Un Natale sobrio, che bello!

Un Natale sobrio, che bello!

Pensaci Su…
2015-12-16 17:36:41

Mi sono chiesto: come mai i politici che alzano e rialzano i toni, si scontrano, fanno a gara primeggiare, non parlano mai ai cittadini di sobrietà, in un momento in cui la crisi economica sembra allentata ma non ancora vinta?
Mi sono chiesto: come mai i politici che alzano e
rialzano i toni, si scontrano, fanno a gara primeggiare, non parlano mai ai
cittadini di sobrietà, in un momento in cui la crisi economica sembra allentata
ma non ancora vinta?   Forse la sobrietà o capacità di
vivere con l’essenziale fa paura? Ci siamo un po’ tutti abituati
all’abbondanza. Spesso nella nostra mente s’affacciano pensieri di privazioni e
di sofferenze e facciamo dietrofront, ci rifugiamo nel sogno di un futuro economicamente
migliore. 

Eppure,
a parere degli esperti, necessita l’educazione alla sobrietà, cioè vivere bene
pur disponendo di meno. Basta ridare ai beni il loro giusto valore e
soprattutto tornare a porre in primo piano le persone. Mi chiedo se accettiamo questa
educazione alla sobrietà? I confronti con gli amici ci sono in una società in
cui la persona vale per quello che ha e non per le sue qualità. Diventa persino
frustrante  una vita sobria, senza il
superfluo.

 

Più volte i genitori si sono trovati davanti
alla domanda imbarazzante dei loro figli, che, avendo confrontato il loro stile
di vita con quello di alcuni amici, li hanno interpellati: «Papà, mamma, noi siamo
più poveri di quello, di quella?» È stato impegnativo, ma anche appassionante
spiegare loro che non erano più poveri, perché avevano tutto ciò che è
essenziale alla vita e anche un po’ di più, ma che in famiglia si cercava di
sprecare il meno possibile, per il rispetto verso i beni e per aiutare le
persone più povere 
E’
necessario chiederci se il regalo che stiamo per fare in questi giorni
pre-natalizi  corrisponde ad un bisogno
vero o a un bisogno indotto dalla pubblicità? Lo stesso Babbo Natale andrebbe
censurato, specie quando dispensa regali abbondanti solo ai bambini ricchi.
Proviamo a dire ai ragazzi che è impegnativo andare contro corrente nell’attesa
dei doni: aiutiamoli a capire che il regalo è un segno che esprime vicinanza,
affetto. Non conta quanto costa, ma l’affetto che esprime. 
Palesiamo
ai nostri ragazzi quella povertà che rende possibile gesti solidali verso chi è
nell’indigenza. Le nostre famiglie di ieri lasciavano sempre un posto a tavola
per il povero che bussava all’uscio della cucina nell’ora di pranzo. Non
solamente il giorno di Natale, tutti i giorni. Altri tempi, senz’altro, in cui
la vita sobria e la solidarietà camminavano insieme.

 

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