Dopo un anno dalla rinuncia. Due Papi così diversi e tanto vicini

Dopo un anno dalla rinuncia. Due Papi così diversi e tanto vicini

L’opinione di Don Chino
2014-02-11 17:26:01

E’ trascorso un anno dalla rinuncia di Benedetto XVI. Certe nostre domande che ci siamo fatte allora difronte a una decisione inaspettata, ora trovano una risposta. Papa Benedetto aveva motivato la sua rinuncia al papato per l’età e stanchezza. Ora possiamo dire che un volere trascendente ha deciso questo cambio. Questi due papi vengono presentati da molte parti (erroneamente) come molto diversi e “lontani” l’uno dall’altro.
E’ trascorso un anno dalla rinuncia di Benedetto XVI. Certe nostre domande che ci siamo fatte allora difronte a una decisione inaspettata, ora trovano una risposta.  Papa Benedetto aveva motivato la sua rinuncia al papato per l’età e stanchezza. Ora possiamo dire che un volere trascendente ha deciso questo cambio. Questi due papi vengono presentati da molte parti (erroneamente)  come molto diversi e “lontani” l’uno dall’altro. Da una parte Papa Francesco, un pastore latino-americano, popolare e particolarmente essenziale nelle forme, come dimostrato da alcune sue decisioni. Dall’altra parte, Benedetto XVI, un teologo tedesco, già capo dell’ex Sant’Uffizio, interiore e particolarmente attento alle problematiche dottrinali. C’è chi ha, addirittura, cercato di contrapporre le due figure e di “mettere contro” Francesco e Benedetto XVI. Alcuni hanno cercato di evidenziare come papa Francesco, a differenza di papa Benedetto, susciti particolari simpatie anche negli ambienti laici, di solito molto lontani dalla Chiesa. Al di là di queste voci, che non trovano conferma, pochi sottolineano come esista, invece, una sintonia e continuità tra questi due grandi pontefici della Chiesa. Andrea Tornielli, vaticanista de La Stampa, scrive che “la vera continuità tra i due Papi sta in tanti passaggi ed in tanti accenti che si sono visti ed ascoltati: l’umiltà, la coscienza che la Chiesa la conduce il Signore”. Questa è la vera risposta a tutte le nostre perplessità e domande dopo la rinuncia di papa Ratzinger. Questa Chiesa santa e peccatrice è nelle mani di Dio. Si racconta che alla morte di Giovanni Paolo II, quando i cardinali si riunirono in conclave per eleggerne il successore, fu un lungo testa a testa proprio tra gli allora cardinali Ratzinger e Bergoglio. Un testa a testa che rischiava di portare ad un’impasse, che avrebbe reso difficile individuare il successore del papa polacco. Fu allora che il cardinale di Buenos Aires Bergoglio chiese ai propri sostenitori di indirizzare i propri voti a Ratzinger, che venne così eletto Papa. Fu una “sfida” tra chi desiderava ritirarsi a “vita privata” per dedicarsi ai suoi amati libri (Ratzinger) e chi allora non si sentiva pronto per guidare la Chiesa (Bergoglio). Proprio quest’ultimo è stato otto anni dopo chiamato a succedere a Benedetto XVI. E’ un lungo filo che per otto anni ha unito Benedetto a Francesco. Un filo che continua a unire il Papa emerito e il Papa attuale, che è destinato sempre più a rafforzarsi.  La storica rivista dei Gesuiti, la “Civiltà Cattolica”, parla infatti di “una radicale sintonia tra Benedetto XVI e Francesco, due figure di altissima spiritualità, il cui rapporto con la vita è completamente ancorato a Dio”. Ci si chiede, in questi giorni, dopo che l’Onu ha avanzato critiche sulla tolleranza della pedofilia nella Chiesa, se papa Benedetto abbia lasciato un memoriale al suo successore sui provvedimenti presi e da prendere.  Sono certo che papa Francesco negli incontri avvenuti con il suo predecessore abbia anche affrontato le questioni spinose e chiesto consigli a Benedetto. Senza dubbio il rapporto Vatileaks, lasciato da Benedetto XVI in “eredità” al suo successore, e le ombre che si sono abbattute su quel rapporto hanno trovato chiarimenti, decisioni concordate.
Non è però solo su questo problema che i due papi hanno parlato durante gli incontri. Sembra, infatti, che Benedetto XVI abbia lasciato a Francesco un memorandum scritto da lui stesso, di circa trecento pagine. Di ciò ha parlato l’ex segretario di Papa Giovanni XXIII, Monsignor Loris Capovilla, che in un’intervista al quotidiano cattolico Avvenire ha dichiarato: “Comunque sia, Benedetto XVI ha lasciato sulla scrivania del suo successore qualche cosa come trecento pagine scritte personalmente all’attenzione di papa Francesco”.  Sembra, quindi, che il papa abbia lasciato al suo successore, una vera e propria descrizione della Chiesa, un memorandum che papa Francesco si è letto con grande attenzione. E’ da lì, infatti, che papa Francesco ha preso e prende spunto per dare il via a quella riforma della Chiesa che tutti aspettiamo. Una riforma iniziata che è scritta da due mani, quella di Benedetto e quella di Francesco. Sono certamente due papi diversi, ma tanto vicini.Don Chino Pezzoli

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