ESTATE, QUELLA VOGLIA DI VIVERE

ESTATE, QUELLA VOGLIA DI VIVERE

Pensaci Su…
2015-08-07 10:35:41

La passione più tenace riguarda certamente la propria vita. Nei giorni estivi questa passione sembra esplodere. Tutto vale: incontri, mare, monti, camminate, mangiate in montagna e diete al mare
La
passione più tenace riguarda certamente la propria vita. Nei giorni estivi
questa passione sembra esplodere. Tutto vale: incontri, mare, monti, camminate,
mangiate in montagna e diete al mare. Evviva. Il filosofo Blaise Pascal
scrisse: “Negli uomini c’è un altro istinto segreto, residuo della grandezza
della prima natura che fa loro comprendere che la felicità vera è nella quiete
e non nel trambusto.

  

La riflessione e
meditazione erano per lui le vie più immediate per rasserenarsi, risvegliare la
voglia di vivere. L’uomo contemporaneo non conosce più la forza della
concentrazione, la capacità di comunicare con la parte profonda di se stesso.
Le distrazioni sono entrate ormai nelle vene e nel cervello e, se non si butta
nel trambusto, ha la sensazione d’essere inesistente. Nemmeno durante le ferie
apprezza il riposo per ascoltarsi, apprendere, attraverso le riflessioni, la
bellezza della sua anima.

  

Sì, l’anima c’è, anche per
chi crede d’avere solo il corpo bello, giovane e seducente… Si manifesta quando
si sta in compagnia dei propri pensieri. Il rumore, la frenesia, le chiacchierare
sono come una droga, una dipendenza incontrollabile. La mente ha bisogno di
quiete per sentirsi viva, trovare fiducia in sé, esprimere le sue potenzialità
umane e spirituali. La nostra storia è intessuta d’episodi, situazioni e
sofferenze che richiedono un piccolo periodo di elaborazione per capire il
senso.

  

Ognuno di noi, in questo
debutto, è attore e personaggio con il preciso compito d’essere piacevole,
affascinante. Conosco persone che restano sempre fuori scena, non sanno dove
sono e perché ci sono. Mi ricordano un’affermazione dello scrittore francese
Gustave Flaubert: ”Mi sento vecchio, usato, nauseato di tutto. Gli altri mi
annoiano come me stesso. Ciononostante lavoro, ma senza entusiasmo e come si fa
un compito. Non attendo altro dalla vita che una sequenza di fogli di carta da
scarabocchiare in nero. Mi sembra d’intraprendere una solitudine senza fine,
per andare non so dove. Sono io stesso a essere di volta in volta il deserto,
il viaggiatore e il cammello”.

  

Lo scrittore descrive una
sorta di nausea, di vuoto, di scoraggiamento; una sensazione che aleggia in
molte persone adulte demotivate. Sazie di tutto, ma interiormente vuote. E’
vero, è difficile trovare persone vere, capaci d’ascoltarsi, di stare in
compagnia dei propri vissuti. In molti hanno il non senso stampato in volto
anche se palesano ricchezza, potere, successo. Il vuoto interiore che appiattisce
la loro anima è terribile.

 

 

Le vacanze servono anche per verificare
gli sbagli, le incoerenze, le superficialità che hanno bloccato la nostra
maturità. E poi, valorizzare il presente con i nuovi incontri, amicizie.
L’altro “non è un inferno”, come vuole farci intendere Sartre, ma un’occasione
per amare, scalfire la patina della solitudine. Mi dimenticavo d’invitarvi a
sussurrare, in questo tempo di riposo, una preghiera, un grazie a chi ha voluto
la nostra vita. Se viviamo, del resto, è perché Lui ci vuole e ama in ogni
momento. Io ci penso, provaci anche tu.

 

 

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