GENITORI, “UN TRENO DI DESIDERI”

GENITORI, “UN TRENO DI DESIDERI”

Pensaci Su…
2014-07-18 20:19:38

Ho incontrato mamme che proiettavano sul figlio che portavano in grembo caratteristiche fisiche e psichiche speciali.

Ho incontrato mamme che proiettavano sul figlio che portavano in grembo caratteristiche fisiche e psichiche speciali.  Immaginavano che  il nascituro   fosse una creatura bella sotto tutti gli aspetti. Il più bello di tutti.  I pensieri  e i desideri materni positivi sono necessari per dare inizio  a un contatto mamma-feto che costituirebbe, secondo alcuni esperti, la base iniziale delle relazioni future. Il feto è in grado di avvertire questo iniziale contatto materno.  Pare che sappia conservare in sé la presenza della mamma e tratti di sicurezza, di serenità.  Il figlio nasce, pertanto, portando in sé  un’impronta profonda di sensazioni, di abitudini, d’attese che la mamma per nove mesi trasmette.  Un “contagio” importante dunque. Una trasfusione psicologica che lascia segni indelebili nel figlio. 
Improprie e deludenti  aspettative  
Spesso i genitori desiderano che i figli sappiano realizzare i loro desideri o progetti  incompiuti. Vogliono pertanto per i  figli un futuro già programmato sulla falsa riga del proprio passato. I figli devono imitare i genitori e provvedere alle lacune degli stessi. Se il genitore, ad esempio, non era riuscito a laurearsi, a svolgere una certa professione, i figli suppliranno le carenze paterne e materne. Queste aspettative sono pericolose:  invadono la mente dei figli, limitano o escludono le loro scelte. Per svincolarsi da questo ingombrante retaggio, dovranno lottare per anni.  Se poi non riuscissero a liberarsi, vivranno male, con i sensi di colpa, per aver deluso  le persone più care. Le aspettative sbagliate dei genitori sono presenti  soprattutto in contesti famigliari  in cui il rampollo è ritenuto un gregario che continua i successi o rimedia agli insuccessi genitoriali. Così facendo, in un modo subdolo e impercettibile, i genitori considerano i figli un loro possesso.  Confida a un’amica Tania:“Voglio che mia figlia arrivi dove non sono arrivata io. Desideravo tanto fare carriera nel mondo della canzone. Lei ha una bella voce, un corpo attraente,le basta un po’ di fortuna per arrivare al successo”. 
Figli a “immagine e somiglianza”  
Tania lo dice esplicitamente, quanto desidera sua figlia a propria immagine e somiglianza. Altri genitori  ne parlano in maniera più diplomatica; altri ancora, cercano di nascondere le loro attese, ma  difficilmente ci riescono. Insomma, sognano che i loro figli siano  brillanti come  il papà, la mamma, i nonni, gli zii.    I genitori hanno fissato nella loro memoria i loro progetti e sogni  svaniti e sono pronti a inculcarli nei  figli, come fossero un atto dovuto, un prezzo da pagare per il mene avuto. Dimenticano che i figli sono delle persone completamente diverse nelle attitudini, capacità, desideri e aspirazioni. E’ davvero pericoloso per i genitori desiderare  figli gregari, custodire gelosamente nella propria memoria modalità comportamentali vincolanti, aspettative che appagano solamente  le loro passate frustrazioni.  
“È grave sforzarsi di essere uguali: provoca nevrosi, psicosi, paranoie. È grave voler essere uguali, perché questo significa forzare la natura, significa andare contro le leggi di Dio che, in tutti i boschi e le foreste del mondo, non ha creato una sola foglia identica a un’altra. Ma tu ritieni che essere diverso sia una follia? (Paulo Coelho).
Un amore che ostacola il volo   

E’ in nome dell’amore che i genitori impediscono ai figli di essere, di volare.  Insistono per un certo rendimento scolastico, vogliono che partecipino al corso di nuoto, di basket, di Judo, che scelgano come amico del cuore quel bambino che giudicano assennato, obbediente  e che appartiene a una famiglia per bene. Le attese dei genitori continuano anche quando il  figlio è  adolescente nelle scelte importanti: la scuola superiore, gli eventuali studi universitari… Si ritengono bravi, attenti, affettivi questi genitori.  Ma amano solo se stessi, senza accorgersi. Sono parecchi i genitori che “viaggiano”  con il “modellino” dei figli in tasca. Lo conservano e applicano convinti di amare, di preparare ai figli un futuro felice. 
Mi piace leggere e rileggere ciò che scrive il poeta Gibran:

I Figli

“E una donna che reggeva un bimbo al seno disse, Parlaci dei Figli.
E lui disse:
“I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di se stessa.
Essi vengono attraverso voi ma non da voi,
e sebbene siano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro il vostro amore ma non i vostri pensieri.
Poiché hanno pensieri loro propri.
Potete dare rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime,
giacché le loro anime albergano nella casa di domani,
che voi non potete visitare neppure in sogno.
Potete tentare d’esser come loro, ma non di renderli
come voi siete.
Giacché la vita non indietreggia né s’attarda sul passato.
VOI SIETE GLI ARCHI DAI QUALI I VOSTRI FIGLI ,
VIVENTI FRECCE, SONO SCOCCATI INNANZI.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito,
e vi tende con la sua potenza affinché le sue frecce possano
andare veloci e lontano.
Sia gioioso il vostro tendervi nella mano dell’Arciere;
poiché se ama il dardo sfreccia”.

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