Il caso Bossetti e i media

Il caso Bossetti e i media

L’opinione di Don Chino
2015-03-07 11:51:12

Gli indizi pubblicizzati dai media sul presunto omicida di Yara Gambirasio sono tanti. Massimo Bossetti è già stato condannato dai media e dall’opinione pubblica? Sembra di sì.
Si dice che alcuni giorni fa sono state
fatte dai periti indagini accurate sul PC di Bossetti, da
queste indagini pare sia emerso che l’imputato avrebbe fatto delle ricerche
particolari, con
dettagli che, secondo il parere dell’accusa hanno evidenziato il fatto che
Massimo Bossetti cercava su internet tredicenni con caratteristiche ben
definite. 

Le fibre del tessuto del sedile del
camion di Bossetti sono compatibili con quelle trovate sul corpo di Yara e i
passaggi del camion di Bossetti è stato ripreso dalla telecamere la sera del
delitto nei pressi della palestra di Brembate di Sopra. 
E’ emerso anche che Bossetti ha fatto
delle ricerche su Yara dopo la scomparsa. C’è poi la prova delle prove: il DNA
del reo invenuto sui vestiti della vittima. 
Tutti questi indizi e altri hanno
appassionato in questi ultimi mesi i media che hanno già condannato il presunto
reo. Qualcuno parla di processo mediatico, altri di una doverosa informazione
fatta ai telespettatori che vogliono conoscere la verità.  La
difesa di Bossetti promette di voler smontare, in sede processuale, ogni accusa
fatta all’imputato Bossetti. 
Ora al di là del fatto che una persona
sia colpevole o innocente (questo sarà la magistratura a stabilirlo), una
domanda è lecita: è giusto sventolare in “piazza” tra un giornale e un
telegiornale, fatti intimi di una persona? E’ giusto che i giornalisti siano
così “sciacalli” a tal
punto da fare e da dire di tutto pur di ottenere audience
durante una trasmissione televisiva? 
Credo che ci dovrebbe essere un po’ di
buon senso, anche perché
ci sono di mezzo degli innocenti (penso ai figli di Bossetti).
Credo che certi particolari non dovrebbero essere pubblicati, ma servire solo
agli investigatori per le loro indagini. Non è ammissibile che informazioni
private e delicate, vengono sbattute in prima pagina o sulle testate televisive
senza quella prudenza che distingue i saggi dai  “venditori” di notizie. 
Alcuni
giornalisti devono dare qualsiasi notizia che fa scalpore.
 Credo che giudicare ed additare come
colpevole una persona prima che sia giudicata è poco corretto. “Calunnia, calunnia, qualcosa resta”, diceva Voltaire. Proprio
quello che hanno fatto e fanno i mass media. 
La mia non è una difesa
dell’imputato Bossetti che certamente lascia tanti dubbi e interrogativi che in
sede di giudizio verranno approfonditi per arrivare a un verdetto. Voglio solamente,
umilmente, esortare i colleghi giornalisti ad essere prudenti…  E’ un’esortazione soltanto.

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