I Grandi Maestri dell’Umanità – Socrate

I Grandi Maestri dell’Umanità – Socrate

L’opinione di Don Chino
2015-11-05 06:51:40

Socrate è uno dei filosofi più importanti della storia. Nacque ad Atene nel 470 / 469 e morì nel 399 a.C. Suo padre, Sofronisco, era scultore, la madre, Fenarete, levatrice. La sua unica vocazione, a cui dedicò tutta la vita, fu la filosofia, intesa come un’incessante esame di se stesso e degli altri.
Socrate è uno dei filosofi più importanti della storia. Nacque
ad Atene nel 470 / 469 e morì nel 399 a.C. Suo padre, Sofronisco, era scultore,
la madre, Fenarete, levatrice.  La sua
unica vocazione, a cui dedicò tutta la vita, fu la filosofia, intesa come
un’incessante esame di se stesso e degli altri. Ma nonostante questo egli non
scrisse nulla. La sua fu una decisione importante: egli infatti riteneva che la
ricerca filosofica, quella che lui intendeva e praticava, non poteva esse
continuata dopo di lui da un libro. 

Uniche fonti del pensiero di Socrate sono quanto riportato da Aristofane,
Platone, Senofonte, Aristotele e dai socratici minori. Come per i sofisti,
l’interesse di Socrate è rivolto all’uomo e al suo comportamento ma,
diversamente dai sofisti, la filosofia per Socrate non è una tecnica al
servizio dell’utile, deve perseguire la verità e porsi fini etici universali. 
Socrate trova un fondamento antropologico dell’etica e della politica nel
concetto di anima (psyché: l’io consapevole e la personalità morale e
intellettuale). Tutte le virtù vengono ridotte alla sola conoscenza e al sapere
con un’attenuazione del ruolo della volontà che porta a conclusioni paradossali
come: “nessuno pecca volontariamente” o “basta conoscere il bene
per attuarlo”. 
Per Socrate la prova dell’esistenza di Dio si basa sull’esistenza di un
evidente finalismo nel mondo; Socrate concepisce perciò Dio come intelligenza
finalizzatrice del mondo. Il demone socratico è quella voce interiore che
suggerisce a Socrate tutto ciò che va evitato per realizzare la propria
missione. 
Il metodo socratico è detto ironico-maieutico e si basa sul dialogo, in cui
Socrate, fingendosi ignorante, “mette a nudo” l’anima
dell’avversario, per poi farle partorire il sapere, proprio come un
“ostetrico dell’anima”.

  

Fu accusato di non onorare le gli dei della sua città, di aver
importato nuove divinità e di corrompere i giovani. Condannato a morte per le
sue idee innovatrici, Socrate accettò di bere quel veleno, perché vivessero
alcuni suoi principi: “E’ meglio subire
un’ingiustizia che farla”; “Non dalle ricchezze, ma dalle virtù nasce la
bellezza”; “Sapiente è colui che sa di non sapere”.
 

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