I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Sr Ruth Pfau

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Sr Ruth Pfau

L’opinione di Don Chino
2018-05-23 00:00:00

Sr. Ruth Pfau nata a Lipsia in Germania nel 1929 era chiamata la “Madre dei lebbrosi”.

Madre dei lebbrosi

Nata nel 1929, quarta di cinque figlie,
in Germania, a Lipsia. I suoi genitori appartenevano a una setta ed erano del
parere che dovesse essere la persona stessa a voler ricevere i sacramenti, una
volta diventata adulta. Compì gli studi di medicina a Colonia e a Bonn e
durante quegli anni venne in contatto con la fede cristiana.

Nel 1953 chiese di ricevere il battesimo
in una comunità studentesca protestante di Magonza. Due anni dopo passò al
cattolicesimo. Era una donna molto decisa. Diventando cattolica disse a se
stessa che lo doveva essere fino in fondo “Tutto o niente” era il suo motto.
Comprese anche che abbracciando la fede cattolica avrebbe dovuto farsi suora.

Nel 1957 si recò a Parigi ed entrò nella
Congregazione delle Figlie di Maria, un istituto fortemente caratterizzato
dalla figura si sant’Ignazio. “Qui – disse in un’intervista dello scorso 28
marzo 2017, raccontando la sua vicenda – mi sono sentita a casa. Senza questa
comunità non sarei mai giunta in Pakistan».

E in Pakistan era giunta attraverso vie
non programmate, dove si vede chiaramente lo svolgersi di un disegno di Dio su
di lei. Nel 1960 era stata inviata dal suo istituto in India per lavorare come
medico delle donne. Ma a causa di un problema riguardante il visto dovette
fermarsi a Karachi. Ed è qui che venne a contatto con il dramma della lebbra.

Una sua consorella la condusse a
visitare il ghetto dei lebbrosi della città. Ne rimase sconvolta: “I topi –
disse – rodevano letteralmente le mani prive di sensibilità, dei lebbrosi. Le
condizioni igieniche in quel quartiere erano spaventose. Per me fu subito
chiaro. Qui bisogna fare qualcosa e io deve dare il mio aiuto”.

Questo primo incontro con i lebbrosi fu
determinante per tutta la sua vita. “Allora – racconta nell’intervista – ero
ancora giovane. E la forza l’ho potuta attingere dagli stessi pazienti. Mi era
diventato chiaro che il mio aiuto in Pakistan sarebbe stato utile. Come suora
non potevo contare sulle mie semplici forze, e oggi posso dire che è il Signore
che mi ha voluto per questo lavoro. Io non mai avuto dubbi su questa scelta né
mi sono mai pentita. Il lavoro con i malati di lebbra era quello giusto per
me”.

Racconta tra l’altro un episodio
drammatico: “Una volta abbiamo salvato da sicura morte una ragazza che viveva
come murata in un grotta di montagna. Oggi è guarita dalla lebbra, è sposata ed
madre orgogliosa di cinque figli”. “Storie del genere – commenta sr. Ruth – mi
rendono particolarmente felice”.

Le è stato chiesto nell’intervista se la
vita vissuta sia stata un po’ verrückt, pazzesca. “Sì
naturalmente – è stata la sua risposta – è un po’ pazzesco fare così. Ma il
Signore non ci ha detto che dobbiamo vivere una vita logica. Io sono molto
contenta di avere avuto questa possibilità di venire in Pakistan. Non volevo
vivere un a vita noiosa, e il fatto di diventare cattolica mi è sembrata la
garanzia di scegliere una vita appassionante. E con Dio, fino ad oggi non mi
sono mai annoiata”.

Muore il 10 agosto
2017 ad Aga Khan University Hospital, Karachi, in Pakistan
. Ora riposa nel cimitero della città di Karachi.

 

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