ONESTA’ : Le cose altrui (2)

ONESTA’ : Le cose altrui (2)

Pensaci Su…
2018-06-25 14:21:57

Tratto dall’ultimo libro di Don Chino Pezzoli ” Tracce di moralita’ ”

Le cose altrui

La Bibbia mette insieme il nono e il decimo
comandamento e recita così: “Non
desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo,
né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna
cosa che appartenga al tuo prossimo”.
 
In questo comandamento appare la parola “desiderare”: è una parola profonda, potente, nuova, attuale. Voi,
ragazzi e ragazze, siete ricchi di desideri, siete spinti da questa forza
interiore che anticipa ciò che volete raggiungere. I vostri pensieri senza la
spinta delle ambizioni sono ripetizioni mentali noiose. Da svegli e da
addormentati, nei sogni liberate tante immagini, avete tante attese per il
futuro. C’è qualcosa dentro di voi che vi dice che il presente non vi basta e
vi affidate ai desideri per rompere la monotonia del presente. In ogni momento
la forza dei desideri vi stacca da ogni difficoltà e vi indica l’arcobaleno.
Nessun uomo o nessuna legge può vietarvi di desiderare, nessuna restrizione può
arrestare il fiume dei desideri che scorre verso il mare della vita.

I desideri e la coscienza

Solamente la
coscienza dà un limite ai desideri. C’è in questo “non desiderare”,
l’intervento della coscienza che guida tutte le nostre azioni, i pensieri e le
scelte. Dio scrive sulle tavole della nuova alleanza: “Non desiderare la roba degli altri”, vuole farci sapere cosa
c’è, cari ragazzi e ragazze, nel nostro cuore insondabile, smisurato. Ci
avverte di fare attenzione ai desideri disonesti e perversi che diventano
bramosia, avidità, istinto smodato, concupiscenza, invidia. Dio ci conosce e
quindi anticipa con il suo comando il rischio di possedere gli altri, i loro
beni. L’invidioso non controlla la sua avidità, vuole tutto e quindi ruba, si
impossessa della vita degli altri per fare soldi, uccide persino per
appropriarsi di beni o della persona che appartiene a un altro. Desiderare la
roba d’altri è il desiderio più triste del mondo, è la negazione dell’onestà, è
il ritorno alla schiavitù delle mente e del cuore.

L’invidia o desiderio malvagio

Lo sapete,
ragazzi e ragazze, che l’invidia ha sempre come compagna inseparabile
l’avidità, che è uno stato ossessivo, furioso, per avere e possedere? Quindi
desiderare la roba d’altri è il più pericoloso dei desideri, il più vuoto, il
più triste. Ci porta ad annullare la dignità nostra e degli altri, a essere
dipendenti da una possessività incontrollabile, da una cupidigia irresistibile
che annulla l’onestà. La Bibbia mette questo comandamento come ultimo, e non
per caso Dio lo ha posto in questa posizione. Come se volesse avvisarci di un
pericolo sottovalutato: “Non desiderare
la casa del tuo prossimo, né la moglie del tuo prossimo, né alcuna cosa che
appartenga al tuo prossimo”.
Il tuo prossimo! Le parole del primo comandamento
ci parlano di Dio: “Io sono il Signore,
Dio tuo
…”.  Le ultime ci ricordano:
Non desiderare la roba del tuo prossimo”.
Sembra proprio che il Signore abbia racchiuso i dieci comandamenti per noi, dal
primo all’ultimo, e mentre ce li consegna ci dica: “Io sono il tuo prossimo”,
sii onesto.

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