti. Tutto parte da come la stessa persona umana viene considerata fin
dal momento del suo concepimento, indipendentemente come questo avvenga, e fino
al termine dei suoi giorni. Il discorso, ragazzi e ragazze, verte sempre sullo
stesso “filo della vita”, con il suo inizio e la sua fine. Necessita
determinare quando e come questo filo inizia 
e “termina”. In altre parole, riconoscere scientificamente che già
nell’embrione c’è la vita, farla nascere, crescere e accogliere la sua fine
naturalmente senza interromperla. La dignità umana è presente in questo “filo”
che non va mai spezzato perché unisce: l’inizio, la nascita, la crescita, la
fine della vita.

Filo
invisibile

Questo “filo” invisibile della dignità che
congiunge tutti i momenti della vita è fondamentale.  Non esiste la persona dove non c’è dignità
umana e non può esservi dignità umana se la persona è ignorata,
emarginata.  Sembrerebbe quasi un gioco
di parole ma non lo è. Definire la persona umana non è facile, ma, prima di
farlo, è necessario tener presente che esiste una differenza enorme fra la natura
umana e le cose, gli animali.  Questa
grossa differenza è dovuta al fatto che l’uomo (col termine “uomo” si vuole
intendere sia il sesso maschile che quello femminile), considerato in modo
reale, è e rimane sempre “qualcuno”, mentre tutto il resto delle cose create, è
un insieme di “qualche cosa” o di “esseri viventi”. La persona umana ha una
propria vita interiore che la differenzia notevolmente da qualsiasi animale.
Quando la cultura umanistica parla della “persona”, intende sottolineare
l’identità, l’unicità, la spiritualità e moralità della stessa. L’uomo quindi
risulta un essere con un corpo e un’anima che insieme formano la sua grandezza
o dignità.

Mistero
insondabile

Nella cultura attuale notiamo una grande
difficoltà nel riuscire a definire il “mistero” della persona umana. Un essere
che racchiude in sé il “soffio eterno”, la spinta irresistibile a vivere per
sempre. Non si pensi che questi tratti siano solamente concettuali, sono
presenti in ogni persona ed attestano la sua dignità. Non solo. La persona è
intelligenza, volontà, affettività, relazione. Per definire la grandezza
dell’uomo, sta scritto nel libro della Genesi che Dio ha fatto l’uomo a sua “immagine e somiglianza” perché
dominasse tutti gli altri esseri fino a quel momento creati. Dio consegna
all’uomo, tutto ciò che c’è sulla terra perché completi il disegno del suo
creatore. La prima immediata domanda che dovete farvi, cari amici: l’uomo nella
sua evoluzione interiore rispetta il disegno di Dio? Quella “immagine e somiglianza” con il suo
creatore la fa risaltare? La risposta la lascio a voi che siete gli eredi di
una dignità umana che noi adulti abbiamo valorizzato sotto alcuni aspetti e
degradato in altri. Anche quando l’uomo si abbruttisce, la dignità resta. (dal
libro “Tracce di Moralità”  di don Chino
Pezzoli)

 

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