Carcere e internet

Carcere e internet

Italia Parallela
2014-01-17 21:07:26

Il Carcere è per sua natura un luogo chiuso, in cui i rapporti con l’esterno tendono ad essere rigidi e definiti.

Il Carcere è per sua natura un luogo chiuso, in cui i
rapporti con l’esterno tendono ad essere rigidi e definiti. Le leggi vigenti
non permettono ai detenuti di utilizzare internet, il problema principale è la
sicurezza. Di norma, infatti, niente può uscire e entrare dal carcere senza il
benestare della direzione, e se, è possibile controllare le lettere scritte dai
detenuti, non si può esercitare la stessa sorveglianza sull’ e-mail o sulle
conversazioni on-line. La rigidità di questo divieto si sta lentamente
stemperando sia in Italia che all’estero. Negli Stati Uniti questo è avvenuto
in particolare tra i condannati a morte a cui, in alcuni casi, le direzioni
delle carceri hanno permesso di tenere un sito internet; particolarmente
celebre e visitato è stato il sito: “Dead Man Talking” di Dean Carter. In
Italia alcuni interessanti progetti sono emersi nell’ambito dei giornali
scritti dai carcerati che in alcuni casi, come a San Vittore per esempio, hanno
dato vita ad edizioni in rete. Di recente sono state ipotizzate, a livello
ministeriale, due possibilità per render accessibile internet ai detenuti: la
prima è quella di utilizzare un collegamento “mirroring”, ovvero specchiato,
che consiste nel collegarsi ad alcuni siti scelti in precedenza, scaricarne le
pagine, scollegarsi e solo in quel momento permettere ai detenuti di navigare,
una specie di navigazione in differita. La seconda è quella di consentire la
navigazione solo in certi siti predefiniti, ma questa soluzione è più
problematica perché ogni sito rimanda ad altri, con il rischio di perdere il
controllo sulla navigazione. Il progetto “Dentro e fuori”, nato dalla
collaborazione tra la direzione della Casa Circondariale Lo Russo e Cutugno di
Torino e la redazione de ” Il Contesto “, si propone di portare
internet in carcere non come mezzo d’informazione, ma come uno strumento per
incoraggiare relazioni e costruire dialoghi…. dialoghi virtuali, con persone
che di virtuale hanno ben poco. L’idea è quella di fruire delle possibilità del
web applicandole ad una operazione inedita: lo scambio di messaggi, idee,
pensieri e informazioni tra i detenuti e la società civile. Il tutto
rigorosamente pubblico ed accessibile a chiunque. Il sito www.ilcontesto.org,
come precursore di questa iniziativa ha consentito ai detenuti della sezione
“Prometeo” del carcere di Torino di pubblicare scritti, appelli , poesie e
considerazioni, ma soprattutto ha dato la possibilità agli utenti civili di
interagire con loro attraverso commenti, impressioni e domande rivolte
direttamente ai detenuti. Ogni settimana i messaggi vengono raccolti e
consegnati ai detenuti che a loro volta preparano i loro pezzi da spedire,
innescando così una comunicazione preziosa sia per chi scrive che per chi
riceve. Guardando questa interessante iniziativa viene spontaneo riflettere su
come, soprattutto in questo caso, ogni strumento assume senso e significato
solo ed unicamente alla luce di come viene utilizzato. Dopo il potere di
annullare le distanze, infatti, è stata data ad internet la possibilità di valicare
mura solide ed inviolabili come quelle del carcere e sopratutto di dare voce ad
una parte della nostra realtà sociale che, anche se cruda e difficile da
comprendere, sarebbe bello almeno provare ad ascoltare

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