I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’|SAN PAOLO DI TARSO

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’|SAN PAOLO DI TARSO

L’opinione di Don Chino
2016-03-23 20:21:14

L’apostolo delle genti, così fu chiamato san Paolo per la sua instancabile predicazione ai pagani. Cittadino romano di nome Saulo, di famiglia ebraica, perseguitò duramente i cristiani
L’apostolo delle genti, così fu chiamato san
Paolo per la sua instancabile predicazione ai pagani. Cittadino romano di nome Saulo,
di famiglia ebraica, perseguitò duramente i cristiani. Sulla via di Damasco
ebbe poi una visione e si convertì alla nuova fede. Assunto il nome di Paolo,
si dedicò alla diffusione del messaggio cristiano. 

Gli Atti degli apostoli
riferiscono che la maggior parte degli Ebrei non credette alla resurrezione di Gesù e si oppose pertanto alla predicazione degli apostoli, anche se questi
ultimi cercarono inizialmente di evitare una rottura con l’ambiente ebraico. 
Saulo, nato a Tarso
(Cilicia) all’inizio del 1° secolo da una famiglia ebraica farisea piuttosto
benestante, fu uno dei più accaniti avversari della nuova religione. Gli Atti
degli apostoli raccontano che partecipò da spettatore all’uccisione di
Stefano da parte degli Ebrei, i quali lo avevano giudicato colpevole di
bestemmia: coloro che lapidarono Stefano “deposero il loro mantello ai piedi di
un giovane, chiamato Saulo 
Saulo si convertì alla
nuova fede dopo che, caduto da cavallo sulla strada di Damasco, ebbe una
visione nella quale Gesù lo chiamava dicendogli: «Saulo, Saulo, perché mi
perseguiti?». Dopo aver appreso i principi della nuova religione da Anania, si
convertì e assunse il nuovo nome di Paolo, diventando un convinto e
deciso propagatore del messaggio di Cristo. 
Nella Lettera ai Galati Paolo
dichiara di avere ricevuto la rivelazione del Vangelo da Cristo stesso, e di essere quindi a pieno titolo un apostolo, con gli
stessi compiti degli altri dodici che Gesù aveva nominato durante la sua vita
terrena, malgrado si senta indegno per aver perseguitato la Chiesa. 
Il messaggio centrale
della predicazione di Paolo era costituito dall’annuncio della morte e
resurrezione di Gesù, il cui sacrificio sulla croce sostituiva i riti e i
sacrifici dell’Antico Testamento: perciò non soltanto gli Ebrei, ma anche i
pagani potevano ottenere la salvezza credendo in Gesù come Salvatore e vivendo
una vita nuova in lui, e non più praticando le «opere della legge», ossia i
riti previsti dalla legge di Mosè (come la circoncisione, le purificazioni rituali con
l’acqua, i sacrifici di animali). 
Paolo predicò anche ad
Atene, discutendo con i filosofi, ma di fronte all’annuncio della resurrezione
dei morti essi si misero a deriderlo. Perciò egli si rese conto che la
conversione degli uomini non dipende dalla forza degli argomenti razionali e
delle dimostrazioni logiche, ma dalla potenza dello Spirito; e che l’annuncio
cristiano, incentrato sulla figura del Cristo crocefisso, deve fondarsi sulla
debolezza. 
“La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca
di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male
ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto
copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.”
(San Paolo).

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