I GRANDI MAESTRI DELL’ UMANITA’ – Sofonisba Anguissola

I GRANDI MAESTRI DELL’ UMANITA’ – Sofonisba Anguissola

L’opinione di Don Chino
2017-09-20 08:31:03

Sublime pittrice, maestra del ritratto

Sublime pittrice, maestra del ritratto

Il 2 febbraio del 1532 a Cremona nasceva la pittrice Sofonisba Anguissola. Originaria di
una nobile famiglia Piacentina, dai limitati mezzi economici, l’artista era la
primogenita di Amilcare Anguissola e di Bianca Ponzoni. Il padre di Sofonisba,  sempre incoraggiò le abilità artistiche delle
figlie in quanto egli stesso era amante dell’arte e un disegnatore dilettante

A Sofonisba fu tuttavia precluso lo studio della
matematica, della prospettiva e dell’impegnativa tecnica dell’affresco
. Studiò presso la bottega
del maestro cremonese Bernardino Campi e Bernardino Gatti successivamente.

Fu la prima pittrice italiana ad ottenere lafama
internazionale
. Nel 1559 approdò alla corte di Filippo II di Spagna, divenendo la
ritrattista della famiglia reale, e vi rimase fino al 1568 anno di morte della
sua protettrice la regina Elisabetta, di cui era divenuta dama di corte e
confidente.

Proprio per la sua abilità di ritrattista, la pittrice Cremonese, fu tanto
apprezzata ai suoi tempi: introdusse vari elementi nuovi nella pittura con
dipinti particolari, come la Partita a scacchi. La pittrice dipinse spesso con
minuzia descrittiva elementi che, come pezzi di un puzzle, aiutano a ricomporre la personalità del soggetto
raffigurato: un medaglione, un libro aperto, un guanto, un gioiello, uno
spadino, secondo l’approccio tipico della ritrattistica cinquecentesca, ma con
un naturalismo diretto.

Il ritratto, inoltre, non è solo l’immagine della persona ma
accenna anche alla sua storia, infatti, accanto ai volti straordinariamente
somiglianti, «tanto ben fatti che pare che spirino e siano vivissimi»
come li descrisse il Vasari, dopo aver visto nel 1566 i ritratti di famiglia in
casa Anguissola.  


Indimenticabile è l’intensità degli sguardi e la capacità espressiva dei visi,
sui quali Sofonisba si esercitò molto sin da giovanissima, basandosi sulla teoria Leonardesca dei moti
dell’animo, il riso ed il pianto, fino ad allora poco considerati in
ambito ritrattistico.

Significativo a questo proposito il disegno di un bimbo che piange perché
morso da un gambero, al quale molto probabilmente si sarebbe ispirato Caravaggio per il suo Ragazzo
morso da un ramarro
.

Il suo contributo artistico riuscì nel tempo, a conquistarsi la dignità e il riconoscimento
professionale in un ambiente, fino ad allora, dominato da uomini. Fu una pioniera, probabilmente anche
inconsapevole, del movimento femminista,
come figura di riferimento a cui molte donne si ispirarono, soprattutto durante
i moti rivoluzionari di inizio ‘900.

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