I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Christiane Nusslein Vholard

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Christiane Nusslein Vholard

L’opinione di Don Chino
2017-04-27 07:21:32

Nata nel 1942, Christiane crebbe nella zona sud di Francoforte a due passi dalla foresta,

Nata nel
1942, Christiane crebbe nella zona sud di Francoforte a due passi dalla
foresta, libera di scorrazzare tra gli arbusti. Già in tenera età, però, pareva
determinata: all’età di dodici anni aveva le idee chiare, sarebbe diventata una
biologa. I suoi docenti del liceo, nei loro report, la descrivono come una
studentessa dotata di un’intelligenza sopra la media, di un giudizio critico e
qualificato e di talento innato per i lavori scientifici. 

Era l’unica
in famiglia appassionata di scienze. 
Eppure Christiane, di temperamento tutt’altro che solitario, non era per
niente intenzionata a scoprire da sola l’universo verde: riferiva costantemente
delle sue letture scientifiche al papà architetto e alla mamma pittrice,
entrambi affascinati dalla musica.

Riservata e
poco incline a mettersi in mostra, finì per la prima volta al centro
dell’attenzione durante la cerimonia di consegna del diploma di maturità. In
quella circostanza, dopo aver tenuto un discorso sul “Linguaggio degli
animali”, raccolse numerosi consensi, un motivo in più per perseguire con
studi,  in quella direzione.

Trasferendosi
nel 1964 a Tubinga, davanti a lei si aprì  la possibilità di portare avanti studi
avanguardistici sulla biosintesi delle proteine . Con il collega Wieschaus
introdusse in biologia il concetto di ” Grande Scienza “,
conducendo un ambizioso progetto di mutagenesi su larga scala per portare un importante contributo alla comprensione del
programma di sviluppo embrionale del moscerino della frutta Drodophila melanogaster. 

A lei, il merito
di aver compreso che i geni omeotici (geni di controllo di una serie di altri
geni adibiti allo sviluppo di un organismo) non sono gli unici a compiere la
stessa funzione nella Drosophila (moscerino). Il suo corpo, come quello di ogni
altro organismo superiore, presenta un certo numero di assi, perciò, lo studio
dei mutanti del moscerino ha permesso di chiarire quali sono i geni necessari
per lo sviluppo dei vari assi.

Una scoperta
sensazionale, che guidò la scienziata dritta al Nobel. Durante la cerimonia di
consegna, non nascose quanto il lavoro degli ultimi anni fosse stato
frustrante; tuttavia, sottolineò anche come, allo stesso tempo, la gioia di
aver compreso qualche mistero della scienza l’avesse ripagata di ogni fatica. “Questo
animale ( Il moscerino)  è stato
estremamente collaborativo nelle nostre mani e ci ha rivelato alcuni dei suoi più
reconditi segreti”, commentò nel suo discorso.
Oggi, all’età di settantaquattro
anni, Christiane Nüsslein-Volhard vive nei pressi di Tubinga in un ex monastero del
XIV secolo. È lì che alleva alcuni pesci zebra: dopo una vita dedicata ai
moscerini, sono loro i suoi ultimi compagni di studio.

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