I POPPI – Figli in sfida

I POPPI – Figli in sfida

Pensaci Su…
2017-10-11 15:08:38

Mi scrive Barbara una mamma: “Qualche giorno fa mio figlio Simone diciottenne

Mi scrive Barbara una mamma: “Qualche giorno fa mio figlio Simone
diciottenne è rientrato in casa con un vistoso tatuaggio sul braccio. Le
borchie, i bracciali ed altro gli servono per evidenziare la sua immagine.
Chiede sempre soldi e se mi rifiuto le scenate e gli scatti di rabbia non si
fanno attendere. Suo padre è tollerante, spesso lo giustifica e lo accomuna ad
altri ragazzi della sua età.   Chiedo un
consiglio, un suggerimento per aiutare mio figlio. Le sue mi sembrano sfide”.

Le
sfide non mancano nei figli, cara Barbara. Si tratta di gesti ribelli e
maleducati, di sguardi cupi e tristi, di atteggiamenti disordinati e
provocatori, di silenzi prolungati, di noia e anche di rancore verso i
genitori. Altre volte, queste sfide, fanno venire meno un codice morale di
comportamento comune e responsabile. Analizziamo insieme alcuni comportamenti.

Il rifiuto della scuola

Tuo figlio Simone, mi dici, che ha
interrotto la media superiore dopo il primo anno. Sta di fatto che la scuola è
e deve essere un impegno sacrosanto per la crescita dei ragazzi e giovani: non
possono ritenerla inutile e preferire le giornate trascorse ai giardini
pubblici con la ragazzina o ragazzino da spupazzare. Il rifiuto della scuola è
già un segnale di disordine, di sfida che i figli fanno pervenire ai genitori
che, alcune volte, non colgono o lo ritengono di poca importanza. Credono che
la svogliatezza e il disimpegno scolastico siano dovuti alla carente
adattabilità alla scuola, ai professori, e alle scarse capacità
d’apprendimento. No, i ragazzi non studiano perché rifiutano la fatica
dell’apprendere, di pensare, di conoscere e crescere. Questa sfida non va presa
sottogamba . Un adolescente che non studia compromette l’autostima e potrebbe
incorrere il rischio di ostentare il personaggio con gesti di spavalderia e
trasgressione.

Il divertimento- sballo.

Sono molti gli adolescenti che
considerano il divertimento come disordine. I segni del divertimento- sballo
vengono portati in casa, dopo notti passate a consumare forti emozioni e alterazioni
psichiche. Eppure i genitori non reagiscono, anche se sono sfidati da una
presenza ribelle e prepotente che li classifica come presenze sorpassate,
inadeguate, non in grado di capirli nelle loro esigenze e bisogni. Tra i
bisogni più diffusi ci sono: il motorino, i vestiti firmati, i concerti, la
discoteca, gli amici di un certo tipo e tanti soldi.  Sono ragazzi senza futuro?  Ad alcuni genitori purtroppo questo genere di
figli va bene e non perdono l’occasione per tratteggiare di fronte agli altri: meriti
e virtù, pregi e successi. Si direbbe che non sono capaci d’avvertire e di
classificare le sfide, tanto sono abbagliati dall’ammirazione e contagiati
dalla superficialità.

I miti e le mode strambe.

Se poi si osservano, questi poppi,
si presentano spesso ai genitori con tatuaggi, piercing, abbigliamento
stravagante, capelli coloratissimi. Sono alcune forme di provocazione che
sottolineano la differenza e la contrapposizione con gli adulti. Qualcuno va
dicendo che i figli devono contestare i genitori per raggiungere la loro
autonomia e entrare nell’età adulta. Non tutte però le contestazioni sono da
ritenersi valide e vantaggiose per la loro crescita. Va bene che questi nostri
figli siano diversi da noi adulti per esprimere un modo d’essere e vivere un
po’ nuovo e così liberarsi da alcune abitudini familiari tramandate attraverso
le generazioni. Non va bene però se la sfida tende ad essere solamente un modo
stravagante per accentuare spaccature, divisioni, esteriorità e vuoti
interiori. Alcuni genitori si compiacciono persino di fronte a certe forme
provocatorie dei figli, per poi dover subire le loro sfide e ribellioni.

La
pretesa di denaro.

I figli vogliono inoltre il
portafoglio pieno di soldi e tacciano i genitori di spilorci se non sono pronti
ad appagare le loro richieste e pretese. Sono gli stessi genitori ad abituarli
a spendere tanti soldi. Comperano persino il loro affetto con i soldi … Danno
cose e  oggetti  costosi, li vestono da nababbi. E così
crescono smidollati e pieni di pretese, lamentosi, pronti a ricattare mamma e
papà, nonni e zii, se non aprono i borsellino ad ogni loro richiesta. Se poi
qualche genitore avrà l’imbecille orgoglio di dire alla presenza del figlio che
non gli farà mancare niente, stia sicuro che il poppo sarà puntuale nel
chiedere “tutto e subito”. I genitori non diventino pertanto finanziatori, se
vogliono avere in casa figli attenti e sobri e rispettosi della loro fatica.
 


Una precisazione

Faccio ai
genitori un richiamo o meglio un rimprovero: spesso avete i figli che vi
meritate, specialmente quando li servite in tutto. C’è in voi una valutazione
errata dell’amore: amare un figlio non significa buttargli addosso eccessive
attenzioni, premure e nemmeno evitargli le difficoltà e i problemi. Un certo
modo di relazionare con il figlio va rivisto, senza quel timore di poter
perdere il suo affetto. Non sono i super-genitori a garantire l’amore del
figlio, ma i genitori che sanno dare affetto ed esigere affetto. Basta con
espressioni melliflue, sdolcinature e corteggiamenti per attirare i figli a sé;
basta con corteggiamenti insulsi e remissivi. Il genitore innamorato del
proprio figlio diventa spesso servo perde persino la sua identità di padre e di
madre. 

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