I poppi in sfida

I poppi in sfida

Pensaci Su…
2017-08-09 16:56:38

“Sono una mamma che ha bisogno di alcuni consigli. Il mio secondo figlio Simone

“Sono una mamma che ha bisogno di alcuni
consigli. Il mio secondo figlio Simone di sedici anni da alcuni mesi mi sfida,
pretende tutto, spesso mi fa sentire inadeguata alle sue impellenti esigenze. A
un’attenta analisi tutto quello che io e mio marito gli abbiamo insegnato
sembra per lui essere scaduto, svalutato. La scuola non gli interessa e l’ha
interrotta, la collaborazione in famiglia neanche. Frequenta amici più grandi
di lui e si vanta di gozzovigliare nei bar, pub, discoteche e party. I soldi
che gli diamo non bastano mai. Le mie vicine di casa mi fanno capire che ormai
è un figlio perso. Non mi preoccupa il loro giudizio, chiedo invece un
consiglio, un suggerimento per aiutare mio figlio. Le sue mi sembrano sfide”.

               
                                                                                      Barbara

Le sfide non mancano nei figli, cara
Barbara. Si tratta di gesti ribelli e maleducati, di sguardi cupi e tristi, di
atteggiamenti disordinati e provocatori, di silenzi prolungati, di noia e anche
di rancore verso i genitori. Altre volte, queste sfide, fanno venire meno un
codice morale di comportamento comune e responsabile. Analizziamo insieme
alcuni comportamenti.

Il rifiuto della scuola

Tuo figlio Simone ha interrotto la
media superiore dopo il primo anno. Sta di fatto che la scuola è e deve essere
un impegno sacrosanto per la crescita dei ragazzi: non possono ritenerla
inutile e preferire le giornate trascorse ai giardini pubblici con la ragazzina
o ragazzino da spupazzare. Il rifiuto della scuola è già un segnale di
disordine, di sfida che i figli fanno pervenire ai genitori che, alcune volte,
non colgono o lo ritengono di poca importanza. Credono che la svogliatezza e il
disimpegno scolastico siano dovuti alla carente adattabilità alla scuola, ai
professori, e alle scarse capacità d’apprendimento. No, ragazzi non studiano
perché rifiutano la fatica dell’apprendere, di pensare, di conoscere e
crescere. Questa sfida non va presa sottogamba . Un adolescente che non studia
compromette l’autostima e potrebbe incorrere il rischio di ostentare il
personaggio con gesti di spavalderia e trasgressione.

Il
divertimento- sballo.

Sono molti gli adolescenti che
considerano il divertimento come disordine. I segni del divertimento- sballo
vengono portati in casa, dopo notti passate a consumare forti emozioni e alterazioni
psichiche. Eppure i genitori non reagiscono, anche se sono sfidati da una
presenza ribelle e prepotente che li classifica come presenze sorpassate,
inadeguate, non in grado di capirli nelle loro esigenze e bisogni. Tra i
bisogni più diffusi ci sono: il motorino, i vestiti firmati, i concerti, la
discoteca, gli amici di un certo tipo e tanti soldi.  Sono ragazzi senza futuro?  Ad alcuni genitori purtroppo questo genere di
figli va bene e non perdono l’occasione per tratteggiare di fronte agli altri:
meriti e virtù, pregi e successi. Si direbbe che non sono capaci d’avvertire e
di classificare le sfide, tanto sono abbagliati dall’ammirazione e contagiati
dalla superficialità.


I
miti e le mode strambe.

Se poi si osservano, gli adolescenti
si presentano spesso ai genitori con tatuaggi, piercing, abbigliamento
stravagante, capelli coloratissimi. Sono alcune forme di provocazione che
sottolineano la differenza e la contrapposizione con gli adulti. Qualcuno va
dicendo che i figli devono contestare i genitori per raggiungere la loro
autonomia e entrare nell’età adulta. Non tutte però le contestazioni sono da
ritenersi valide e vantaggiose per la loro crescita. Va bene che questi nostri
figli siano diversi da noi adulti per esprimere un modo d’essere e vivere un
po’ nuovo e così liberarsi da alcune abitudini familiari tramandate attraverso
le generazioni. Non va bene però se la sfida tende ad essere solamente un modo
stravagante per accentuare spaccature, divisioni, esteriorità e vuoti
interiori. Alcuni genitori si compiacciono persino di fronte a certe forme
provocatorie dei figli, per poi dover subire le loro sfide e ribellioni.

La
pretesa di denaro.

I figli vogliono inoltre il portafoglio pieno di soldi e
tacciano i genitori di spilorci se non sono pronti ad appagare le loro
richieste e pretese. Sono gli stessi genitori ad abituarli a spendere tanti
soldi. Comperano persino il loro affetto con i soldi … Danno cose e oggetti costosi,
li vestono da nababbi. E così crescono smidollati e pieni di pretese,
lamentosi, pronti a ricattare mamma e papà, nonni e zii, se non aprono il
borsellino ad ogni loro richiesta. Se poi qualche genitore avrà l’imbecille
orgoglio di dire alla presenza del figlio che non gli farà mancare niente, stia
sicuro che il poppo sarà puntuale nel chiedere “tutto e subito”. I genitori non
diventino pertanto finanziatori, se vogliono avere in casa figli attenti e
sobri e rispettosi della loro fatica.  

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