Gli stipendi d’oro dei dirigenti statali

Gli stipendi d’oro dei dirigenti statali

L’opinione di Don Chino
2014-03-24 19:39:37

Le persone pensano che l’avere, il possedere soldi, l’arraffare beni sia lo scopo principale del vivere.

Le persone pensano che l’avere, il possedere soldi,
l’arraffare beni sia lo scopo principale del vivere. Per alcuni dirigenti
statali i lauti stipendi che percepiscono sono meritati e quindi intoccabili.  Mi chiedo solamente: che fanno di così
importante e insostituibile? Penso che il giusto salario sia fuori discussione,
basta che sia comparato con altri salari. Comparato non significa equiparato.  La comparazione è dettata dal buon senso che
dovrebbe abitare nelle zucche di alcuni onnipotenti dirigenti. Non è così!
Pensano che le loro prestazioni meritano soldi, tanti soldi. Qualcuno ha fatto
sapere che se ne va se lo stipendio gli viene piallato… Se ne vada pure, con il
saluto e l’accompagnamento di molti cittadini senza lavoro. Alcuni baroni delle
aziende pubbliche sono come la lumachella che ricorda il poeta Trilussa:
lasciano sulle loro grandi opere un po’ di bava e sono sicuri che la storia
parlerà di loro. Che illusione! Chi si ricorda degli amministratori delle F.S
precedenti? Forse qualche burocrate o portaborse. Il sistema politico e
consumistico favorisce molto la deformazione del pensiero, a tal punto che i
nostri dirigenti statali non si preoccupano degli effetti collaterali.
Quali?  La disuguaglianza tra ricchi e
poveri, lo sperpero dei primi e la miseria e fame dei secondi. Sì, perché una
visione ristretta della vita, incollata unicamente al proprio avere, lascia
morire quella parte profonda che suggerisce alla mente una giustizia vera.
Qualcuno ha scritto che è difficile modificare un sistema retributivo varato
dai politici (di tutti i partiti) che scelgono i loro uomini a dirigere
l’azienda statale. Sono pienamente d’accordo: i dirigenti importanti sono
pagati, pagatissimi e non si saprà mai quale pizzo assicurano al partito
garante. Le cose vanno così, sono sempre andate così e cambiarle è possibile
solo se si è disposti ad inimicarsi qualcuno, anzi molti. Ora è arrivato il momento
di alleggerire le tasche di questi baroni che si sono spesso rifugiati nell’ideologia
di sinistra, di destra, di centro e dintorni per assicurare il loro malloppo.
Ce la farà l’attuale governo? Ne dubito. La mentalità evangelica di dividere il
pane e il pesce moltiplicato e sfamare tutti, sa di favola per chi ha e vuole
avere sempre di più. La stessa solidarietà è inesistente in chi gozzoviglia,
spreca, sventola sopra la testa dei poveri il suo potere, afferma le sue
qualità manageriali, tiene stretti i suoi quattrini come se fossero un trofeo
conseguito. Questi dirigenti dell’azienda statale percepiscano stipendi faraonici
(meglio non riportare le cifre). Non solo. Giustificano tali compensi… C’è chi
difende la casta e sostiene che i dirigenti statali per fare responsabilmente
il proprio lavoro devono essere ben remunerati. Io ho sempre pensato che la
remunerazione per il lavoratore debba essere giusta, tenendo presente i ricavi
e i costi di ogni azienda. Non mi sembra che lo Stato italiano sguazzi nel
benessere…E poi, domando scusa se sbaglio, la responsabilità lavorativa fa
parte del codice etico del dipendente, non può essere monetizzata.   

 

Don Chino Pezzoli

 

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