La sobrieta’ – Stile di vita

La sobrieta’ – Stile di vita

Pensaci Su…
2018-08-01 07:53:59

Tratto dall’ultimo libro di Don Chino ” Tracce di moralita’ ”

Stile di vita

Quando ero
bambino mi chiedevo spesso, sentendo usare dal prete la parola
“temperanza”, che cosa volesse dire e dal momento che per me (come
per tutti i bambini, penso) era molto difficile temperare le matite senza
rompere la punta, avevo finito col pensare quel sostantivo come la capacità di
temperare bene le matite. In questi giorni, sfogliando i vocabolari, mi sono
accorto che la mia idea di bambino non era tanto sciocca, perché in realtà
“temperare” significa togliere qualcosa alla matita, disporla in tutte
le sue parti così da poterla usare bene. Se poi mi soffermo sul temine
“tempra”, cioè su quel trattamento termico a cui si sottopongono le
leghe metalliche o i cristalli, affinché abbiano una resistenza maggiore,
aggiungo un ulteriore significato al termine temperanza; cioè forza,
resistenza. Questi termini ci fanno comprendere il significato della
temperanza, un termine che ho messo accanto a un altro simile: “sobrietà” che è
appunto la capacità di soddisfare con equilibrio e moderazione i propri bisogni,
istinti e desideri.

Specchio
dell’etica

È
significativo che Giovanni Paolo Il, affrontando i grandi problemi
internazionali della globalizzazione, dello sviluppo e della pace, abbia
sentito il bisogno di ricordare che un reale cambiamento è possibile soltanto
con l’impegno di tutti e che ciascuno dovrebbe mettere in discussione il
proprio stile di vita. L’espressione “stile di vita” è frequentemente
utilizzata per riferirsi a ciò che caratterizza il modo di vivere permanente
della persona. Non si improvvisa, non è fatto di episodi. È lo specchio
visibile dell’etica dei comportamenti. In effetti nella sobrietà si manifesta
tutta la “premura per l’altro” partendo appunto da un “io”
consapevolmente sobrio, un “io” che in questo modo si impegna a “condividere”
e a rifiutare l’ebbrezza dei consumi, dell’accumulo e del possesso. La sobrietà
è una virtù sociale che attende ancora di essere esplorata in tutte le sue
potenzialità di trasformazione. Occorre partire dal basso, dalla partecipazione
delle persone alla vita comune, dalle scelte dei gruppi familiari e muoversi
progressivamente con uno stile di gesti e comportamenti nuovi, alternativi,
ponendosi obiettivi di trasformazione che siano sempre più umani.

Base della
cultura umana

Sobrietà è il
contrario di ebbro, inzuppato, inebriato, esaltato, ubriaco, drogato, agitato,
sregolato, smisurato. La nostra è una società ebbra di consumi, di piaceri, di
cose materiali, è la civiltà dell’abbondanza, dell’apparenza, del narcisismo. I
sociologi la definiscono anche affluente, edonista, opulenta. Sobrio, ragazzi e
ragazze, è chi vive in modo innocente, cioè chi sa essere equilibrato,
misurato, entro i limiti. Per questo la regolatezza è uno stile di vita
“sostenibile”, ossia capace di futuro. Di qui una precisazione presente
nell’enciclica di papa Giovanni Paolo II: “Solo uno stile democratico è
fraterno, perché nessuno si arricchisce alle spalle degli altri. Ed è libero
dalla dipendenza dai beni materiali, perché non si ha mai la sensazione
pressante che il proprio valore dipenda da essi e che non si deve spendere
sempre di più solo perché ci sono persone che hanno di più”. 
(Enciclica Centesimus Annus).

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