I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ |DANTE ALIGHIERI

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ |DANTE ALIGHIERI

L’opinione di Don Chino
2015-11-19 07:30:56

Dante Alighieri, famoso poeta, scrittore e politico, nato a Firenze nel 1265, morto a Ravenna nel 1321 all’età di 56 anni.
Dante Alighieri,
famoso poeta, scrittore e politico, nato a Firenze
nel 1265,
morto a Ravenna nel 1321
all’età di 56 anni. 

Dante
è riconosciuto come il padre della lingua italiana.
La sua fama è dovuta soprattutto alla sua opera, Comedìa, divenuta
celebre come Divina Commedia, la più grande opera
scritta in italiano. Uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale.

 

La Commedia è anche l’opera poetica
della salvezza umana, che esprime nei suoi tre Canti le condizioni delle anime
nell’Inferno, Purgatorio, Paradiso. Il grande poeta offre al lettore uno
spaccato di altissima qualità morale ed etica.

 

Dante si intrattenne su moltissimi argomenti
dello scibile umano, arricchendo di idee e valori la letteratura italiana d’allora e dei secoli successivi. La
stessa cultura occidentale porta l’impronta dantesca tanto da essere
soprannominato il “Sommo Poeta”. 
Nella storia letteraria italiana egli è stato ed è sempre
operante; l’immagine di Dante “padre” non è espressione retorica e
mitica, ma concreta realtà storica. Pertanto egli è stato ed è sempre operante
anche nel corso della nostra letteratura come un ispiratore
ideale, un modello letterario. 
Dante è il poeta della
certezza. Nessun dubbio turba mai il poeta, che pure sa e rappresenta la
fragilità del cuore, il pericoloso pencolare della superba intelligenza degli
uomini verso l’errore. Esamina e giudica, inflessibile, piccoli e grandi, i
singoli e tutto il suo tempo

 

Il ruolo di Virgilio nella Commedia dantesca è di quelli
centrali. Virgilio è presente e ‘conta’ per Dante sia in riferimento alla sua
opera sia come presenza personale: quella di un autore, anzi dell’autore
per eccellenza, sulle cui pagine
l’Alighieri si è formato.

  

Il lettore della Commedia dantesca non si domanda mai se quel giudizio così forte e
categorico sia legittimo; non ha mai l’impressione che sia pretensioso e fatuo
e unilaterale, tanta è la saldezza della fede e delle convinzioni da cui
deriva, una fede che passa nel lettore, il quale avverte che a giudicare non è
Dante, ma che egli è solo l’interprete sicuro d’una legge divina che diventa
indiscutibile anche per noi.

  

O superbi cristian, miseri lassi, che, della vista della
mente infermi,
fidanza avete ne’ retrosi passi, non v’accorgete voi che noi siam vermi
nati a formar l’angelica farfalla, che vola alla giustizia sanza schermi?”
 
(Dante)  
Parafrasi: O superbi cristiani, poveri infelici con la mente ottenebrata, che avete
fiducia nei vostri passi rivolti all’indietro, non vi accorgete che noi siamo
dei vermi, destinati a formare una farfalla angelica che vola senza intralci
alla giustizia divina?

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