IL SUPERBO

IL SUPERBO

Pensaci Su…
2017-02-02 09:35:00

Il superbo è una persona innamorata della propria superiorità, vera o presunta,
Il
superbo è una persona innamorata della propria superiorità, vera o presunta,
per la quale si aspetta, desidera un riconoscimento. La superbia affonda le sue
radici nel profondo dell’uomo, che è sempre teso alla ricerca e
all’affermazione della sua immagine che non si elabora al proprio interno, ma è
qualche cosa che ciascuno negozia nel rapporto esterno con gli altri per
ottenere riconoscimenti. Il bisogno di riconoscimento nell’essere umano è
fortissimo: forte al pari di altri bisogni più esistenziali.  A un certo punto della nostra storia
culturale, alcuni pensatori  hanno  affermato che gli uomini sono tutti uguali.
Da una parte, il diffondersi di tali convinzioni è stato benefico al progresso:
gli uomini hanno incominciato ad avere pari opportunità indipendentemente da
razza, credo, estrazione sociale. D’altra parte, tuttavia, una forma esasperata
di uguaglianza, riconosciuta per diritto di nascita, ha prodotto una certa
omologazione dell’umanità che tolse ad ogni uomo la lotta per il
riconoscimento, favorendo di conseguenza l’esplosione della superbia.  Gli uomini, infatti, sono tutti diversi. É
giusto che abbiano pari opportunità, nondimeno che ci tengano alla loro individualità
e unicità. Se vivono in condizioni che non permettono di rivendicare il proprio
valore personale, in una società in cui, per “principio”, le persone
sono tutte uguali, è più probabile che la superbia e la vanagloria possano
trovare terreno fertile per svilupparsi.

Gli
uomini devono avere pari opportunità

Anche
il Cristianesimo, male interpretato, è stato utilizzato per affermare che gli
uomini sono tutti uguali. In effetti, il messaggio del Vangelo era un altro:
Gesù affermava, infatti, che “gli uomini sono un Uno”, non che sono
tutti uguali, e la parabola dei Talenti ne è una dimostrazione …
Al contrario, in una società in cui sono apprezzate le differenze, le persone
possono essere orgogliose, nell’accezione positiva del termine. L’orgoglio sano
è quello che ci porta a difendere la nostra dignità di esseri umani, a
rifiutare compromessi, a non farci calpestare, e a essere soddisfatti di noi
stessi quando ci realizziamo. Nulla di buono potremmo fare senza un’adeguata
stima di noi, stima che dipende dalla consapevolezza delle nostre doti e dei
nostri limiti. Quando l’orgoglio travalica, si trasforma in vanità, boria, e
superbia.

La
persona sul piedistallo ci sta volentieri

La
persona superba si conosce poco. E’ talmente infatuata di se stessa che ogni
tentativo di renderla più consapevole si rivela inutile. Non riflette, non
vuole intendere, non tollera alcuna contraddizione e le piace stare in
compagnia degli adulatori. Si oppone a ogni trasformazione interiore e fa tutto
il possibile per non vedere ciò che c’è di buono nell’altro. La persona
superba, non perdona, non esprime i suoi sentimenti ed emozioni, non cerca di
fare qualche cosa per la sua crescita personale.  Si costruisce il suo piedistallo ed è pronta
a ricevere lodi e riconoscimenti dai suoi fan.

L’utile 
“purga” dell’umiltà per chi si esalta

Correttivo della superbia è l’umiltà, ma
non quella che coincide con la diminuzione di sé fino alla svalutazione.
Un’umiltà piuttosto che frena l’impulso che spesso fa ignorare i propri limiti,
tanto da perseguire mete che non sono alla propria portata. La consapevolezza
dei propri limiti concede a ognuno di essere orgoglioso di sé senza doversi
sottomettere a un altro, perché in questo caso non di umiltà si tratterebbe, ma
di umiliazione. La propria dignità va salvaguardata in qualsiasi rapporto
interpersonale. La persona umile riconosce i suoi sbagli, ma non s’identifica
con questi.

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