I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Anthony De Mello

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Anthony De Mello

L’opinione di Don Chino
2016-04-21 08:01:56

De Mello padre gesuita, nacque a Santa Cruz, un sobborgo di Mumbai in India. Fece parte della Compagnia di Gesù nel 1947 all’età di sedici anni.
De Mello padre gesuita, nacque a Santa Cruz, un
sobborgo di Mumbai in India. Fece parte della Compagnia di Gesù nel 1947
all’età di sedici anni. Viaggiò in parecchi paesi per studiare e più tardi per
insegnare, principalmente in Spagna e negli Stati Uniti, dove diventò uno
psicoterapeuta. Ben presto divenne famoso per i suoi libri sulla spiritualità,
che univano la religione cristiana e quella orientale buddista con i suoi studi
di psicologia. 

In India, organizzò numerosi ritiri spirituali,
ed era in genere ritenuto una persona saggia e stimata. Fondò anche un centro
di preghiera in India, chiamato «Sadhana». Morì improvvisamente nel 1987 per un
attacco cardiaco, suoi libri sono ancora ristampati, e alcuni scritti inediti
sono stati pubblicati dopo la sua morte. 
Il messaggio spirituale di De Mello. Dai suoi
libri, caratterizzati da un stile intelligente e spesso umoristico si possono
attingere i grandi contenuti della religione cristiana e le tradizioni
orientali e il suo messaggio spirituale. Riporto alcuni pensieri: 
“La prima cosa che
voglio capiate, se davvero intendete svegliarvi, è che non volete svegliarvi.
Il primo passo verso il risveglio è essere sufficientemente sinceri da
ammettere di fronte a se stessi che non è piacevole. Voi non volete essere
felici.” 

“La solitudine non si
cura con la compagnia umana. La solitudine si cura attraverso il contatto con
la realtà.”
 
“Se vogliamo essere
felici, possiamo esserlo adesso, perché la chiave della felicità è nascosta
dentro di noi. Essa non dipende dagli avvenimenti che ci capitano ma dal modo
in cui li percepiamo e li affrontiamo.” 
Il grande maestro di
Zen Riokan viveva una vita semplicissima ai piedi di una montagna. Un giorno
che lui non era in casa un ladro penetrò nella sua capanna, ma non vi trovò
nulla da rubare. In quel momento, il maestro rientrò, trovò il ladro nella
capanna e disse: “Devi essere venuto da molto lontano per incontrarmi, non te
ne puoi andar via a mani vuote”. Così gli diede le sue coperte e i suoi
vestiti. Il ladro, frastornato, prese coperte e indumenti e se la svignò.
Quando se ne fu andato, il maestro sedette sulla soglia della capanna e guardò
la splendida luna piena, pensando: “Poveretto, avrei voluto potergli dare
questa splendida luna!”.

  

De Mello mostra apprezzamento per Gesù, del
quale si dichiara “discepolo”. Ma lo considera come un maestro
accanto agli altri. L’unica differenza con gli altri uomini è che Gesù era
“sveglio” e pienamente libero, mentre gli altri no. Non viene riconosciuto
come il Figlio di Dio, ma semplicemente come colui che ci insegna che tutti gli
uomini sono figli di Dio. 
Anche le affermazioni sul destino definitivo
dell’uomo destano perplessità. In qualche momento si parla di uno
“scioglimento” nel Dio impersonale, come il sale nell’acqua. In
diverse occasioni si dichiara irrilevante anche la questione del destino dopo
la morte. 
Sembra che dica che ci deve interessare
soltanto la vita presente. Quanto a questa, dal momento che il male è solo
ignoranza, non ci sono regole oggettive di moralità. Bene e male sono soltanto
valutazioni mentali imposte alla realtà. 
Coerentemente con quanto esposto finora, si può
comprendere come secondo la logica di De Mello, qualsiasi credo o professione
di fede sia in Dio che in Cristo non può che impedire l’accesso personale alla
verità. La Chiesa, facendo della parola di Dio nelle Sacre Scritture un idolo,
ha finito per scacciare Dio dal tempio. Di conseguenza essa ha perduto
l’autorità di insegnare nel nome di Cristo. 
Al fine pertanto di tutelare il bene dei
fedeli, la Congregazione per la Dottrina della Fede guidata dal cardinale
Ratzinger poi Benedetto XVI, ritenne necessario dichiarare che le posizioni
dottrinali di De Mello sono incompatibili con la fede cattolica.

 

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